sabato 15 dicembre 2012

ITALIAN PSYCHO

Non si tratta nemmeno più di incandidabilità, è questione sanitaria psichiatrica.
E' un'emergenza nazionale che dura da troppo.
Un Paese diviso in due.
Da una parte tutti noi, i cittadini, quelli che lavorano, i disoccupati, i precari, gli anziani, i poveri sempre più numerosi; dall'altra loro, contrapposti, nemici del popolo, ladroni, avanzi di galera, mafiosi, fascisti camuffati da democratici rossi, gentaglia bugiarda, strafottenti, ma soprattutto malati.
Noi serviamo solo al voto, quando e come vogliono loro e a mantenerli a colpi di appropriazione indebita.
Poi si arrabbiano per la sacrosanta battuta di Luciana Littizzetto, l'esatta identica che decine di milioni di italiani sottocrivono e urlano, da anni.
Il cretino di turno ci fa anche la prima pagina del giornale del duce: "Luciana, questa volta hai rotto tu...".
Perché la politica in questo Paese è diventata gioco di bambini deficienti e dispettosi, anzi: neppure.
I bambini anche più problematici hanno maggiore dignità.
Si costruiscono le ville da sceicchi in ambienti con vincolo paesaggistico, ottengono i permessi dai sindaci loro amici e poi se li portano a lavorare al ministero.
Una mano lava l'altra, salvo lasciare la faccia piena di merda e andare in televisione a piangere miseria: "Io non ho i soldi per pagare l'IMU e me li sono dovuti far prestare dalla banca..."
Tra poco avranno anche il coraggio di fare una maratona Telethon per aiutare questi poveri falliti pallisti.
E gli imbecilli nostalgici della peggiore democrazia cristiana mafiosa verseranno l'obolo per questi mostriciattoli orribili, pronti anche a ridargli il voto.
Quell'altro che si è fatto regalare, dagli esponenti della Cricca, a sua insaputa, la casa con vista Colosseo, si è dimesso, è stato per un po' a godersi il riposo meritato per merito cialtronistico, ora è ritornato in vita.
Visto che la mummia è in caduta libera verso le fogne, lo smemorato d'Imperia, si fa la lista sua per le prossime elezioni e naturalmente nel logo ci mette "la pulizia".

Poi viene l'ex Fido Bau, quello che lui "le puttane ad Arcore non le ho mai portate, faceva tutto Lele Mora" e considerato che nessuno lo caga più, pure lui si fa la sua lista e la presenta in un teatro completamente vuoto, neppure i giornalisti sono andati, però c'erano le amiche, due: la Colli e la Maiolo, gran bella rappresentanza di "voglia di vivere". [http://www.youtube.com/watch?v=cQmydTsb-kc

[Colloquio del 22 agosto 2011, Emilio Fede al telefono con Lele Mora ... "Lele, studiamo insieme... Gli dico: 'Senti, ho visto Lele, non sta bene ed è preoccupato, forse credo che una mano bisognerebbe dargliela... Quest'uomo c'ha dato tutto ed è quello che ci ha dato soprattutto la riservatezza... lui rischia la bancarotta... allora diventa peggio il problema".Quindi, ecco il piano: a Berlusconi, Fede chiederà per conto di Mora "uno e due (1,2 milioni di euro, ndr), di cui 100 (Mora) li dà a me in due rate che ho prestato 50 e 50, capito? Vuol dire che possono diventare uno e mezzo: io ne prendo quattro e tu otto, va bene?"]

Se non fanno le "liste flop" come potranno poi continuare a fottersi i finanziamenti pubblici?

La torta è grossa, da mangiare ce n'è per tutti loro e allora: le pensano di notte le puttanate, di giorno le concretizzano, tanto non lavorano, hanno una beata minchia da fare il tempo, lo devono pur impegnare in qualche modo no?
Ci sarà sempre il Minzolini di turno, il cardinal Vespa, Rossella, Giordano, Sallusti, Feltri, Barbara d'Urso, Mediaset tutta, gran parte della RAI che faranno da grancassa sciancata di risonanza, con sciacquone finale.
Perché se lo dice la Televisione che questi sono buoni, poveri, caritatevoli, perseguitati dalla Magistratura, vergini e soprattutto tutti nipoti di Mubarak, allora gli italioti ci credono, "l'hanno detto anche a Pomeriggio Cinque".
E' un esercito di malati gravi, uno peggio dell'altro, non passa giorno che non si sappia di ladri [sempre dalla stessa parte] che si appropriano dei soldi pubblici per i loro piccoli e imbecilli divertimenti personali.
40 sono gli indagati alla Regione Lombardia per aver "comprato" con i soldi nostri tutto il possibile che serve di certo al loro mandato politico: lecca lecca, cartucce da caccia, cioccolatini, aperitivi offerti all'una di notte, pizze da asporto, biglietti gratta e vinci, videogiochi da mediawold/sigarette/bibite comprati da Renzo Bossi, Cesare Bossetti [Lega Nord] nel 2011 paga 15.000 euro [sempre con il finanziamento pubblico] per fare colazioni con brioches e comprare pasticcini, Angelo Giammario [PdL] usa, a fini personali, 27.000 euro per noleggiare taxi e auto.
Ma il caso più schifoso è quello della Minetti: avrebbe usato i finanziamenti pubblici pure per comprarsi il libro "Mignottocrazia" che parla di lei: costo 15 euro!
Naturalmente Formigoni resta al suo posto, a lui non frega nulla se i suoi rappresentanti rubano, anche qui: una mano lava l'altra, sono sempre PdL e Lega Nord che vanno a braccetto, si accoppiano, fanno finta di scoppiarsi, si riuniscono di nuovo, avanti così, loro pensano all'infinito.
La Storia insegna che non può essere all'infinito un processo di distruzione di una Repubblica.
Tutti sappiamo ormai come andrà a finire, ma non ce lo diciamo, perché abbiamo paura e quelle parole non si pronunciano quasi più, è diventato pericoloso anche scriverle in questo Paese devastato dal fascismo piduista e mafioso.
Bersani farà le sue ennesime Prendicularie a Natale.
Alfano e Dell'Utri si fanno i dispetti perché uno ha i coglioni grossi, l'altro no.
La Mummia non lo sa che farà, forse scende in campo oppure scende in campo, tanto è pazzo furioso.
Napolitano esegue la commedia imparata a memoria, peccato che solo lui non si accorga che è una tragedia oligarchica.
Non ci sarà alcuna forza politica o sindacale che possa aiutare l'Italia a mandare via tutto questo pattume infetto.
Lo possono fare solo il popolo e i lavoratori uniti.
La libertà costerà sangue.
Mettiamocelo bene in testa.
Hanno rotto il cazzo!


