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sabato 21 marzo 2015

LUPI, PUPI, PUPAZZI E TORCICOLLO

 

Tutti contenti quelli dell'italietta per le dimissioni di un ministro.
Ieri i boccaloni-vota-la-mmerda-sempre-e-comunque hanno avuto il contentino, con tanto di diretta.
Lupi non è più ministro.
Dopo un discorso in un Aula quasi deserta; ha parlato/letto con diligenza poco più di 19 minuti e realizzato 42 strafalcioni linguistici.
Il più esilarante è stato il lapsus da gran fedele di Don Giussani e dell'Opus Dei: invece di dire "corruzione" ha letto "comunione".
Comunella & Liberatutti ce l'ha profonda nel sangue lui. Come Formigoni.
Ha lasciato "a testa alta", tanto lo sa benissimo che lo ritroveremo, con un nuovo imene,  sistemato su altre poltrone.
Un sottosegretariato, una presidenza di Commissione, un nuovo incarico in qualche altra fottutissima e inutile delegazione istituzionale non la negano mai ad alcuno.
Vedrai che tra un po' di tempo Maurizio rispunterà, sistemato ad hoc, messo lì a fare le stesse cose che ha fatto da 20 anni a questa parte: nulla.
Ce lo cuccheremo in qualche Consigliarato di Dicastero, come uomo di fiducia dei soliti noti, a legger di nuovo discorsi vuoti, senza capo e coda, un po' come l'altro immarcescibile Maurizio, insipido prezzemolo fasullo d'ogni minestra riscaldata ad uso e consumo dell'elettore italiano.
Ha ragione Lupi: "non ho bisogno di garantismo perché non ho alcun avviso di garanzia", che tradotto diventa: "i miei amici di partito, Alfano segretario,  il PD che qui mi ha messo e il Parlamento quasi tutto mi hanno abbandonato, non una parola in mia difesa, chiedono in silenzio la mia testa e io gliela offro..."
Ma lui sa, perfettamente, che se pure fosse stato indagato e sotto processo... non avrebbe rischiato nulla e nulla rischia.
Formigoni docet.
A testa alta.
Invece avrebbe dovuto abbassarla quella testa. Avere almeno l'umiltà di ammettere di non capirci una emerita minchia di quello che ha avuto intorno, di non rendersene conto.
"Intercettazioni decontestualizzate", "Perotti, un amico di famiglia da 40 anni", "Cavallo è un altro mio caro amico"; e Perotti, dal gabbio, gli professa lealtà: "Luca e mio figlio Philippe sono amici".
Signor ex ministro: perché i suoi amici e quelli di suo figlio erano al Ministero? Che compiti avevano? E Perotti sempre direttore dei Grandi Lavori? Perché Cavallo era referente obbligato?
Se ne va a testa alta perché non capisce l'irregolarita etica, così fan tutti da quelle parti in Parlamento: gli amici al Ministero sono ormai normalità acquisita e regola malata applicata da lor signori come sanità politica.r
E' tutto "conforme alla norma di Casta": vestiti satoriali da 7.000 euro e orologi must cafonal di lusso regalati, biglietti aerei offerti alle consorti, fine settimana passati insieme a quegli amici.
E' "conforme alla norma di Casta" che il Ministro chiami al telefono il Signore degli Appalti e gli chieda di vedere suo figlio, sì "ma solo per dei suggerimenti" sia chiaro.
Poi quel Signore degli Appalti chiama Perotti per trovare un lavoro a quel figlio e il Lupi deve per forza dire "quella telefonata non mi può essere addebitata".
Intanto erano i suoi amici che si chiamavano tra loro.
Non è che per caso lei avrebbe voluto far pagare quelle conversazioni al contribuente mettendole in conto al suo Dicastero come spese di rappresentanza?
Ah, già, lei non capisce già le cose anormali, figurati le battute!
Poi lei ammette con candore tutto Fomigoniano : "i Perotti conoscono mio figlio da quando era piccolo", "con i Perotti festeggiamo sempre Sant'Ambrogio".
Bravo, bene, bis: applauso!
Neppure l'applauso, l'Aula era vuota, come ha potuto constatare, di lei se ne sono strafottuti tutti.
Che tristezza.
Da una parte, quella del Governo c'era lei che si autoraccontava e si dava da solo le pacche sulle spalle, facendo i complimenti a se stesso e a suoi figlio 110 e lode, dall'altra i grillini che la insultavano senza alcuna misura e le pacche gliele davano sulle palle.
Che bell'Italia la vostra.
Su una cosa però le devo dar ragione.
Poche ore prima lei diceva: "non ho commesso nulla perché dovrei dimettermi?"
Sono in parecchi che dicono la stessa identica cosa nelle sue zone depresse: i sottosegretari di Renzi indagati ai quali nessuno fino ad ora ha chiesto la testa, quelli del suo partito che se ne stanno ancora lì con i glutei incollati ai posti assegnati dal ragazzotto confindustriale fiorentino, i Berlusconi che ne hanno fatte di cotte e di crude ma "il fatto non sussiste", certi di Forza Italia & Silvio Re insieme ai Legaioli del magna-magna Ladroni a Casa Nostra, alcuni pure condannati che per l'appunto "perché dovrei dimettermi?"
"Perché dovrei dimettermi?" lo dicono pure quei tizi nazifascisti contro i quali nessuna Procura della Repubblica apre fascicoli e se ne stanno anche al Parlamento Europeo, per finta s'intende, visto che, impegnati a predicar odio qui da noi, ai lavori dell'Assemblea ni vanno mai.
Hanno preteso solo la sua di testa.
Stia sereno signor Lupi e pensi che il suo segretario, sì proprio l'Alfano è in odor di Ministero dell'Istruzione, perché dicono che la Giannini ci ha messo troppi giorni a far una certa cosa e l'Angelino è più veloce di lei [ad eseguire gli ordini e riportare la pallina al padrone], la Lorenzin è in odor di sostituzione.
Vede, le sue dimissioni non solo rafforzeranno il Governo, ma lo stanno già impastando e per lei si prevede un futuro come ficarazziere in Sicilia: la Gelmini, sì proprio la MariaStella, la sta proponendo come candidato a sindaco di Palermo.
Da che pulpito autorevole le arriva la mano tesa!
E se proprio le cose non dovessero sistemarsi come loggia segreta vuole, stia più sereno ancora: ci sarà sempre un Silvio che dirà: "o così o cade il Governo!"
Le auguro quindi ogni bene in questi pochi giorni di pausa che lei si è dato.
Un consiglio: mentre attende di diventare sindaco di Palermo si legga le istruttorie su Alta Velocità e Infiltrazioni Politico/Mafiose, non si sa mai, le potranno tornare utili per la nomina di amici in quella giunta comunale.
Sia anche sicuro che gli italiani idioti vi rivoteranno, semper, ad libitum
Mi saluti tanto suo figlio, la sua signora, Nencini e amici. 
Vista la sua testa alta le formulo i più sinceri auguri di pronta guarigione dal torcicollo.