Lucio Galluzzi


©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter

sabato 17 novembre 2012

VOGLIONO I MORTI


Quando usavano la legge Reale e il Codice Rocco [una più fascista dell'altra] le forze dell'ordine scendevano nelle piazze e facevano massacri di lavoratori in sciopero, non solo con i manganelli, le botte e a pistolettate, pure con le camionette e i blindati: investivano i manifestanti, senza alcun problema.
I soliti idioti che hanno voglia di contestare e negare la Storia italiana, provino a guardarsi "Il Bianco e Nero", poi ne riparliamo, magari.
La polizia, i carabinieri e chi per essi, infiltrati, camuffati, travestiti, sparavano "sempre in aria", sia ai posti di blocco che nei luoghi di conflitto sociale.
Peccato davvero che quei proiettili erano tutti teleguidati da una strana quanto misteriosa forza, salivano in alto, poi scendevano, sbattevano contro qualsiasi cosa nei pressi e... come per magia, guarda caso!, deviati, si andavano ad infilare sempre nella nuca, tempia, testa, collo della vittima, che per l'appunto moriva.
Ma gli agenti non erano mai i colpevoli, era la malaugurata sorte che ammazzava i cittadini.
Sempre lo stesso fato, faceva sì che chi protestava nelle piazze o alle Università, andasse a buttarti contro i manganelli dei poveri militari di Stato, si spaccavano il cranio non per volontà di Tambroni, Scelba, Piccoli, Malfatti, Fanfani, Rumor, Cossiga... e di tutta la Democrazia Cristiana al Governo, si autolesionavano perché da sempre, in Italia, chi dissente ed esprime con rabbia la propria voglia e richiesta di cambiamento è masochista e ama farsi del male fisico, finire all'ospedale e anche all'obitorio.
Infatti nei vari processi che si sono tenuti in questa "liberissima Repubblica delle Banane", mai una volta le vittime di violenze delle Forze dell'Ordine hanno avuto giustizia, semmai il contrario: condannati perché diffamatori e simulatori oppure perseguitati dalle Digos di turno, poi, grazie alle Leggi Speciali, tutti erano "terroristi", "autonomi", "insurrezionalisti" e "banda armata".
Neppure Giorgiana Masi, nel 1977, è stata uccisa dalla polizia agli ordini di Cossiga; infatti, nonostante le prove fotografiche e filmate, le testimonianze di Parlamentari sul luogo [Piazza Navona], negarono sempre che l'assassino fosse un poliziotto travestito da autonomo che sparava ad altezza d'uomo, come facevano i suoi colleghi, camuffati da figli dei fiori e teppistelli.
E' strano questo Paese e la gente che l'ha governato, da sempre, e che ancora lo governa.
Una Nazione da fiaba dell'orrore, disseminata di morti innocenti, famiglie distrutte, giovani vite spezzate, stragi, bombe, la Falange Armata di tristissima memoria, il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro... tutto quanto senza mai colpevoli.
Una Landa desolante dove Mafia e Stato si alleano, fanno saltare in aria Borsellino e Falcone, ma non ci sono responsabili, se vengono identificati, ecco che scatta la Legge fatta ad hoc per salvarli: prescrizione sempre e comunque, impunità, buchi mai colmati nei nostri Codici [che è comodissimo lasciare tali per lor signori].
Andreotti è riconosciuto colpevole di aver trattato, favorendola, con Cosa Nostra, ma è prescritto; loro dicono "assolto", ma non è vero.
Dell'Utri dichiara bellamente che è sceso in politica e si è fatto eleggere per evitare la galera: difatti è ancora senatore.
Un posto, questa Italia, nel quale neonazisti massoni scrivono un piano per realizzare un Golpe totale, riescono a metterlo in pratica con la collaborazione dei Servizi e della politica asservita al male nero, ma tutte le mummie che sono responsabili di questo atto gravissimo, il loro capo soprattutto, sono ancora liberi di vomitare qualsiasi schifezza razzista, chiedere i campi concentramento e la pulizia etnica, inneggiare a Hitler e Mussolini... dagli schermi televisivi.
Così è.
Tanto che i cittadini devo pure, ancora!, sciropparsi quella povera demente della vedova Almirante, invitata in ogni dove a dire il nulla, rivendicando la bontà del suo consorte morto, boia fucilatore di partigiani nella Repubblica di Salò.
Senza che cambi alcunché, l'agente Spaccarotella uccide con pistolettata Daniele Sandri, ma lui, l'uomo in divisa non voleva, è stata una rete in metallo a deviare il proiettile e farlo poi conficcare preciso nel collo del ragazzo.
Neppure l'ex carabiniere Placanica voleva sfondare la testa a Carlo Giuliani, ma destino volle che una pietra lanciata in aria nel preciso istante nel quale il milite sparava, deviasse la pallottola e uccidesse con precisione.
Che dire poi della Diaz?
Nessun colpevole, tutti o prescritti o non hanno compiuto il reato.
Cioè: sono stati i ragazzi che contestavano il G8 a torturarsi, spaccarsi di sangue, fratturarsi, rompersi i denti contro i caloriferi e soprattutto ad auto ricoverarsi in ospedale.
Tant'è, e lo sappiamo tutti, che i capi che ordinarono e parteciparono/coordinarono quella infame pagina di vergogna internazionale sono stati premiati, con encomio degli allora ministri Maroni e La Russa e ancora comandano forze di polizia e Servizi.
Ormai, qui da noi, non si può più manifestare, la Costituzione, così come volevano i Popoli delle Libertà è sospesa.
Anche il Presidente della Repubblica lo sa, ma se ne fotte, come ha sempre fatto.
La Democrazia è abrogata.
Così scioperare è diventato sinonimo di "delinquere", e ogni volta che lo si fa, i "tutori dell'ordine" difendono il nazifascismo, il padronato schiavista e assassino, i criminali banchieri e mai i cittadini, che sono da malmenare, prendere a calci e pugni, manganellate, insultare, identificare, arrestare.
Non c'è più manifestazione di dissenso che non veda sangue sul selciato, fratture e teste rotte.
Ora sono arrivati al culmine della follia.
Il 14 novembre, durante lo sciopero europeo contro le misure d'Austerity, dal ministero della Giustizia, sono stati sparati dei fumogeni contro i ragazzi sotto, in via Arenula.
Il Ministro Severino era presente al Dicastero, gli spari partivano proprio dalle finestre sopra i locali che lei occupa.
Eppure, lei, non ne sapeva nulla.
L'altra furbissima ministra degli interni, Cancellieri, in pieno dispiegamento di violenze di Stato ha pure avuto la demenza di esprimere "solidarietà agli agenti, perché l'Italia bolliva e hanno agito con dovizia di interventi".
Ora che dai palazzi del loro potere sparano sulla gente, se ne sta zitta a fa finta di nulla.
Il questore di Roma, Fulvio della Rocca, fa sapere che: "Sono dei poliziotti candelotti lanciati, ma li abbiamo fatti sparare a parabola, proprio per non fare del male... ma sono stati lanciati dal basso e poi rimbalzati sul palazzo" [...e si ritorna indietro di 60 anni!]
Questi sono tutti bolliti di cervello.
Dal primo all'ultimo.
Quello che si è visto il 14 novembre in tutta Italia e a Roma, ricorda sempre più da vicino il Cile di Pinochet, gli spari dal Ministero della Giustizia riportano alla follia di Ceaucescu e compagni di merende varie.
Questa situazione nella quale hanno cacciato l'Italia deve finire, ne abbiamo tutti i coglioni pieni.
Non ne possiamo più di incapaci, deficienti, violenti, decorticati, fantocci... che fanno ciò che vogliono, trattando i cittadini come carne da macello.
E' ora di finirla, una volta per tutte, e anche in fretta.
Non servono le inchieste interne attivate dalla Severino per accertare i fatti, questa gente, tutta non è più credibile, sono pagliacci che non sanno neppure far ridere, solo pena e rabbia.
Non servono le istruttorie aperte dalla Procura: resteranno, come da sempre, tutti impuniti e tranquilli, continuando a fare i macellai.
Non ci servono il PD e tutte le "forze" di finta opposizione, che hanno appoggiato e ancora lo fanno, i governi più scalcinati, pericolosi e per giunta non votati dal popolo.
Men che meno serve Grillo, con i proclami e le belle frasi d'effetto comico, non si cambia proprio nulla e di buffoni ne abbiamo fin sopra i capelli.
Servono dimissioni immediate e subito, di tutta questa gentaglia, chieste a furor di popolo.
Serve che il Parlamento sia di nuovo restituito al suo legittimo ruolo, che questo Presidente della Repubblica se ne vada.
Serve che noi tutti non si smetta un solo minuto di fare informazione e far circolare tutte le notizie e le iniziative per coinvolgere quanta più gente possibile verso una veloce, nuova, vera, forte Resistenza.
Serve che gli italiani si sveglino, ora o mai più.
E' solo una questione di volontà e in un solo giorno si spazza via tutta l'immondizia che sporca la Nazione.
Basta volerlo.