Lucio Galluzzi

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sabato 15 dicembre 2012

ITALIAN PSYCHO

Non si tratta nemmeno più di incandidabilità, è questione sanitaria psichiatrica.
E' un'emergenza nazionale che dura da troppo.
Un Paese diviso in due.
Da una parte tutti noi, i cittadini, quelli che lavorano, i disoccupati, i precari, gli anziani, i poveri sempre più numerosi; dall'altra loro, contrapposti, nemici del popolo, ladroni, avanzi di galera, mafiosi, fascisti camuffati da democratici rossi, gentaglia bugiarda, strafottenti, ma soprattutto malati.
Noi serviamo solo al voto, quando e come vogliono loro e a mantenerli a colpi di appropriazione indebita.
Poi si arrabbiano per la sacrosanta battuta di Luciana Littizzetto, l'esatta identica che decine di milioni di italiani sottocrivono e urlano, da anni.
Il cretino di turno ci fa anche la prima pagina del giornale del duce: "Luciana, questa volta hai rotto tu...".
Perché la politica in questo Paese è diventata gioco di bambini deficienti e dispettosi, anzi: neppure.
I bambini anche più problematici hanno maggiore dignità.
Si costruiscono le ville da sceicchi in ambienti con vincolo paesaggistico, ottengono i permessi dai sindaci loro amici e poi se li portano a lavorare al ministero.
Una mano lava l'altra, salvo lasciare la faccia piena di merda e andare in televisione a piangere miseria: "Io non ho i soldi per pagare l'IMU e me li sono dovuti far prestare dalla banca..."
Tra poco avranno anche il coraggio di fare una maratona Telethon per aiutare questi poveri falliti pallisti.
E gli imbecilli nostalgici della peggiore democrazia cristiana mafiosa verseranno l'obolo per questi mostriciattoli orribili, pronti anche a ridargli il voto.
Quell'altro che si è fatto regalare, dagli esponenti della Cricca, a sua insaputa, la casa con vista Colosseo, si è dimesso, è stato per un po' a godersi il riposo meritato per merito cialtronistico, ora è ritornato in vita.
Visto che la mummia è in caduta libera verso le fogne, lo smemorato d'Imperia, si fa la lista sua per le prossime elezioni e naturalmente nel logo ci mette "la pulizia".

Poi viene l'ex Fido Bau, quello che lui "le puttane ad Arcore non le ho mai portate, faceva tutto Lele Mora" e considerato che nessuno lo caga più, pure lui si fa la sua lista e la presenta in un teatro completamente vuoto, neppure i giornalisti sono andati, però c'erano le amiche, due: la Colli e la Maiolo, gran bella rappresentanza di "voglia di vivere". [http://www.youtube.com/watch?v=cQmydTsb-kc

[Colloquio del 22 agosto 2011, Emilio Fede al telefono con Lele Mora ... "Lele, studiamo insieme... Gli dico: 'Senti, ho visto Lele, non sta bene ed è preoccupato, forse credo che una mano bisognerebbe dargliela... Quest'uomo c'ha dato tutto ed è quello che ci ha dato soprattutto la riservatezza... lui rischia la bancarotta... allora diventa peggio il problema".Quindi, ecco il piano: a Berlusconi, Fede chiederà per conto di Mora "uno e due (1,2 milioni di euro, ndr), di cui 100 (Mora) li dà a me in due rate che ho prestato 50 e 50, capito? Vuol dire che possono diventare uno e mezzo: io ne prendo quattro e tu otto, va bene?"]

Se non fanno le "liste flop" come potranno poi continuare a fottersi i finanziamenti pubblici?

La torta è grossa, da mangiare ce n'è per tutti loro e allora: le pensano di notte le puttanate, di giorno le concretizzano, tanto non lavorano, hanno una beata minchia da fare il tempo, lo devono pur impegnare in qualche modo no?
Ci sarà sempre il Minzolini di turno, il cardinal Vespa, Rossella, Giordano, Sallusti, Feltri, Barbara d'Urso, Mediaset tutta, gran parte della RAI che faranno da grancassa sciancata di risonanza, con sciacquone finale.
Perché se lo dice la Televisione che questi sono buoni, poveri, caritatevoli, perseguitati dalla Magistratura, vergini e soprattutto tutti nipoti di Mubarak, allora gli italioti ci credono, "l'hanno detto anche a Pomeriggio Cinque".
E' un esercito di malati gravi, uno peggio dell'altro, non passa giorno che non si sappia di ladri [sempre dalla stessa parte] che si appropriano dei soldi pubblici per i loro piccoli e imbecilli divertimenti personali.
40 sono gli indagati alla Regione Lombardia per aver "comprato" con i soldi nostri tutto il possibile che serve di certo al loro mandato politico: lecca lecca, cartucce da caccia, cioccolatini, aperitivi offerti all'una di notte, pizze da asporto, biglietti gratta e vinci, videogiochi da mediawold/sigarette/bibite comprati da Renzo Bossi, Cesare Bossetti [Lega Nord] nel 2011 paga 15.000 euro [sempre con il finanziamento pubblico] per fare colazioni con brioches e comprare pasticcini, Angelo Giammario [PdL] usa, a fini personali, 27.000 euro per noleggiare taxi e auto.
Ma il caso più schifoso è quello della Minetti: avrebbe usato i finanziamenti pubblici pure per comprarsi il libro "Mignottocrazia" che parla di lei: costo 15 euro!
Naturalmente Formigoni resta al suo posto, a lui non frega nulla se i suoi rappresentanti rubano, anche qui: una mano lava l'altra, sono sempre PdL e Lega Nord che vanno a braccetto, si accoppiano, fanno finta di scoppiarsi, si riuniscono di nuovo, avanti così, loro pensano all'infinito.
La Storia insegna che non può essere all'infinito un processo di distruzione di una Repubblica.
Tutti sappiamo ormai come andrà a finire, ma non ce lo diciamo, perché abbiamo paura e quelle parole non si pronunciano quasi più, è diventato pericoloso anche scriverle in questo Paese devastato dal fascismo piduista e mafioso.
Bersani farà le sue ennesime Prendicularie a Natale.
Alfano e Dell'Utri si fanno i dispetti perché uno ha i coglioni grossi, l'altro no.
La Mummia non lo sa che farà, forse scende in campo oppure scende in campo, tanto è pazzo furioso.
Napolitano esegue la commedia imparata a memoria, peccato che solo lui non si accorga che è una tragedia oligarchica.
Non ci sarà alcuna forza politica o sindacale che possa aiutare l'Italia a mandare via tutto questo pattume infetto.
Lo possono fare solo il popolo e i lavoratori uniti.
La libertà costerà sangue.
Mettiamocelo bene in testa.
Hanno rotto il cazzo!