Lucio Galluzzi


©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter







giovedì 15 novembre 2012

IO STO CON GLI STUDENTI



Sarà sicuramente successo a qualche mastino del potere, mentre spaccava teste di studenti anche minorenni, trovarsi suo figlio sotto il manganello e i pugni.
Chissà che ha fatto il solerte servitore dei morti che gli ordinavano le agonie.
Non credo si sia fermato.
Avrà continuato a versare sul selciato il sangue del suo stesso sangue, fottendosene degli occhi imploranti, fissi nei suoi.
Sarà anche stato aiutato dagli altri dobermann, addestrati al martirio altrui, a trascinare sull'asfalto la carne della sua stessa carne, lasciando scie di materia organica.
E giù botte a più non posso, veloci, senza tregua, inferociti, fatti di chissà quale odio, naturale o sintetico.
Ma fatti comunque.
Non si fermano di fronte a nulla questi.
Sarà sicuramente anche capitato a qualche graduato di loro, imbattersi in una ragazza per giunta straniera, o pensata tale, in mezzo ad una via, nel caos della ferocia, realizzare che era la sua futura nuora, prenderla alla gola da dietro, con il braccio muscoloso, l'arma delle botte premuta sul viso, spingerla così, quasi soffocandola, urlando al commilitone di fronte per essere aiutato a portarla fuori dalla vista delle videocamere, sbatterla su una camionetta, identificarla, riderle in faccia, insultarla e portarla al gabbio.
Non sanno quello che fanno questi cosi azzurri in testa.
Ieri hanno poi mostrato il meglio del loro repertorio infame.
Ogni volta che scendono nell'arena, i gladiatori della miseria, si superano nell'uso della malvagità.
Adesso hanno elaborato la caccia in corsa, in gruppo, contro il singolo.
Lo puntano, si mettono a inseguirlo urlando con i manganelli alzati, lo costringono in luoghi poco accessibili ai cronisti e lì lo massacrano.
Da due decenni gli armati dallo Stato ne hanno compiute di tutti i colori.
Si sono macchiati di crimini orrendi, inqualificabili.
Hanno sparato nelle piazze per uccidere, riuscendoci.
Hanno torturato, inquinato prove, picchiato fino alla morte, assassinato tifosi pacifici, picchiato con calci, pugni, sfollagente, diciottenni colpevoli solo di stare rincasando, ridotto in fin di vita, fratturato con goduria, gonfiato di botte studenti serali perché "di colore" e quindi spacciatori.
Le azioni disumane, tutte documentate, a carico di questi tristi figuri, sono tutte li, in rete, in numero enorme.
Nessuno di loro ne è responsabile, mai una condanna vera, mai un licenziamento in tronco, una nota di demerito.
Ci sono le leggi fasciste volute dai fascisti camuffati da credenti, fatte apposta per la loro impunità.
Allora ne approfittano, spargono sangue, tanto non pagheranno mai.
Anzi, i più spietati saranno pure promossi, con stipendi d'oro, naturalmente pagati da noi stessi: le loro vittime.
Se ieri a Milano, Torino, Roma, Perugia, Brescia... la violenza dello Stato Armato si è manifestata in tutta la sua squallida e pericolosa rappresentazione, in Spagna, a Madrid e Barcellona, gli uomini in divisa hanno proposto ai loro colleghi europei un nuovo modello di comportamento nazista.
I manifestanti picchiati e feriti venivano portati in luoghi all'aperto, ma presidiati dagli antisommossa, tenuti nascosti ai cronisti e reporter, ammucchiati come immondizie, poi presi di peso e a pugni in faccia, mentre li caricavano sui blindati.
Anche ad una ragazza è successa la stessa sorte: ferita dalle botte e poi presa a pugni in viso da un "miliziano", che non smetteva; è stato fermato da un collega che, non sopportando più la scena, ha preso a pugni lui.
Eccolo il nuovo Protocollo Sicurezza.
Tra poco sarà adottato anche da noi.
La ministra Cancellieri, che ieri si è subito spesa in encomi di solidarietà, agli agenti sporchi di sangue, lo studi bene il modello repressivo spagnolo, lo passi immediatamente a Manganelli, che lo proporrà a Napolitano [ne sarà felicissimo] il quale lo consiglierà caldamente a Mario Monti e diventerà, in men che non si dica, Decreto Speciale per la Salvaguardia della Razza Poteri Forti.
I politicanti tutti uniti voteranno compatti, perché è così che si fa per non perdere quelle schifo di poltrone.
Il Presidente della Repubblica farà come oggi, come da sempre, offrendo sermoni infiniti, senza capo né coda, ai morti muffiti con il chip "applauso comunque".
Mai visto un tizio al Colle che pensa di essere il papa.
Gli italiani meritano anche questo: siccome uno a san Pietro non bastava, hanno voluto due pontefici, tutti e due di destra.
Quando Pasolini tifava per i poliziotti durante gli scontri a Valle Giulia, lo faceva chiamando gli agenti "lavoratori come gli altri", "figli della miseria", contestando di studenti che erano solo "viziati figli di papà".
Oggi, con tristezza, si deve prendere atto che gli agenti non sono più lavoratori come altri.
Non è credibile che "lavoratori" manganellino e pestino a sangue altri lavoratori, sempre e puntualmente.
Sono diventati nemici dei disperati, aguzzini degli ultimi.
No hanno testa, né coscienza sociale.
Non capiscono che quelli che scendono in piazza a prendersi le loro botte, rischiando la vita ogni volta, lo fanno anche a nome loro, per difendere anche il loro salario, la loro libertà, il loro futuro e quello dei figli.
Sono deficienti cronici.
Davvero vorrei capire che vita privata conducono questi tizi, che sentimenti hanno, per chi o per cosa si fanno battere il cuore, che tipo di famiglia hanno, quali amori, in cosa credono, se hanno una fede, se si divertono davvero ogni tanto, se sorridono di gusto.
Cosa provano la sera quando tornano tra le proprie mura, con la divisa e le mani imbrattate di sangue.
Cosa raccontato ai propri figli del lavoro sporco che fanno.
Se quando fanno l'amore spaccano costole e testa anche alle mogli o fidanzate/i che siano..
No, non si può essere solidali con chi è ormai solo e semplicemente nemico dell'essere umano e del Popolo intero, affamato per giunta.
Non si può e non si deve, perché questi, senza pensarci su una sola volta, sono pronti all'allestimento dei prossimi campi di sterminio.
Io solidarizzo con le vittime.


Lucio Galluzzi


©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter




sabato 10 novembre 2012

20.000 VOTI DI PREFERENZE: NON E' LA MINETTI, NE' LA SANTANCHE'



Signor Presidente del Consiglio, 

onorevoli colleghi, 

vedo con piacere che dopo due mesi di crisi, risse e litigi, avete trovato il modo di dividervi le poltrone. Spero che adesso ve ne starete un po’ tranquilli. 
Spero che adesso per un po’ lascerete in pace la gente; quella gente che è sempre più delusa, ha sempre meno speranze e sta comprendendo sempre di più che tutti questi inutili litigi in famiglia servono solo a chi cerca il potere e vuole usarlo senza essere controllato.
Il nostro è il Paese europeo in cui i governi e le legislature durano di meno, i cui elettori sono chiamati più spesso a votare, in media una volta ogni tre anni, ma in questo caso abbiamo rischiato di interromperla dopo neanche due anni dal suo inizio: un record dei record. 
Credo che denunciare tutto ciò sia molto importante per tutti. 
Il nostro rischia di diventare l’ultimo Paese in Europa e questo non certo a causa mia, cioè della strega eletta parlamentare, ma per queste crisi continue che servono solo a chi vuole trovare nuovi equilibri di potere, ignorando completamente i contenuti, le proposte, le cose da fare. 
Le formule di Governo cambiano, ma le vostre facce rimangono sempre le stesse. C’è sempre Gava, c’è sempre Mammì, c’è sempre Misasi, c’è sempre Andreotti. 
Siete sempre gli stessi, e la cosa più grave è che anche i problemi sono sempre gli stessi, ma voi fate finta di niente e continuate a chiedere voti, a far cadere i vostri stessi governi e a farli resuscitare. 
Gli anni passano e le vostre facce restano. 
Le facce di chi avrebbe potuto fare e non ha mai dato, di chi è sempre stato sospettato ma non è mai stato condannato, di chi si fa schiaffeggiare con finta tolleranza, di chi ha sempre promesso e non ha mai mantenuto.
A proposito di promesse non mantenute: quando era Presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita promise che mi avrebbe cacciata dal Parlamento. 
È passato qualche mese, lui se ne è andato ed io sono rimasta.

[la Parlamentare parla poi  di violenza sulle donne, di aborto, di Aids, di pari opportunità, di libertà di opinione, d'espressione, della libertà della cultura, del diritto dei detenuti alla sessualità, poi conclude...]

Cari colleghi, abbiamo un nuovo Governo: è un Governo vecchio, vecchio negli uomini, vecchio nei programmi, vecchio nelle parole; è un Governo vecchio, composto dagli stessi uomini che sono colpevoli di avere permesso che le periferie delle nostre grandi, grandi città diventassero simili a villaggi messicani e i nostri mari a insalate di alghe. 
Governi vecchi come questo ne abbiamo avuti tanti che votare la sfiducia a tutti alla lunga è anche faticoso. Cosi, giuro che mi era venuta la tentazione di votargli la fiducia, giusto per regalargli il voto della qui presente di cui tutti quanti avete molta paura. 
Sarebbe un regalo che imbarazzerebbe un po’ tutti i bigotti che ci sono tra voi; sarebbe un brutto regalo sicuramente, però ve lo sareste meritato. 
Poi ci ho ripensato: la fiducia è meglio darla solo al governo ombra di Achille Occhetto, il vostro è solo un’ombra di Governo e nulla merita.