Lucio Galluzzi


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sabato 7 luglio 2012

OSTAGGI D'ITALIA

L'Italia di questi ultimi due decenni non è solo popolata da larve masochiste che accettano chine tutta la violenza di un sistema macellaio e nazifascista.
Per fortuna in mezzo alla sterminata marea dei "finché la barca va", ci sono anche cervelli, idee, resistenza.
Pochi a dire il vero, almeno quelli che si palesano pubblicamente. Molti altri hanno smesso di  credere e apparentemente paiono spariti.
Questa patria [non serve a nulla la lettera maiuscola qui!] l'hanno ormai completamente trasformata in matrigna vorace, cannibale.
Governo dopo governo, nessuna eccezione, tutti hanno agito il crimine dell'assasinio di questa repubblica.
E' gravissimo che un popolo "civile", con una Storia alle spalle fatta di Partigiani, Padri Continuenti, Movimento Operaio e Studenti, Femminismo, Laicità... abbia permesso senza muovere dito la caduta del Paese nelle mani di criminali senza scrupolo.
Illusi i compatrioti, dove illusi sta esattamente per "in cattiva fede".
Non è credibile che tutti questi pecoroni se la contino scrollandosi di dosso responsabilità oggettive.
Vanno a votare e lo fanno sempre per gli stessi.
E continuano ad andare a votare.
Ebeti che non leggono, non sanno, non s'informano, mettono la croce sulla scheda lapide per abitudine, si condannano a morte e sono contenti così.


Quando è stato imposto il governo Monti dal tizio che impersona il capo dello stato [tutto minuscolo perché non meritano più alcun rispetto], calpestando la sovranità nazionale ed eseguendo gli ordini della BCE/Finanza Mondiale/Poteri Forti delle Banche, ci sono stati grandi "evviva!".
Qualcuno, in verità più che qualcuno, ti insultava se provavi a contestare il professore della Bilderberg & Co.
Gli imbecilli erano felici: Ballusconi se ne era andato, i problemi erano tutti stati risolti e Monti diventava il redentore, addirittura gli idioti lo definivano "compagno".
Che schifo di gente.
Quello che si temeva, perché si sapeva, è avvenuto.
La contiguità con lo sfascio Berlussoniniano è stata garantità e aggravata.
Al peggio non poteva esserci fondo?
Ed eccolo in fondo del fondo.
Il popolo italiano per sua colpevole scelta, reiterata, demoniaca nell'errore ripetuto ad libitum,  è prigioniero e ostaggio  della sua stessa patria.
Usato ormai solo e semplicemente come batteria di polli in allevamento intensivo, dei quali si deve spolpare tutto.
Arriverà il giorno nel quale questi maledetti voteranno il decreto per l'abbattimento delle percentuali di popolazione non più produttive per il loro vampiraggio.
Quel vecchio su al Colle lo firmerà e promulgherà.
Le fucilazioni saranno accettate anche dai sindacati, che differiranno gli scioperi generali, come da anni.
Il papa non benedirà le salme e negherà i funerali in chiesa, perché è così che fanno con gli indesiderati scomodi.
All'Angelus però inviterà i vari Piercasinando Caltagirone, Roberti Forchettoni, Viceconte Vaticano D'Alema, Gianni Lecca e nipote Enrico... a proseguire santamente ed eroicamente il cammino tracciato dal santo Don Verzé, dai cardinaloni Sepe e dalla banda della Magliana.
Non c'è futuro per questo paese ormai.