Ma io spero che Andreotti mi smentisca prima della fine della legislatura.

Ilona Helena Staller,  alla Camera, il 29 luglio 1989, durante la X Legislatura

***


"Mi mancavano due mesi di contributi; ai tempi pagai 2 milioni di lire e adesso questo beneficio mi spetta. So che risulta impopolare, ma allora gli italiani dovrebbero cambiare la legge, mica l’ho fatta io. Sarei disposta a versare tutto in beneficenza, ma soltanto se lo faranno anche gli altri. Io me l’ero persino dimenticato. Ma non mi vergogno, non ho derubato nessuno, quei soldi me li sono meritati».




Ho lavorato duro, il mio non è stato il bunga bunga di un giorno, ma un ragionamento, una campagna elettorale intelligente. E faticosa. Giravamo per le piazze io, Moana e Ramba; ho perso molti chili per la fatica. E alla fine ho preso 20 mila preferenze, seconda solo a Pannella. Gli italiani mi hanno voluta. Partivo ogni mattina dalla Cassia con la mia Peugeot 205, mica avevo l’autista, un’ora e mezzo di traffico, spesso rientravo a mezzanotte. Il 60 per cento dell’indennità la davo al partito, mi restavano circa 3 milioni di lire. La metà li passavo ad un avvocato, che scriveva per me le proposte di legge. Ne ho fatte una ventina: affettività dei detenuti, parchi dell’amore, insegnamento del sesso nelle scuole, tasse ecologiche sulle auto, no alle pellicce. Quando feci un discorso contro la violenza sulle donne mi applaudì pure Nilde Iotti."
-Ilona Helena Staller- Oggi-

***

Gent.ma Sig.ra Iotti,

le scrivo dalla pioggia di un pomeriggio di primavera. Uno di quelli ove è bello tenere la finestra aperta e sentire scivolare le auto sull'asfalto bagnato, come uno sfrigolio di pensieri in fuga verso il weekend che sta per arrivare. Purtroppo alla mia finestra non arriva soltanto questo. Ho appena letto che Daniela Santanchè l'ha paragonata a Nicole Minetti. Certo, ha ragione e me ne scuso: lei non conosce nessuna delle due. Dovrei fare qualche passo indietro. Diciamo per entrare in tema, che lei è rimasta a Cicciolina, pardon, all'on. Ilona Staller, che fu eletta alla Camera, con propri voti di preferenza, quando lei ne era presidente. Bene, anzi, male, siamo andati ben oltre. Scusi? Ah, perchè ho specificato con "voti di preferenza"? Ha ragione, cercherò di chiarire anche questo aspetto.

Deve sapere che dopo la sua dipartita sono cambiate molte regole del gioco. I partiti oggi nominano i candidati e al popolo è stato tolto il diritto di espremere il voto di preferenza. Pertanto, succede che qualcuno metta le sue favorite in lista: una contropartita stabilita sotto le lenzuola. Capita quindi che una bella ragazza e basta come Nicole Minetti, venga eletta al consiglio della Regione Lombardia perchè, diciamo sia "sponsorizzata" da Berlusconi, il quale, volendo cercare eufemismi, abbia giovato della sua generosità.

Daniela Santanchè invece è un politico di origine destrorsa. Il suo progetto più ambito è quello di non averla data a Berlusconi. Come cosa? Signora Iotti, mettiamola così. Diciamo che Daniela Santanchè ha deciso, salvo ripensamenti, che non schiuderà mai il cancello del suo giardino segreto a qualunque sortita del presidente del PDL. Come che sto dicendo? E' di questo che oggi parlano i politici: per vedere cosa fanno di notte, basta vedere chi candidano di giorno. La Santanchè l'avrebbe paragonata alla Minetti perchè sostiene che anche lei senza Togliatti non sarebbe mai diventata presidente della camera. Sì, signora, non si arrabbi. Ha ragione, è proprio quello che volevo scrivere.

Purtroppo il nostro modo di pensare influenza le nostre azioni. Così, al tempo di mignottocrazia, capita che esponenti politici come la Daniela Santanchè, ignori che da ragazza lei era per esempio una staffetta partigiana e che ha costruito la sua carriera non nella camera da letto di Botteghe Oscure, ma per le sue capacità di politico. C'è anche un dato cronologico che la Santanchè ignora. Lei è diventata presidente della Camera nel 1979, "appena" quindici anni dopo la morte di Togliatti. Se la sua longevità politica è sopravvisuta alla morte del suo compagno, qualcosa dovrebbe pur dire. Peccato che l'on. Santanchè che ci ritroviamo in questo tempo, creda che le donne che fanno carriera in politica abbiano subito la legge del contrappasso: per la gioia della notte, una noia di giorno a pigiare bottoni. Perchè è così che oggi in molti vedono il fare politica: un continuo appiattimento a pigiare bottoni e intascare privilegi.

La saluto con stima e se per caso dovessero arrivarle delle voci, non ci faccia caso. C'è una parte di italiani, che utilizza spesso e bene la memoria, che spera in un cambiamento che si realizzi sotto la bandiera del merito. Dopo di lei e qualche altra che resiste, aspettiamo una stagione nuova. Ma intanto quì continua a piovere. Di colpo risento nel tramonto lo sfrigolio dei pensieri che si danno alla fuga.
- Carmine Egizio-

***
Povera Patria

Il presidente del Consiglio, al telefono con Gianpaolo Tarantini, racconta il 1° gennaio 2009 la sua serata di Capodanno appena conclusa, dopo essersi scambiato gli auguri con l'imprenditore barese. "Erano in 11 e io me ne sono fatte solo 8 perché non potevo fare di più... Non si può arrivare a tutto. Però stamattina mi sento bene, sono contento della mia capacità di resistenza agli assedi della vita". Questo uno dei passaggi. "Vedi, Gianpaolo, ora al massimo dovremmo averne due a testa. Perché ora voglio che anche tu abbia le tue, se no mi sento sempre in debito. Tu porta per te e io porto le mie. Poi ce le prestiamo. Insomma LA PATONZA DEVE GIRARE!!! 
-Terry De Nicolò di professione escort fiera e convinta intervistata da a «L'ultima parola» su Rai 2, venerdì 18 settembre.-


Lucio Galluzzi

©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter

sabato 3 novembre 2012

SANTIAGO DEL CILE, ITALIA

Un gruppo di facchini in agitazione sindacale da tempo, chiede all'azienda per la quale lavora turni meno massacranti ed una riorganizzazione dell'orario, che così com'è ricorda quello degli schiavi nei campi di cotone.
L'azienda, una multinazionale, non ha orecchie per sentire e i lavoratori entrano in sciopero.
Ma serve a nulla la loro protesta, perché è vanificata dalla direzione locale che chiama altri facchini da diverse sue sedi e fa sostituire i lavoratori in sciopero.
La multinazionale, quindi, in questo modo contravviene penalmente e civilmente, ignorando Leggi Nazionali e Contratto di Lavoro, adottando il più grave dei comportamenti antisindacali.
Così il gruppo di facchini, che oltre al danno si becca pure la beffa, decide di scioperare ma con un presidio, visibile, davanti all'ingresso dell'azienda.
Ed ecco che arriva la polizia che in men che non si dica, manganella, prende a calci, trascina sull'asfalto le persone, insulta e "disperde" i lavoratori in lotta; qualcuno resta anche a terra ferito, ambulanze e ricovero ospedaliero.
Da un'altra parte un centro autogestito da studenti universitari, per contrastare il carovita e dare accoglienza abitativa anche a laureandi stranieri, deve essere sgombrato per ordine del sindaco o di chi per esso.
I ragazzi nella struttura stavano suonando chitarre e cantavano, ed ecco la polizia: manganelli, botte, teste spaccate, cariche, rincorsi uno ad uno gli studenti sono stati trattati come bestie da caccia grossa, in piazza, di fronte a passanti e tra i negozi.
Chi era ospitato nel Centro ha dovuto far bagagli in pochi minuti e andare a vivere in mezzo alla strada.
Due episodi che fanno pensare a Santiago del Cile o a Buenos Aires.
Invece il primo è avvenuto a Piacenza, all'Ikea; il secondo a Torino, in via Verdi, terminato con il sangue degli studenti universitari sul selciato di piazza Castello.
Ora io non so quali siano i requisiti per entrare a far parte della Polizia o di altri corpi usati per la Sicurezza, ma da quanto emerge devono essere praticamente assenti.
Pare proprio che i funzionari in divisa e gli agenti non conoscano minimamente le Leggi della Repubblica Italiana, la nostra Costituzione, il Codice Penale.
Sembra che non ne sappiano nulla di Diritti Umani e Civili, se fanno di tutto, come stanno facendo da oltre due decenni, per finire sui Rapporti Internazionali di Amnesty International, Human Rights Watch e ACNUR/UNCHR.
Anzi, più passa il tempo, più il comportamento delle Forze dell'Ordine peggiora e quelli che chiamano "interventi ordinari per la Sicurezza" sono esclusivamente azioni di bieca repressione da Leggi Speciali,  dettata da nessun bisogno dell'uso della violenza, perché i manganellati/picchiati il più delle volte sono inermi.
In un'altra manifestazione a Torino la Polizia è stata fatta oggetto di lanci di ortaggi e slogan; anche in questo caso ha caricato, picchiato e disperso.
Eppure non esiste alcuna norma che autorizzi gli agenti a reagire con la violenza repressiva contro le verdure e le grida di chi manifesta.
Un funzionario della Questura torinese, intervistato da una giornalista sul fatto specifico, informa che: "quando la Polizia si trova di fronte ad un muro di oggetti lanciati contro, deve intervenire..."
Di nuovo c'è da chiedersi che tipo di selezioni affrontino certi tizi.
Soprattutto se vengono selezionati.
Perché è squallido, oltre che gravissimo, vedere ogni giorno, agenti in divisa e in borghese che picchiano e assaltano disperati lavoratori che rivendicano i propri diritti, studenti contro questo Stato di cose malsane e vergognose.
Queste Forze dell'Ordine sono le stesse del G8 di Genova, 11 anni fa.
Sono le medesime che hanno fatto dichiarare alla Corte di Cassazione in sentenza definitiva: "chi ha gestito la sicurezza al G8 di Genova, si è macchiato di reati gravissimi contro la persona; nel nostro ordinamento non esiste il reato di tortura seppur richiesto più e più volte all'Italia dalla Corte Suprema Europea, quindi gli autori non possono essere perseguiti, non lo si può neppure fare per gravissime lesioni personali, perché il reato è prescritto; si può affermare che i comportamenti degli agenti e funzionari hanno fortemente danneggiato l'immagine internazionale della nostra Nazione..."
La Corte di Cassazione, quindi, lamenta la vergogna dell'impunibilità assoluta di chi compie reati contro la persona e veste divisa e/o gradi.
Non solo restano impuniti, ma il più delle volte, gli stessi funzionari che "hanno danneggiato l'immagine e la credibilità democratica dell'Italia" vengo promossi a ruoli superiori dai Ministri dei governi che si succedono, uno identico all'altro.
Lo è stato per Manganelli come per De Gennaro.
Restano lì ai loro posti, ai ministeri e ai Servizi, con stipendi da nababbi, alla faccia nostra e di tutti i cittadini menati e repressi illegalmente.
Non è cambiato nulla dal 1960 di Tambroni che faceva sparare sull'Italia, dagli anni '60 di Scelba o dal 1977 di Cossiga: Giorgiana Masi come Carlo Giuliani.
Anzi, la situazione è peggiorata.
La certezza d'essere tutelati dall'impunibilità assoluta stabilita per Leggi, scritte ad hoc e firmate senza battere ciglio da questo Presidente della Repubblica, ha di fatto diviso in due l'Italia; da una parte i pochi strafottenti nemici assoluti del popolo che si permettono qualsiasi schifo e dall'altra i cittadini comuni, tutti noi, che devono tacere e subire, pagare i loro stipendi e annessi, altrimenti sono botte, e se ti va male c'è la galera, se ti va peggio anche il TSO e fai la fine di Mastrogiovanni.
Non serve chiedere "scusa" come più volte ha fatto Manganelli, se poi alle scuse non seguono atti concreti: dimissioni e riforma radicale delle Forze dell'Ordine.
In conclusione c'è ancora un'ultima amarissima considerazione: ma tutti i politici garantisti, i Costituzionalisti così elegantemente libertati e di sinistra, i giornalisti d'assalto, gli editorialisti coraggiosi, gli scrittori antimafia con le scorte, i pochi sparuti "intellettuali" contro... come mai non alzano una sola voce per denunciare questa Polizia, il Ministero degli Interni e questi Governi fantoccio?
Domanda retorica.




Lucio Galluzzi

©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter



venerdì 26 ottobre 2012

LA VERGOGNA

La vergogna è un metro di misura che distingue e discrimina l'umano dal disumano.
I normali appartenenti alla nostra razza, fin da cuccioli, quando fanno qualcosa di sbagliato e vengono scoperti, se ne vergognano.
Se un bimbo è incline alla menzogna, furto, mitomania, prevaricazione, violenza verbale e l'atto educativo, famigliare e scolastico, non modificano in positivo, durante l'evoluzione del percorso di apprendimenti, i disturbi comportamentali e/o relazionali del minore, allora occorre obbligatoriamente chiedere l'aiuto coadiuvante di psicologi, neuropsichiatri infantili, insegnanti di sostegno... affinché con il team docente e la famiglia si attivi un progetto comune, mirato ad aiutare il cambiamento del "disturbato".
Un bambino che compie atti negativi e dannosi per gli altri bimbi e non se ne vergogna, anzi ne va fiero, soffre di qualcosa di ben preciso: o lo si aiuta in tempo o peggiorerà sempre di più, fino al bullismo.
Il bambino scolarizzato che dimostra non rispetto per la figura adulta dell'insegnante, negandone addirittura l'utilità, relazionandosi con lui come fosse un nemico da abbattere, ha assoluto bisogno di essere aiutato per sciogliere il nodo affettivo che si porta dentro.
Vergognarsi dei propri atti negativi è terapeutico, è prendere coscienza dei limiti da non travalicare, comprendere attraverso il sentimento del pudore, di volta in volta, che crescere bene implica responsabilità verso gli altri, anche se sei piccolo.
A leggere dell'infanzia di Hitler e del suo percorso adolescenziale, di come e quanti comportamenti gravi e malati esibisse, di quali disturbi si vantasse con gli amichetti, come usasse la violenza cinica sul compagno debole... ben si comprende il perché poi sia diventato quel mostro che tutti conosciamo.
Un uomo piccolo, in tutti i sensi, che non voleva invecchiare, usava ceroni e belletti, inchiostri e trucchi pesanti per apparire sempre giovane e "bello"; misogino all'estremo, di lui dovevano dire che le donne, tutte, le possedesse con grande forza virile, quando la realtà era ben altro squallore.
Non lo potevano contestare, chi se lo permetteva finiva male, se era fortunato perdeva l'incarico, altrimenti: la vita.
Per non essere esposto al "pericolo" della vergogna, Hitler si circondava solo di imbecilli, avanzi di galera, falliti e disturbati mentali, cercandoli, e facendoli cercare, con ossessione: chi intorno a lui dimostrava intelligenza e spirito critico veniva immediatamente epurato.
Gli uomini "piccoli" non si vergognano, mai.
I tratti evolutivi di altri uomini "piccoli" senza pudore alcuno, si ritrovano, identici, nelle biografie di tutti i dittatori, passati e presenti.
Non è normalità che un vecchio ultrasettantenne si presenti in video alla Nazione che ha distrutto per quasi vent'anni, imbellettato e liftato, tirato chirurgicamente in viso tanto da non poter quasi neppure parlare, mascherato da donna con una parrucca di stracci coibentati; oltre al ridicolo totale, c'è malattia sempre più conclamata e grave.
Non è normalità che lo stesso tristissimo pagliaccio si esprima con disturbi della lingua, biascicando le parole, scambiandone una per l'altra,, con enfasi che ricorda un ubriaco o un fatto di chissà cosa.
E non se ne vergogna.
Non è normale che un vecchio nonno si diverta con decine di prostitute a sera, qualcuna pure minorenne, facendole travestire da suore, infermiere, calciatori o giudici... che se le faccia portare a casa, in una sede istituzionale, da un fallito, in bancarotta fraudolenta, dedito alla più bassa mercificazione dei corpi, anche maschili; che le faccia "testare" da un altro "piccolo", biscazziere, maggiordomo servente, ricattatore e ladro.
Non è normale che l'uomo "piccolo" proietti, negandoli, tutti i suoi gravi sintomi e disturbi psichiatrici sugli altri, tutti gli altri che non sono come lui e chiunque provi a fermarlo o aiutarlo, finisca nel fango mediatico, nel dossieraggio, nell'insulto pubblico più bieco.
Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che i Giudici, in sentenza, lo classifichino come "delinquente naturale" o "abituale", e tutte le volte, lui e il suo codazzo di imbecilli cicisbei debbano sentirsi in obbligo di commentare dispositivi giudiziari insultando magistrati, PM, Tribunali della Repubblica.
Il "delinquente naturale" legittimando istituzionalmente la sua inclinazione a fottersene delle Leggi dello Stato, che pure rappresentava, ha di fatto autorizzato una marea di ladroni, inciucioni, truffatori, mafiosi, papponi, derelitte arrampicatrici sessuali, a fare esattamente come lui; perché se il primo a farlo è il Capo, allora i sottoposti fanno altrettanto, se non peggio.
Non è normale allora che su 120 deputati suoi, oltre 60 siano inquisiti, condannati, indagati, sentenziati e pochissimi, due o tre, abbiano assaggiato le patrie galere.
Si perde troppo tempo utile a raccontare di tutti i processi, passati e in atto, che l'imbellettato annovera nella sua triste esistenza [chi volesse li può trovare qui: http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/berlusconi-governo-processi-condanne-assoluzioni-362002/], e non è normale che non se ne vergogni.
Non è normale un Presidente della Repubblica come quello attuale e neppure il Governo, finto, che il Capo dello Stato ha imposto al popolo non più sovrano.
Nessuno se ne vergogna.
Anzi, appaiono tutti, uno dopo l'altro, a cercare ancora di imbonire la "massa stolta".
Se questo è "uno stato barbaro, invivibile, come sta tuonando nuovamente il quasi morto, allora nessuno lo trattiene in questo Paese; lui e la sua corte di miracolati, ora nella polvere, possono tranquillamente togliersi dai coglioni, espatriare e occupare una delle tante residenze estere che possiede/ono.
Credo che dopo vent'anni di schifo politico e istituzionale l'Italia meriti davvero di voltare pagina, e in fretta.
Se poi i "piccoli uomini" non ce la fanno a lasciare il Paese che "tanto hanno amato e amano", sentendosi però perseguitati, complottati, rovinati, infangati, barbarizzati, possono sempre, però,  spararsi un colpo in bocca.