Il tempo per recuperare qualcosa è finito.
Si sono mangiati tutto, compresa la nostra vita ed ogni speranza.
L'Italia è ormai una nazione per la Casta, Poteri Forti, mummie nelle più alte Istituzioni, Mafia nello Stato, parassiti porporati, polizia, massoneria, delinquenti patentati in Parlamento...
Non c'è più altro.
Niente che valga la pena di essere vissuto qui.
Spero in un Esodo, epocale davvero, non come le sozzerie sfornate dal governo dei servi delle banche.
Chi si vada via e in fretta da questa prigione a cielo aperto, chi lo puù fare lo faccia in fretta.
Abbandonare questa landa desolante e lasciarla tutta ai criminali che sgovernato da decenni.
Che ci vivano loro, la producano da soli la ricchezza che ci hanno depredato.
Lavorino e di industrino a farcela con le proprie forze.
In poco tempo, lasciati così, finiranno come è finito l'Impero Romano: cenere.
Chissà se poi, con il tempo, qualcuno avrà voglia di tornare a casa e ricostruire qualcosa di vero umano.

 
Lucio Galluzzi


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venerdì 16 marzo 2012

L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SULLO SCHIFO TOTALE



Schifo totale.
Da vomito.
Non c'è giorno che non si venga a sapere di ladri, corrotti, prepotenti, fascisti e idioti.
Un continuo senza tregua di disumani orrifici.
Minaccia dopo minaccia, queste cancrene diffondono terrore e morte.
Non la smettono neppure un attimo.
Talmente abituati all'impunità e stapotere che ormai sono convinti che in galera ci vanno solo i raccomandati, mai loro.
Difatti sono liberi, grassi, colano sugna, pieni di qualsiasi cazzata, satolli all'inverosimile, bulimici delle nostre vite si prendono tutto, ruttano fragorosamente da ogni microfono, di fronte a telecamere, dementi impossibilitati a vedersi e sentirsi, provando nemmeno un solo minimo fremito di vergogna.
Non muoiono mai.
Maledetti.
L'Italia l'hanno fatta diventare il loro bordello personale, noi glielo abbiamo permesso e continuiamo a farlo.
Siamo dei coglioni, sterili, senza futuro.
I servi dei banchieri d'Europa/Mondo, da quando i baroni universitari sono al governo di Roma, promuovono l'Italia, "sta facendo passi da gigante", dicono, "un esempio per tutti noi".
Ma questa Repubblica, in realtà, è sempre più lo zimbello degli altri popoli europei: gli italiani non fanno nulla, da decenni, da secoli, vivono ancora come nell'Impero Romano, attendono ignavi la fine che arriverà improvvisa, la contesteranno solo con gli slogan di sempre e i blablabla.
Schifo politicante aggiunto a quello di un popolo di morti, masochisti, deficienti, pecoroni pronti al macello, felici di essere sgozzati e offrirsi alle divinità del marcio Stato.
Mai un sincero e concreto moto di ribellione, mai che uno di questi delinquenti si stato preso di peso e portato fuori dai nostri confini, se li tengono ben stretti, li rivotano, poi ricominciano le litanie delle doloranze.