Lucio Galluzzi

©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter



venerdì 12 ottobre 2012

BAMBINI & GESTAPO

Lettera aperta a capi, orchi e orchesse
e p.c. 
alle streghe e mangiafuoco

Non è interessate quello che hanno da dire, ora, gli esecutori, i mandanti, i sottosegretari, il capo della Polizia, genitori, Fini o Schifani, la Cancellieri e l'Anticrimine di Padova, presidi, insegnanti e personale scolastico di quella scuola in provincia della città del santo.
Non lo è, nella maniera più assoluta.
Spero che il tizio che impersona, a sua insaputa, il Presidente della Repubblica, non esterni, taccia almeno questa volta.
Le immagini terribili e le urla del bambino, portato via da agenti di polizia, come un trofeo di caccia grossa, trascinato, sbattuto su una macchina, usato come ostaggio nell'odio genitoriale, impongono solo la vergogna totale di tutti gli adulti che hanno a che fare, direttamente e indirettamente, con la vicenda.
E' un pugno allo stomaco quello che si vede e si sente in quel video, fa rabbrividire, strappa l'anima.
Ci sono atti gravissimi che orchi e orchesse portano in essere, scientemente, fottendosene di quello che il bimbo grida a tutti loro.
Chiede aiuto, dice che non riesce a respirare, chiama il nonno, la zia, impreca contro i suoi sequestratori, si dimena, tira calci e morde, molla testate a quelle persone in divisa, che lo dovrebbero difendere, proprio perché hanno una divisa e invece lo stanno sbattendo su un'automobile per portarlo via da tutto.
Loro, i grandi con i distintivi, dicono cose inqualificabili, la frase più triste alla zia: "io sono un funzionario di polizia, lei è nessuno!"
Poi al telefono un certo Eduardo Suozzo, dirigente della Questura di Padova, aggrava ancora di più la posizione di questa Gestapo: "Voi giornalisti avete in mano un video che non è il nostro. Il nostro lo consegneremo domani agli inquirenti. Nessuno ha trascinato via il bambino. Lo dite voi, non il nostro video. Noi siamo arrivati a scuola e abbiamo consigliato al padre di avvicinarsi al bambino, abbracciarlo e poi portarlo via, ma il minore ha cominciato a reagire con veemenza, imprecando, dando calci, testate, urlando... ripeto... con veemenza, per questo siamo dovuti intervenire, abbiamo un'ordinanza in mano che toglie la patria potestà alla madre... l'abbiamo fatta rispettare."
Ma dove li prendete certi ignoranti?
Questo fa il dirigente di una questura e non sa che il termine "patria potestà" non esiste più, è stato sostituito per legge, da tempo, da "genitorialità".
Ma non basta: loro sono dovuti intervenire perché un bambino di dieci anni si rifiutava di accettare il tradimento di un abbraccio del padre, trasformato in morsa da rapimento [squallida "mossa" consigliata proprio dagli agenti]?
Come dire: tanto i bambini sono scemi, non capiscono, noi siamo i grandi, facciamo quello che vogliamo di loro e con loro e se i piccoli si ribellano sono botte e cancellazione del loro esistere in vita come cittadini.
Non basta ancora: tutti i compagni di classe del bambino sequestrato, hanno visto le quattro persone in divisa che trascinavano via il loro compagno, tra le grida, i pianti, la disperazione e la sconfitta.
Nessuno li ha fatti scendere, quei suoi compagni, non si sono aperte le porte della scuola per soccorrere quella preda che impazziva di dolore, non sono usciti insegnati e preside, personale scolastico, non sono intervenuti altri genitori che erano lì, a sottrarre il piccolo dalla furia degli orchi e orchesse, portarlo al sicuro, tranquillizzarlo.
Sarebbe interessante sapere se quelle stesse porte le hanno aperte prima, per fare entrare lor signori.
La sconfitta non è di quel piccolo figlio di tutti noi.
Siamo solo noi i perdenti.
Perché quelle immagini non hanno solo fatto il giro di tutte le testate giornalistiche italiane, stanno sui circuiti internazionali, e l'Italia, grazie sempre agli uomini in divisa, continua a fare la figura che merita: un Paese con le libertà sospese, dove le forze dell'ordine sono libere di fare quello che vogliono, perché tanto resteranno per sempre impunite, non perderanno il lavoro e continueranno scelleratamente a reiterare.
Un'Italia dove gli italiani accettano tutto, qualsiasi cosa, anche la più grave e non muovono un solo dito per dire "noi non ci stiamo".
E se viene permesso che un bambino sia trattato in questo modo, senza che quegli agenti siano "presi" di peso dalla folla e mandati al paese dove meritano, allora la frutta marcia dove pensavamo di essere arrivati è putrefazione.
Pochi giorni fa, a Roma, al corteo degli studenti contro i tagli alla scuola pubblica, un altro ragazzino, un 15enne del "Virgilio", è stato preso nello stesso modo da funzionari di polizia, dalle caviglie e polsi e trascinato via con violenza, come un cervo morto sparato a pallettoni dopo la battuta di caccia.
E Manganelli che fa?
Si scusa, come aveva fatto per i massacri alla Diaz, per i pestaggi di cittadini inermi scambiati per Black Bloc solo perché vicini ad uno stadio durante una partita serale, per i calci e i pugni ad un torinese che aveva la terribile colpa d'essere un po' brillo, forse.
Si scusano per Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandri, Carlo Giuliani...
Si battono il petto, ridicoli!, e reiterano, peggiorandosi.
L'immagine concreta di queste forze dell'ordine è devastante e degna di un paese dittatoriale.
Trattare in quel modo, con quella strafottenza, abuso di potere, un bambino, riporta alla mente altre immagini, dolorosamente tristi e disumane, che si sperava fossero documentate solo in Schindler's List e appartenenti ad un passato storico bieco e nero come le camicie brune di quelli che lo agitavano.
Invece no.
Niente scuse, finti pentimenti e maschere di dolore, niente perdono per queste streghe cannibali.
Le "forze dell'ordine" italiane hanno bisogno di pulirsi, radicalmente: non sono più da anni al servizio del cittadino, non lo difendono, anzi.
Gli uomini in divisa hanno urgentemente bisogno di studiare, formarsi, aggiornarsi; è inaccettabile che si offra un lavoro delicatissimo a gente priva di coscienza civile e umana.
Non è più tollerabile che: "gli agenti, i dirigenti polizia, con il loro comportamento di violenze inaudite al G8 di Genova, hanno discreditato l'immagine dell'Italia a livello internazionale, danneggiandone gravemente l'onorabilità; nei nostri Codici non esiste, purtroppo, il reato di tortura, seppure la Corte Europea ne ha sollecitato più volte la sua introduzione. I responsabili degli atti gravissimi alla Diaz non possono essere perseguiti neppure per gravi lesioni personali perché i reati che hanno commesso sono prescritti; resta la constatazione di questo Collegio, amara, che uomini al servizio dello Stato abbiano reso allo stesso Stato, cioè ai cittadini e ai giudici, false testimonianze, depistaggi nelle indagini, abusi di potere e inosservanza delle più elementari norme sulle libertà personali e diritti umani..." [Corte di Cassazione, Sentenza sui fatti G8 di Genova, Torture alla Diaz].
Nessuno dei responsabili ha pagato, sono tutti al loro posto, qualcuno anche promosso a ruolo superiore di sottosegretario.
Come nessuno pagherà per per l'azione della Gestapo di Stato al bambino di padova.
Come da sempre.
Tutti intoccabili, impuniti, protetti dalla Legge che hanno fatto, i loro veri capi,  per permettergli di delinquere in nome di quella stessa Legge.
Orchi e orchesse sanno perfettamente che non saranno licenziati in tronco per quello che fanno perché: "io sono un funzionario di polizia e lei è nessuno".