Maledetti gli uni al potere, qualsiasi potere, e maledetti tutti i loro conniventi e continuatori per delega in bianco.
Maledette le elezioni.
Maledetti i partiti e qualsiasi tessera.
Maledette le appartenenze.
Maledetti tutti i cattolici che accettano senza ribrezzo l'uso del Cristo come stanno facendo questi "fedeli" seduti sui troni.
Maledetti i "compagni", quasi tutti, che nulla hanno da invidiare alle Comunelle & Liberatutti, non sanno più cosa sia Movimento, Rivolta, Dignità, Etica, Contestazione, Opposizione, Rifiuto del fascismo.
Se ne fotto di tutto e tutti.
Anzi se ne strafottono.
Così bravi a citarti Lenin e Marx, Bakunin e Proudhon, celebrare Berlinguer, andando a letto la sera affidandosi alla Madonna.
Perché è così che fanno: attendono i cambiamenti per effusione paradisiaca.
Tra una canna e l'altra, un Bignami del Capitale, i film di Moccia e le rivoluzioni di Scamarcio.
Perché San Remo è San Remo e caspita come gliele ha cantate Celentano che è un grande!
Grande quasi come il Papa, come la santa messa, come un Concistoro.
Che bravi anche Paolo e Luca, che di sinistra che sono!, pensa criticano anche Berlusconi e lavorano per lui, che coraggio, che rivoluzionari.
Che dire di Fabio Fazio poi?
Di Santoro e Lerner, Floris e Lilli Gruber, l'autorevolissimo Corriere della Sera, l'ha detto l'Unità, anche da Crozza ne parlano e l'Avvelenata è sempre di moda, Vasco Rossi è un mito, guai a chi lo tocca, El Pueblo Unido Jamas Serà Vencido...
Andreotti è un mafioso, ma prescritto, quindi santo.
Santo pure dell'Utri, perseguitato da giudici stolti che per fortuna adesso la Cassazione ha capito il valore del Martire Mangano, immolatosi senza parlare del collezionista di Mussolini falsi e del puttaniere nano.
Santo Scilipoti che scrive anche libri.
Beato Rutelli che non sapeva, benedetti tutti i suoi intorno che sono vergini, irretiti e vessati da un tesoriere troppo allegro.
Massimo rispetto per tutta la Regione Lombardia, soprattutto per Formigoni e i ladroni che sul calvario non andranno, come è giusto che sia nella società di Don Verzé.
Stima grande per i pedofili vaticani, i massoni, i prelati neri, la borghesia eversiva, lo IOR, la Banda della Magliana che tanto ha aiutato Solidarnosc per mano del Santo Wojtyla.
Rispetto per il Capo dello Stato, quale capo quale Stato.
Non fate piangere la Fornero, licenziatevi da soli.
Credete nella Camusso che oggi si apre alla riforma dell'articolo 18 e domani si pente, tra un'ora prenderà il tè con la Marcegaglia e in serata farà un summit segreto con Monti e Bonanni.
Pregate, tutti, per le cozze pelose, ostriche, capitoni e anguille, champagne e cesti vari ai sindaci di ogni colore.
Recatevi alla tomba di De Pedis alla basilica di Sant'Apollinare in Roma, in ginocchio pregate per il pluriomicida.
Osannate le mummie del PD, i soldi di D'alema, la sua nomina a Vice Conte Vaticano, la sua poltrona al Copasir, la Bindi così compagna, Fassino pro TAV, Veltroni che è missionario africano, Enrico Letta e l'eminenza grigia suo parente che tutto può, Giggi Bersani che che di carota e bastone ne ha fatto una scuola di vita.
Scordatevi il posto fisso, versate il 54% dei vostri salari nelle mani dei vampiri, pagate la benzina più cara d'Europa e resto del mondo, ammazzatevi se siete precari così non disturbate troppo, sfigati laureati dopo i 28 anni, bamboccioni, cretini, parte peggiore dell'Italia, criminali assassini che cercate il morto in val di Susa, terroristi che manifestate contro i tagli alla scuola...
Godetene tutti, fate tesoro delle carismatiche e soprattutto vere parabole dell'apostolo Caltagirone/Casini, siate fieri di pagare Manganelli 680 mila euro l'anno; è cosa buona e giusta renderlo straricco così vi massacra meglio, magari gli aumenterete pure l'assegno se ve lo chiede Monti.
Monti, "quello che ha mandato via Berlusconi", "sta facendo risorgere l'Italia", "dategli tempo, non attaccatelo", "dobbiamo credere in lui", "finalmente un governo serio", "Monti è di sinistra"...
Tanto la riforma del lavoro è inderogabile.
La faranno lo stesso.
Anche coi sindacati contro e la FIOM in piazza.
Zitti e buoni tutti.
Eseguite e marciate compatti.
Intruppatevi, perché così vuole il sistema.
"Si rubano tutto e vogliono il bavaglio".
A voi il bavaglino.

Lucio Galluzzi

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venerdì 12 novembre 2010

NARCORETRAFFICANZ

DI PERLA IN PIRLA
COSA NOSTRA, CHILI DI COCA, TELEFONATE DI NOTTE AI MINISTRI, LA SIM DI BONDI, SERVIZI SEGRETI, BRUNETTA, LA RUSSA, ESCORT & Co.


-parte prima-

Perla Genovesi ha contattato 48 volte villa San Martino, residenza di Berlussonini, dal settembre 2003 al settembre 2007.
Con una sim intestata a Sandro Bondi altri 500 contatti e con un'altra inserita nell'apparecchio del Ministro per i Beni Culturali 127 contatti con l'attuale ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta.
A quei tempi Perla Genovesi aveva tra i 25 e i 29 anni e intratteneva rapporti ravvicinatissimi con narcotrafficanti mafiosi vicini alla famiglia del boss Matteo Messina Denaro, capo di Cosa Nostra.
Una vita schizoide quella della parmigiana ora 32 enne, agli arresti domiciliari per traffico internazionale di cocaina scoperto dai carabinieri di Palermo nell'operazione "Bogotà".
Lei dice di essere stata corriere di chili di polvere bianca per amore, era assistente parlamentare del senatore di Forza Italia Enrico Pianetta ed infiltrata della Polizia tra i boss.
Ai PM di Palermo Calogero Ferrara e Marcello Viola, il 27 luglio e 19 agosto 2010, Perla racconta, nei verbali, di "sapere di strani giri di soldi sugli appalti del San Raffaele" e che Paolo Berlusconi, fratello di Silvio avrebbe "percepito una certa somma come tangente".