Lucio Galluzzi

©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter
















venerdì 28 settembre 2012

AI CONFINI DELLA PIETA'

CIRCO E ASTANTI
Renato Farina scrive gravi diffamazioni contro un cittadino italiano, il suo articolo viene pubblicato dal Giornale, direttore responsabile Alessandro Sallusti.
Il pezzo non è firmato, Farina non può farlo più, è stato radiato a vita dell'Ordine dei Giornalisti, su richiesta della Procura della Repubblica, giudicato "indegno" di rappresentare la professione per "grave colpa deontologica e comportamento che ha infangato l'onorabilità dei giornalisti".
In pratica, Renato Farina, era iscritto al libro paga della CIA e dei Servizi Segreti Deviati come "spia", e per una manciata di euro, usando i canali riservati ai giornalisti, ha fornito informazioni sensibili che hanno portato alla cattura su territorio italiano del mullah Abu Omar da parte degli USA.
13 agenti segreti CIA, apparentemente sul suolo italiano in incognita e senza informare le Istituzioni competenti nazionali in materia di Diritto Internazionale, hanno "prelevato" il religioso trasferendolo in Egitto, dove è stato segregato per mesi, subendo torture pesantissime tanto a renderlo invalido.
Proprio a causa di questa azione ignobile e illegale, Renato Farina, "Betulla" il suo nome in codice, e agenti italiani dei Servizi deviati o in copertura, sono finiti sotto processo; gli agenti CIA che materialmente hanno rapito Abu Omar, non sono mai potuti essere sottoposti a procedimento giudiziario perché gli USA si sono sempre rifiutati di collaborare con i giudici italiani.
Betulla patteggia la pena e contemporaneamente, accertata la sua responsabilità, sospeso a vita dall'Ordine e dichiarato per l'appunto "indegno".
Non può più firmare articoli, neppure prendere parte a qualsiasi attività editoriale.
Alessandro Sallusti, Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro [come tutto il resto della stampa italiana] lo sapevano benissimo; eppure lo "ospitavano" regolarmente sulle proprie pagine, assumendosene responsabilità civile e penale, dome direttori responsabili, di quello che accettavano dal Betulla.
Siccome il loro padrone "è meglio della Caritas", aiutava e aiuta economicamente ragazzine "in difficoltà economiche", anche loro seguivano l'esempio e "procuravano" la ciotolina di croccantini e acqua fresca per l'indegno di turno.
Non basta ancora; Renato Farina, fallito a livello giornalistico e con il curriculum vergognoso che si ritrova, viene "aiutato a risollevarsi" dalla merda direttamente dal Filantropo d'Arcore; nel più completo silenzio/assenso di tutto il Parlamento, il Betulla viene nominato "Consigliere di Fiducia" del Ministro dell'Istruzione e Ricerca [Gelmini] insieme a Giorgio Clelio Stracquadanio: due figuri che certamente di pedagogie, psicologia dell'età evolutiva, programmi didattici, Scuola Pubblica e libertà di pensiero sono paladini: difatti l'Istruzione in Italia è stata distrutta e ridotta in maceria.
Una spia e un promotore della prostituzione del proprio corpo per fini di carriera politica, messi in posizione di prestigio in un dicastero nevralgico, ad imboccare all'asina Gelmini gli ordini di taglio e vessazione contro gli insegnanti di Giulio Tremonti, Renato Brunetta e Maurizio Sacconi.
Quando è successo, perché è successo, che i due stinchi di santi rilasciassero i loro deliri alla "Zanzara", rivelando il cialtronismo come loro vera professione, venendo attaccati poi nelle ore successive da qualche mente ancora pensante italiana, la Gelmini era subito pronta a difenderli, da buona soldatina in attesa del rancio quotidiano.
"Ho pienissima fiducia nei miei due consiglieri che reputo persone di squisita finezza intellettuale e onestà morale", gracchiava la poveretta; e tutti a stare zitti, indistintamente, a votare inciuciando per evitare che Balluscone cadesse.
Anche Napolitano: zitto e mosca a firmare con amore la qualsiasi merda gli venisse sottoposta.

Mai una volta che qualcuno abbia alzato la voce, tranne Travaglio e il sottoscritto, per dire senza giri di parole che razza di falliti, ignoranti, impresentabili ci fossero ai ministeri, chiedendone la cacciata.
D'altronde se a Bossi, Calderoli, Maroni, La Russa, Frattini, Brambilla, Santanché, Prestigiacomo, Polverini, Formigoni, Alemanno, Moratti, Zaia, Gasparri, Cicchitto, Cota, Brunetta, Sacconi... [e chi più ne ha ne metta o riassuma tutto in un solo nome: Balluscone] è stato permesso di governare l'Italia [e la governano ancora!]... perché scandalizzarsi e denunciare Betulla e Stracquadanio all'Istruzione?
Non conveniva e non conviene.
Il PD, quando si trovava alle strette nei voti di fiducia che potevano far cadere la peste, non era in aula o per assenze giustificate dei deputati o perché se ne erano usciti.
Così si è guadagnato quello che è dovuto ai servi: presidenze di commissioni, poltrone al Copasir [D'Alema],  qualche posto in Regione, una mano lava l'altra
Ora sono al Governo con Mario Monti, uniti a Casini e a Balluscone, fino a quando il vero Governo, Balluscone lo vorrà, perché appena ci sarà l'odore di elezioni, il mostro e i suoi compagni di merende, saranno si nuovo tutti pronti a rimettere il culo sui posti che avevano, Monti e PD compresi con qualche 5 Stelle di contorno comico.
Tant'è che come sono sono abituati, tutti solidarizzano con Alessandro Sallusti, trasversalmente: "Siamo tutti Sallusti!" dicono, scandalizzati dalla possibile quanto improbabile galera per 14 mesi che il Nosfigatu s'è beccato; difatti lui ha iniziato il percorso del martirio, che ricalca in copia carbone l'attentato a Maurizio Belpietro.
Ora che si è saputo che l'autore dell'articolo che ha fatto condannare il Vampiro è Renato Farina, tutti saranno pronti a gridare, stracciandosi le vesti, "Siamo tutti Betulla!"?
Anche Napolitano che "sta vigilando sulla vicenda con molta attenzione e apprensione"?
Allora solidarizzino anche con Claudio Brachino, Mario Giordano, Paolo Liguori, Barbara d'Urso, Paolo del Debbio, Federica Panicucci, Maurizio Costanzo, Roberto Gervaso...
Tanto questa è l'Italia del Circo e dei pagliacci, il pubblico sempre felicissimo del divertimento che li voterà di nuovo tutti.
Se anche siamo giunti al confine della pietà, poco importa, Napolitano con uno dei suoi soliti moniti all'ottimismo, benedirà insieme al Papa il Monti Bis e saranno indette elezioni per la selezione dei concorrenti del nuovo Grande Fratello.
Coesione nazionale.