Perla Genovesi, prima

"Scoprii tramite altre persone, persone non buone, delinquenti, che il fratello di Berlusconi, Paolo, era quello che gestiva praticamente, come si può dire… tangenti, non lo so se si possono chiamare tangenti, però i furgoni camion che portavano su la merce dal meridione su, gli appalti di questi camion pagavano un pizzo".
Pm: "quindi tra i 7 e gli 11 anni fa lei ha fatto da informatore della…"
Genovesi: " Per la Narcotici, sono i Carabinieri che si occupano delle indagini antidroga. Il mio nome in codice era "Corallo". Nello stesso tempo facevo anche da informatrice della Digos di Parma, facevo riferimento più precisamente al dott. Festa"
PM: "E la Digos che indagini fa in materia di droga, scusi signora? La Narcotico lo capisco, ma la Digos si occupa d'altro come lei sa…"
Genovesi: "Non lo so, però con me il dott. Festa e la Digos hanno fatto alcuni arresti."
PM: "Sempre di droga? In materia di droga?"
Genovesi: "Sì."
PM: "Ho capito."
Genovesi: "E tutto questo l'ho fatto per una… né per scopo di lucro, né perché io ne facessi uso."
PM: "E perché lo faceva?"
Genovesi: "Perché… questa è la cosa più difficile magari da… perché ritenevo gli spacciatori responsabili della rovina della mia famiglia. Perché mio zio era morto dopo che lo avevano picchiato in carcere perché era stato in carcere per colpa della droga, per colpa del fratello che faceva spaccio…"
PM: "Come si chiamava suo zio?"
Genovesi: "Antonio Montoro e io… ero piccola, so che quel giorno che è morto avevo giurato che da grande avrei arrestato gli spacciatori e poi me ne sono dimenticata ovviamente di questo giuramento a 21 anni… Io pensavo che se avessi fatto anche da infiltrata informatrice… Berlusconi e questa gente avrebbero saputo queste cose, perché sapevo che avevano i Servizi Segreti che lavoravano per loro, che tra l'altro mi avevano detto che avevo il telefono sotto controllo, l'assistente di Formigoni me lo aveva detto, quindi avevo paura a fare l'informatrice su cose più piccole anche."
PM: "Che le aveva detto l'assistente di Formigoni?"
Genovesi: "Che avevo il telefono sotto controllo."
PM: "Ma in che occasione glielo disse? Vi siete incontrati un giorno e le disse: 'sai, hai il telefono sotto controllo?' "
Genovesi: "Più o meno così disse. Mi stava… tutti i giorni ci sentivamo, lui mi veniva dietro, però più o meno così."
PM: "L'assistente di Formigoni?"
Genovesi: "Sì, uno degli assistenti."
PM "E come di chiama?"
Genovesi: "Alessandro."
PM: "Alessandro come?"
Genovesi: "Alessandro… adesso il cognome… non me lo ricordo… però che l'ho scritto, anche il numero telefonico."
PM: "E lei non le disse: ma come lo sai? Chi te l'ha detto?"
Genovesi: "Sì, uno dei Servizi Segreti mi aveva detto."
PM: "Quindi uno dei Servizi Segreti gli aveva detto che lei aveva il telefono sotto controllo?"
Genovesi: "Sì."
PM: "E questo mentre lei lavorava per il senatore?"
Genovesi: "Sì."
La Genovesi sostiene di avere saputo con chi aveva a che fare quando Paolo Messina, impiegato comunale a Campobello di Mazara, 50 anni, le spiega il perché di un loro viaggio in Spagna.
Genovesi: "Solo quando mi disse che il nostro viaggio a Barcellona… il camper aveva trasportato 12 chili di cocaina…"
PM: "12?"
Genovesi: "E… non so se il primo o il secondo viaggio 8 chili o qualcosa del genere…"
PM: "Con riferimento a questa droga che lei vide nella valigia, cosa le disse?"
Genovesi: "Che era quella che tornava su."
PM: "Cioè?"
Genovesi: "I 12 chili erano 6 e mezzo"
PM: "E perché tornavano su?"
Genovesi: "Perché si fermavano a Roma quei sei chili e mezzo."
Perla Genovesi viene intercettata per 13 volte dai Carabinieri di Palermo e registrata nell'ambito dell'inchiesta sul narcotraffico Bogotà-Barcellona-Parma.
Quelle telefonate furono fatte al Ministro della Difesa La Russa.
Gli inquirenti dichiarano che le intercettazioni specifiche "sono prive di interesse investigativo e attinenti al compito 'ufficiale' dell'assistente del senatore di Forza Italia Enrico Pianetta".
I tabulati delle telefonate dicono che la Genovesi chiama le prime due volte La Russa, 3 e 4 aprile 2006, alle ore 20.00, un minuto ogni chiamata; all'una e 38 del 5 aprile parlano per 45 secondi.
Prima e dopo quella telefonata la Genovesi contatta molte volte Nadia Macrì, sua amica.

Nadia Macrì

Perla e La Russa si risentiranno il 16 aprile, poi nella tarda serata si scambiano diversi sms.
Nessun contatto per mesi, poi il 26 luglio 2006, alle 21, tre sms.
Il 31 luglio alle 21.50, Perla e La Russa si parlano, quella stessa notte scambio di 4 sms tra l'una e 50 e alle due meno un quarto.
Il ministro La Russa interpellato dal Fatto Quotidiano precisa che "quelle telefonate non c'entrano nulla le storie che hanno coinvolto Perla Genovesi… che era un'assistente parlamentare. Non ho avuto con lei rapporti particolari. La conobbi a una partita, la timidi ad una manifestazione. Degli sms e delle telefonate non ricordo nulla… e comunque non c'entrano con l'inchiesta."

Fonti: Il Fatto Quotidiano, Web, Corsera, Repubblica
-continua-

Perla Genovesi, ora

Lucio Galluzzi
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