N.B.: l'Autore non solidarizza con Sallusti, neppure con altri e non è per nulla coeso.


Lucio Galluzzi

©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter







venerdì 7 settembre 2012

VIA, A CALCI IN CULO


Canta il Battiato, mediando citazioni: "l'evoluzione sociale non serve al popolo, se non è preceduta da una evoluzione di pensiero."
Continuando poi quanto già aveva dichiarato Carmelo Bene, riafferma la povertà totale italiana in fatto di promozione d'Arte e Cultura, dice: "la politica non si deve interessare dell'Arte, deve dare i soldi e poi se ne occupino gli altri... noi siamo i più arretrati... Berlino ha nove orchestre sinfoniche, è una città, ditemi voi quante orchestre sinfoniche ci sono in tutta Italia e poi facciamo i conti..."
E' vero la Cultura nel nostro Paese è stata completamente abbandonata, stuprata giorno dopo giorno, sostituita con quasi vent'anni di interessi privatissimi dei politici in tutti i possibili ambiti della Conoscenza, Spettacolo e Istruzione.
Nessuno Stato civile al Mondo, soprattutto in Europa, ha tagliato fondi alla Scuola Pubblica e al Patrimonio Artistico durante questa "crisi" globale: l'Italia sì.
Eppure siamo tra le Nazioni più ricche in fatto di Cultura, sia per tradizioni storiche, testimonianze archeologiche, musei, enti lirici, teatri, sperimentazioni, danza, figurativa.
Eravamo anche lo Stato con la Scuola Primaria migliore al mondo.
Venivano a studiare il nostro sistema scolastico dal Giappone, Svezia, USA... le scuole elementari di Reggio Emilia, Bologna, Parma,  premiate a livello internazionale insieme a tutte le altre eccellenze dell'Istruzione italiana.
Poi sono arrivate le escort, che chissà perché bisogna chiamarle così e non puttane, e con loro tutto l'esercito dei miracolati, risollevati dalla polvere di fallimenti e anonimato, rinvigoriti sessualmente da ruffiani e papponi, coca e festini, mafia, tangenti e soprattutto massoneria e idiozia fascista della più becera specie.
Sono arrivati questi criminali patentati contro ogni libertà e hanno iniziato il saccheggio, con ogni mezzo.
Incompetenti, ignoranti, macchiette squallide da comparsa comandata, sono stati messi a ministeri, commissioni, sotto commissioni.
Tutti hanno avuto la loro ciotola di frattaglie e un po' d'acqua fresca, compresa la maledetta 'opposizione', il PD, che altro non è se non la garanzia senza scadenza alla continuità di questo Sistema mortuario e assassino.
Ci ricordiamo tutti di quella poveretta della Gelmini, cacciata per "incompetenza manifesta" dal suo precedente 'incarico politico locale', va a dare l'esame di Stato a Reggio Calabria perché a Brescia "mi avrebbero sicuramente bocciata", così la mettono a fare la ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca.
Siccome non bastava il disastro vergognoso della sua nomina ad un dicastero strategico per il prestigio della Nazione, i papponi e puttanieri le affiancano come Consiglieri di Fiducia due personaggi come Renato Farina   e Giorgio Clelio Stracquadanio.
Due tizi che con la la Scuola e l'Istruzione c'entrano come Nicole Minetti e Sara Tommasi alla Vergine Maria.
Renato Farina, "Betulla" nome in codice da spia della CIA, è stato radiato a vita dall'Ordine dei Giornalisti per aver fornito informazioni ai Servizi Segreti USA per portare a termine il rapimento dell'imam Abu Omar: grave tradimento della deontologia professionale e processato per il suo reato.
Su Stracquadanio è superfluo ogni commento, un tizio che invita ad offrire il proprio corpo se si è belli, per entrare in politica e fare carriera e "se guadagni 500 euro al mese sei uno sfigato" non merita neppure una virgola in più.
Questi due figuri erano coloro che 'consigliavano' la Gelmini su cosa fosse opportuno fare per distruggere meglio la scuola pubblica, esecutori fedeli degli ordini dell'Illuminato Tremonti: la MariaStella ha sempre difeso a spada tratta i due cialtroni, tanto non sapeva e non sa quello che dice.
Ai Beni Culturali c'era un 'poeta' giullare di Corte, quello che ha scritto i versi d'amore a Cicchitto recitandoli da Vespa, quel Bondi, talmente pacioso e trasparente da essere stato abbandonato e denunciato dalla moglie per percosse e violenze, condito a suon di Sgarbi e altri camerieri devoti.
Brunetta alla Funzione Pubblica e Sacconi al Lavoro: due sfigati veri, loro sì, dediti all'insulto e alle minacce intimidatorie.
Così capitava che gli insegnanti di Scuola Pubblica venissero chiamati "fannulloni", "sindacalizzati da licenziare", "mangiapane a tradimento" e gli studenti che protestavano diventavano "delinquenti abituali", "merda rossa", "terroristi da arrestare"...
Taglio dopo taglio intanto crollava Pompei, chiudevano Musei e Pinacoteche, Biblioteche Filosofiche, Enti Lirici e di Danza: Carla Fracci arrivava a scagliarsi pubblicamente contro il neonazista Alemanno, perché come sindaco di Roma non l'aveva mai ricevuta per ascoltare, da lei, Patrimonio di Tutta l'Umanità, quale disastro la corte dei miracolati stava perpetrando sulla Cultura della Nazione.
Carla Fracci che deve rapportarsi con Alemanno?
E' successo anche questo, purtroppo.
E' stata la scena più dolorosa alla quale è stata esposta l'Arte italiana.
Di contro, fuori, per strada e nelle piazze, tutti zitti, tutto vuoto, tutti con la testa chinata, al lavoro, con i sindacati a far finta di nulla e a convincere sempre di più il Paese che lo Sciopero Generale è  reato contro la Maestà Sovrana.
Taglio dopo taglio l'Istruzione italiana è diventata maceria, le nostre Scuole non sono più eccellenza mondiale, dicono.
Pure i libri di testo adottati, e solo quelli che il Ministro autorizza, sono stati "epurati" delle parti scomode, parti di Storia Contemporanea e Moderna 'cassate' perché non 'interessanti'; materie come Storia dell'Arte e Geografia in via di dismissione perché 'poco organiche' alla programmazione didattica, non servono in pratica.
L'atto più grave e da reato costituzionale della politica contro la Scuola Pubblica e la Cultura, l'ha compiuto la soubrette Gabriella Carlucci, diventata deputata per meriti come Iva Zanicchi; in un disegno di Legge da lei proposto [traduzione: qualcuno gliel'ha passato e le ha ordinato di presentarlo], si dice che: "i libri di testo, soprattutto quelli di Storia, che contengono critiche al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, non possono essere adottati dai docenti...".
E' questo lo Stato della Scuola Pubblica, Istruzione, Cultura e Arte in Italia.
La colpa non è loro, è solo nostra.
Esclusivamente nostra.
Mandarli via, ma calci in culo, uno dopo l'altro, riprendendoci dignità e tutto quello che ci rubavano.
Ora, questa 'meraviglia' di efficientismo professorale del Governo Monti ha mai una sola volta speso una parola a favore della Cultura?
Ha messo urgentemente in cantiere uno straccio di legge, anche piccola, per cominciare a porre rimedio al crimine contro la Conoscenza?
No, non può farlo, altrimenti la Corte dei Miracolati, che lo ricatta, si rivolterebbe, purtroppo per noi non nella tomba, e lo farebbero 'cadere'.
Meglio occuparsi di telefonate tra compagni di merende, crocifissi nelle aule, alleanze della provvidenza vaticana, assassinare di tasse, ammazzare indirettamente disoccupati e precari, negando, sempre di più, la sovranità del popolo.
Mandarli via, ma a calci in culo, uno dopo l'altro, sindacati compresi.
Non c'è altra soluzione.

Lucio Galluzzi

©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter