Visualizzazione post con etichetta de gennaro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta de gennaro. Mostra tutti i post

lunedì 8 dicembre 2014

CARMINATI? UN EROE!

Basterebbe davvero poco per fare piazza pulita della feccia innominabile che da decenni devasta l'Italia, deprendandola d'ogni cosa, assassinandola di stragi, facendo scorrere fiumi di sangue innocente, bruciando vivi e smembrati i coraggiosi che si oppongo a questo maledetto Regime.
Basterebbe un semplice atto di volontà, neppure tanto faticoso: applicare le leggi della Repubblica Italiana, prima fra tutte la Costituzione.
Invece la Costituzione se la cambiano ad uso e consumo loro, così come fanno con le leggi che non gradiscono, perché con quelle, non modificate dai lodi e retroattività ad pesronam, potrebbero essere mandati al gabbio.
Basterebbe un po' più di rispetto per la Resistenza e i Partigiani che hanno liberato l'Italia dal nazifascismo e voluto la Costituzione e la Repubblica: non questa Costituzione e non questa repubblica.



Ma che si pretende in un Paese dove la più alta carica dello Stato racconta bugie?
Nell'ufficialità dei suoi inutili e vomitevoli moniti, ha sempre sostenuto, con la voce strozzata dal pianto del coccodrillo, di essersi battuto in prima persona durante la Resistenza contro la dittatura, per la libertà e contro ogni censura fascista...
Peccato che poi nella sua autobiografia non ha alcun problema a sputtanarsi da solo, e scrive che lui la Resistenza non l'ha mai fatta, perché a quei tempi era nella GUF, la Gioventù Universitaria Fascista, quella fondata da Mussolini per preparare i burocrati che avrebbero governato l'Italia: e difatti eccolo dov'è questo "signore"!
E dove è stato in tutti questi infiniti anni?
Sempre al potere.
Offrendo poi questa sua tragicomica che chiamano "Presidenza della Repubblica", la peggiore che mai l'Italia abbia dovuto sopportare.
Collusi e spergiuri, indagati per mafia e falsa testimonianza, appartenenti alla peggior Democrazia Cristiana ceh si permettono di chiamare il Colle per chiedere favori.
Un Capo dello Stato che beccato a pissi pissi bau bau al telefono del Quirinale, e più volte,  a trattar di non si sa cosa, con uno sotto processo per la Trattativa Stato-Mafia, avrebbe meritato la cacciata immediata e l'essere messo in Stato d'Accusa per Alto Tradimento.
Invece: la richiesta per l'impeachment presentata contro di lui in Parlamento è stata trattata come carta da culo dal Parlamento stesso e quasi tutti gli onorevolissimi hanno detto che no, non si poteva processare quel coso lì.
Niente di nuovo sotto il sole comunque.
Un Presidente della Repubblica che si pavoneggia di tutti gli scudi possibili forniti a lui da quelli che lui stesso garantisce in perpetuo, nominandosi addirittura il SUO governo!, è veramente oggetto penoso.
Attiva il Conflitto d'Attribuzione, mette di mezzo la Corte Costituzionale e la Cassazione, sapendo con assoluta certezza che i parrucconi che stanno in quelle "supreme" aule d'obitorio gli avrebbero dato assoluta ragione.
Così è stato.
Così è lo Stato.
Nessuno deve sentirle quelle telefonate tra lui e quell'altro: che siano distrutte!
Così è stato.
Così è lo Stato.
Poi c'è la prescizione, quella voluta da Berlusconi, firmata dal tizio del Colle.
Che è come l'uomo del monte, dice sempre sì alla Casta, ha firmato la qualsiasi cosa, anche gli sputi alla Costituzione di Calderoli & Falliti d'Italia Uniti.
Anche perché se non avesse firmato tutto, ma proprio tutto, mica l'avrebbeo lasciato al Colle!
E se lui non li avesse garantiti in tutto e per tutto, i suoi "sostenitori", quelli non gli vorrebbero bene come hanno dimostrato in tutti questi sfasciati anni.
Così fan tutti.
Se ne strafottono mentre fottono e non si fanno mai fottere.
Sanno perfettamente che in galera non ci finiranno mai, che potranno sempre scialacquare a loro piacimento e se anche capitasse una condanna in primo o secondo grado... tanto poi c'è la Cassazione che li assolve: o li prescive oppure il reato non sussiste.
Uno Stato malato infettivo grave, una sorta di peste e una Giustizia ingiusta fino alla morte con il cittadino comune, ma osservante religiosissima fedele il rispetto dovuto ai Capi dello sfascismo.
Altrimenti che ci fa Amato lì e chi ce l'ha messo?
E gli altri supremi?
Carminati, poi... un pluri assassino, appartenente alla Banda della Magliana, delinquente e criminale naturale, pare pure in sodalizio con Cosa Nostra... come ha fatto a raggiungere le sfere più alte dell'inciucio politico?
Perché in tutti questi anni non è mai stato ristretto?
Anzi: gli hanno spalancato tutti i portoni dovuti non solo quelli dei Servizi Segreti, ma i ministeri giusti, le divise compiacenti... tnato che nelle intercettazioni due carabinieri, amici aumma aumma, gli dicono che lo ammirano perché uno che ha ammazzato a pistolettate e coltellate come ha fatto lui, è un grande, un genio, un maestro.
E lo lasciano libero?
E i due carabinieri vestono ancora divisa e sono tranquilli?
Beh, certo che lo sono.
Sanno con certezza la Storia d'Italia che conta: quella dei De Gennaro, dei Manganelli, dei generali Mori e Subranni il punciutu.
Conoscono gli iter giudiziari dei loro amici che hanno assassinato di botte e torture giovani nelle patrie galere o nel sotterraneo di un Tribunale e... assolti!
Sanno che loro non rischiano nulla, mica sono i NOTAV che per aver danneggiato un mezzo del canitere in Val Susa sono sotto processo per terrorismo e forse si prenderanno 9 anni e mezzo di prigione!
Si dice sempre quel luogo comune: in qualsiasi altro Paese civile certa gente sarebbe in galera già da anni e non potrebbe più occuparsi di politica, cosa pubblica, vestire divisa, ricoprire cariche di un certo tipo, gli verrebbero sequestrati tutti i beni e i conti correnti...
Ma questa è l'Italia.
E' l'Italia degli Alemanno, dei Saccucci, dei Gelli, del rispetto da portare a Totò Riina che la sua casa/covo non sia mai che gliela perquisiscono dopo l'arresto, così chi di dovere può portare via tutto, delle Brigate Rosse di Stato, delle Falangi Armate, del "partito d'opposizione" che permette alla mafia di godere dello Scudo Fiscale...
Questo è il Paese dove si sa con certezza chi ha fatto saltare in aria l'Italicus e la Stazione di Bologna, Capaci e via D'amelio, ma... si tace: nenti vitti, nenti sacciu e nenti dicu, mutu sugnu!
E se provi a parlare fai la fine di Pasolini che non è per caso che a straziarlo ci sia stata di mezzo la Banda della Magliana e la manovalanza nazifascista roma agli ordini della gia allora Mafia Politica?
Altro che Mafia Capitale.
Questa si chiama oggi come si è sempre chiamata: Regime Sfascista Mafioso Nazionale.
Basterebbe davvero poco: prenderli tutti questi luridoni, portargli via ogni avere [tanto è tutto frutto di malaffare e ladrocinio], sequestrargli case, ville, automobili, restituire il bottino ai cittadini e non l'elemosina deli 80 euro elettorali!
Basterebbe poi tenerli in galera, chiave buttata a mare.
Applicare la Norma: vietargli ogni reimmissione sociale e di conseguenza non più candidati impresentabili e/o sistemati in pubblici uffici.




Se non basta c'è pure un altro mezzo per toglierseli definitavemte dai coglioni: il foglio di via.
Dichiararli "indesiderati" in ogni posto d'Italia dove si presentano, fare terra bruciata intorno a loro, che vivano da barboni e disperati, non più garantiti, senza cittadinanza, clandestini, senza un tetto sulla testa... e vedi che pur non accompagnati lo passano loro stessi, da soli, il confine per andare a vivere finalmente in un vero Paese civile, dove i calci in culo fino al più vicino penitenziario a vita sono garantissimi.
Davvero ci vorrebbe poco.
Infatti vedrai che Carminati verrà assolto da ogni accusa.
Scommettiamo?

Lucio Galluzzi

©2014CCL Common Creative Licence
su Twitter




sabato 17 novembre 2012

VOGLIONO I MORTI


Quando usavano la legge Reale e il Codice Rocco [una più fascista dell'altra] le forze dell'ordine scendevano nelle piazze e facevano massacri di lavoratori in sciopero, non solo con i manganelli, le botte e a pistolettate, pure con le camionette e i blindati: investivano i manifestanti, senza alcun problema.
I soliti idioti che hanno voglia di contestare e negare la Storia italiana, provino a guardarsi "Il Bianco e Nero", poi ne riparliamo, magari.
La polizia, i carabinieri e chi per essi, infiltrati, camuffati, travestiti, sparavano "sempre in aria", sia ai posti di blocco che nei luoghi di conflitto sociale.
Peccato davvero che quei proiettili erano tutti teleguidati da una strana quanto misteriosa forza, salivano in alto, poi scendevano, sbattevano contro qualsiasi cosa nei pressi e... come per magia, guarda caso!, deviati, si andavano ad infilare sempre nella nuca, tempia, testa, collo della vittima, che per l'appunto moriva.
Ma gli agenti non erano mai i colpevoli, era la malaugurata sorte che ammazzava i cittadini.
Sempre lo stesso fato, faceva sì che chi protestava nelle piazze o alle Università, andasse a buttarti contro i manganelli dei poveri militari di Stato, si spaccavano il cranio non per volontà di Tambroni, Scelba, Piccoli, Malfatti, Fanfani, Rumor, Cossiga... e di tutta la Democrazia Cristiana al Governo, si autolesionavano perché da sempre, in Italia, chi dissente ed esprime con rabbia la propria voglia e richiesta di cambiamento è masochista e ama farsi del male fisico, finire all'ospedale e anche all'obitorio.
Infatti nei vari processi che si sono tenuti in questa "liberissima Repubblica delle Banane", mai una volta le vittime di violenze delle Forze dell'Ordine hanno avuto giustizia, semmai il contrario: condannati perché diffamatori e simulatori oppure perseguitati dalle Digos di turno, poi, grazie alle Leggi Speciali, tutti erano "terroristi", "autonomi", "insurrezionalisti" e "banda armata".
Neppure Giorgiana Masi, nel 1977, è stata uccisa dalla polizia agli ordini di Cossiga; infatti, nonostante le prove fotografiche e filmate, le testimonianze di Parlamentari sul luogo [Piazza Navona], negarono sempre che l'assassino fosse un poliziotto travestito da autonomo che sparava ad altezza d'uomo, come facevano i suoi colleghi, camuffati da figli dei fiori e teppistelli.
E' strano questo Paese e la gente che l'ha governato, da sempre, e che ancora lo governa.
Una Nazione da fiaba dell'orrore, disseminata di morti innocenti, famiglie distrutte, giovani vite spezzate, stragi, bombe, la Falange Armata di tristissima memoria, il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro... tutto quanto senza mai colpevoli.
Una Landa desolante dove Mafia e Stato si alleano, fanno saltare in aria Borsellino e Falcone, ma non ci sono responsabili, se vengono identificati, ecco che scatta la Legge fatta ad hoc per salvarli: prescrizione sempre e comunque, impunità, buchi mai colmati nei nostri Codici [che è comodissimo lasciare tali per lor signori].
Andreotti è riconosciuto colpevole di aver trattato, favorendola, con Cosa Nostra, ma è prescritto; loro dicono "assolto", ma non è vero.
Dell'Utri dichiara bellamente che è sceso in politica e si è fatto eleggere per evitare la galera: difatti è ancora senatore.
Un posto, questa Italia, nel quale neonazisti massoni scrivono un piano per realizzare un Golpe totale, riescono a metterlo in pratica con la collaborazione dei Servizi e della politica asservita al male nero, ma tutte le mummie che sono responsabili di questo atto gravissimo, il loro capo soprattutto, sono ancora liberi di vomitare qualsiasi schifezza razzista, chiedere i campi concentramento e la pulizia etnica, inneggiare a Hitler e Mussolini... dagli schermi televisivi.
Così è.
Tanto che i cittadini devo pure, ancora!, sciropparsi quella povera demente della vedova Almirante, invitata in ogni dove a dire il nulla, rivendicando la bontà del suo consorte morto, boia fucilatore di partigiani nella Repubblica di Salò.
Senza che cambi alcunché, l'agente Spaccarotella uccide con pistolettata Daniele Sandri, ma lui, l'uomo in divisa non voleva, è stata una rete in metallo a deviare il proiettile e farlo poi conficcare preciso nel collo del ragazzo.
Neppure l'ex carabiniere Placanica voleva sfondare la testa a Carlo Giuliani, ma destino volle che una pietra lanciata in aria nel preciso istante nel quale il milite sparava, deviasse la pallottola e uccidesse con precisione.
Che dire poi della Diaz?
Nessun colpevole, tutti o prescritti o non hanno compiuto il reato.
Cioè: sono stati i ragazzi che contestavano il G8 a torturarsi, spaccarsi di sangue, fratturarsi, rompersi i denti contro i caloriferi e soprattutto ad auto ricoverarsi in ospedale.
Tant'è, e lo sappiamo tutti, che i capi che ordinarono e parteciparono/coordinarono quella infame pagina di vergogna internazionale sono stati premiati, con encomio degli allora ministri Maroni e La Russa e ancora comandano forze di polizia e Servizi.
Ormai, qui da noi, non si può più manifestare, la Costituzione, così come volevano i Popoli delle Libertà è sospesa.
Anche il Presidente della Repubblica lo sa, ma se ne fotte, come ha sempre fatto.
La Democrazia è abrogata.
Così scioperare è diventato sinonimo di "delinquere", e ogni volta che lo si fa, i "tutori dell'ordine" difendono il nazifascismo, il padronato schiavista e assassino, i criminali banchieri e mai i cittadini, che sono da malmenare, prendere a calci e pugni, manganellate, insultare, identificare, arrestare.
Non c'è più manifestazione di dissenso che non veda sangue sul selciato, fratture e teste rotte.
Ora sono arrivati al culmine della follia.
Il 14 novembre, durante lo sciopero europeo contro le misure d'Austerity, dal ministero della Giustizia, sono stati sparati dei fumogeni contro i ragazzi sotto, in via Arenula.
Il Ministro Severino era presente al Dicastero, gli spari partivano proprio dalle finestre sopra i locali che lei occupa.
Eppure, lei, non ne sapeva nulla.
L'altra furbissima ministra degli interni, Cancellieri, in pieno dispiegamento di violenze di Stato ha pure avuto la demenza di esprimere "solidarietà agli agenti, perché l'Italia bolliva e hanno agito con dovizia di interventi".
Ora che dai palazzi del loro potere sparano sulla gente, se ne sta zitta a fa finta di nulla.
Il questore di Roma, Fulvio della Rocca, fa sapere che: "Sono dei poliziotti candelotti lanciati, ma li abbiamo fatti sparare a parabola, proprio per non fare del male... ma sono stati lanciati dal basso e poi rimbalzati sul palazzo" [...e si ritorna indietro di 60 anni!]
Questi sono tutti bolliti di cervello.
Dal primo all'ultimo.
Quello che si è visto il 14 novembre in tutta Italia e a Roma, ricorda sempre più da vicino il Cile di Pinochet, gli spari dal Ministero della Giustizia riportano alla follia di Ceaucescu e compagni di merende varie.
Questa situazione nella quale hanno cacciato l'Italia deve finire, ne abbiamo tutti i coglioni pieni.
Non ne possiamo più di incapaci, deficienti, violenti, decorticati, fantocci... che fanno ciò che vogliono, trattando i cittadini come carne da macello.
E' ora di finirla, una volta per tutte, e anche in fretta.
Non servono le inchieste interne attivate dalla Severino per accertare i fatti, questa gente, tutta non è più credibile, sono pagliacci che non sanno neppure far ridere, solo pena e rabbia.
Non servono le istruttorie aperte dalla Procura: resteranno, come da sempre, tutti impuniti e tranquilli, continuando a fare i macellai.
Non ci servono il PD e tutte le "forze" di finta opposizione, che hanno appoggiato e ancora lo fanno, i governi più scalcinati, pericolosi e per giunta non votati dal popolo.
Men che meno serve Grillo, con i proclami e le belle frasi d'effetto comico, non si cambia proprio nulla e di buffoni ne abbiamo fin sopra i capelli.
Servono dimissioni immediate e subito, di tutta questa gentaglia, chieste a furor di popolo.
Serve che il Parlamento sia di nuovo restituito al suo legittimo ruolo, che questo Presidente della Repubblica se ne vada.
Serve che noi tutti non si smetta un solo minuto di fare informazione e far circolare tutte le notizie e le iniziative per coinvolgere quanta più gente possibile verso una veloce, nuova, vera, forte Resistenza.
Serve che gli italiani si sveglino, ora o mai più.
E' solo una questione di volontà e in un solo giorno si spazza via tutta l'immondizia che sporca la Nazione.
Basta volerlo.


Lucio Galluzzi


©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter







giovedì 15 novembre 2012

IO STO CON GLI STUDENTI



Sarà sicuramente successo a qualche mastino del potere, mentre spaccava teste di studenti anche minorenni, trovarsi suo figlio sotto il manganello e i pugni.
Chissà che ha fatto il solerte servitore dei morti che gli ordinavano le agonie.
Non credo si sia fermato.
Avrà continuato a versare sul selciato il sangue del suo stesso sangue, fottendosene degli occhi imploranti, fissi nei suoi.
Sarà anche stato aiutato dagli altri dobermann, addestrati al martirio altrui, a trascinare sull'asfalto la carne della sua stessa carne, lasciando scie di materia organica.
E giù botte a più non posso, veloci, senza tregua, inferociti, fatti di chissà quale odio, naturale o sintetico.
Ma fatti comunque.
Non si fermano di fronte a nulla questi.
Sarà sicuramente anche capitato a qualche graduato di loro, imbattersi in una ragazza per giunta straniera, o pensata tale, in mezzo ad una via, nel caos della ferocia, realizzare che era la sua futura nuora, prenderla alla gola da dietro, con il braccio muscoloso, l'arma delle botte premuta sul viso, spingerla così, quasi soffocandola, urlando al commilitone di fronte per essere aiutato a portarla fuori dalla vista delle videocamere, sbatterla su una camionetta, identificarla, riderle in faccia, insultarla e portarla al gabbio.
Non sanno quello che fanno questi cosi azzurri in testa.
Ieri hanno poi mostrato il meglio del loro repertorio infame.
Ogni volta che scendono nell'arena, i gladiatori della miseria, si superano nell'uso della malvagità.
Adesso hanno elaborato la caccia in corsa, in gruppo, contro il singolo.
Lo puntano, si mettono a inseguirlo urlando con i manganelli alzati, lo costringono in luoghi poco accessibili ai cronisti e lì lo massacrano.
Da due decenni gli armati dallo Stato ne hanno compiute di tutti i colori.
Si sono macchiati di crimini orrendi, inqualificabili.
Hanno sparato nelle piazze per uccidere, riuscendoci.
Hanno torturato, inquinato prove, picchiato fino alla morte, assassinato tifosi pacifici, picchiato con calci, pugni, sfollagente, diciottenni colpevoli solo di stare rincasando, ridotto in fin di vita, fratturato con goduria, gonfiato di botte studenti serali perché "di colore" e quindi spacciatori.
Le azioni disumane, tutte documentate, a carico di questi tristi figuri, sono tutte li, in rete, in numero enorme.
Nessuno di loro ne è responsabile, mai una condanna vera, mai un licenziamento in tronco, una nota di demerito.
Ci sono le leggi fasciste volute dai fascisti camuffati da credenti, fatte apposta per la loro impunità.
Allora ne approfittano, spargono sangue, tanto non pagheranno mai.
Anzi, i più spietati saranno pure promossi, con stipendi d'oro, naturalmente pagati da noi stessi: le loro vittime.
Se ieri a Milano, Torino, Roma, Perugia, Brescia... la violenza dello Stato Armato si è manifestata in tutta la sua squallida e pericolosa rappresentazione, in Spagna, a Madrid e Barcellona, gli uomini in divisa hanno proposto ai loro colleghi europei un nuovo modello di comportamento nazista.
I manifestanti picchiati e feriti venivano portati in luoghi all'aperto, ma presidiati dagli antisommossa, tenuti nascosti ai cronisti e reporter, ammucchiati come immondizie, poi presi di peso e a pugni in faccia, mentre li caricavano sui blindati.
Anche ad una ragazza è successa la stessa sorte: ferita dalle botte e poi presa a pugni in viso da un "miliziano", che non smetteva; è stato fermato da un collega che, non sopportando più la scena, ha preso a pugni lui.
Eccolo il nuovo Protocollo Sicurezza.
Tra poco sarà adottato anche da noi.
La ministra Cancellieri, che ieri si è subito spesa in encomi di solidarietà, agli agenti sporchi di sangue, lo studi bene il modello repressivo spagnolo, lo passi immediatamente a Manganelli, che lo proporrà a Napolitano [ne sarà felicissimo] il quale lo consiglierà caldamente a Mario Monti e diventerà, in men che non si dica, Decreto Speciale per la Salvaguardia della Razza Poteri Forti.
I politicanti tutti uniti voteranno compatti, perché è così che si fa per non perdere quelle schifo di poltrone.
Il Presidente della Repubblica farà come oggi, come da sempre, offrendo sermoni infiniti, senza capo né coda, ai morti muffiti con il chip "applauso comunque".
Mai visto un tizio al Colle che pensa di essere il papa.
Gli italiani meritano anche questo: siccome uno a san Pietro non bastava, hanno voluto due pontefici, tutti e due di destra.
Quando Pasolini tifava per i poliziotti durante gli scontri a Valle Giulia, lo faceva chiamando gli agenti "lavoratori come gli altri", "figli della miseria", contestando di studenti che erano solo "viziati figli di papà".
Oggi, con tristezza, si deve prendere atto che gli agenti non sono più lavoratori come altri.
Non è credibile che "lavoratori" manganellino e pestino a sangue altri lavoratori, sempre e puntualmente.
Sono diventati nemici dei disperati, aguzzini degli ultimi.
No hanno testa, né coscienza sociale.
Non capiscono che quelli che scendono in piazza a prendersi le loro botte, rischiando la vita ogni volta, lo fanno anche a nome loro, per difendere anche il loro salario, la loro libertà, il loro futuro e quello dei figli.
Sono deficienti cronici.
Davvero vorrei capire che vita privata conducono questi tizi, che sentimenti hanno, per chi o per cosa si fanno battere il cuore, che tipo di famiglia hanno, quali amori, in cosa credono, se hanno una fede, se si divertono davvero ogni tanto, se sorridono di gusto.
Cosa provano la sera quando tornano tra le proprie mura, con la divisa e le mani imbrattate di sangue.
Cosa raccontato ai propri figli del lavoro sporco che fanno.
Se quando fanno l'amore spaccano costole e testa anche alle mogli o fidanzate/i che siano..
No, non si può essere solidali con chi è ormai solo e semplicemente nemico dell'essere umano e del Popolo intero, affamato per giunta.
Non si può e non si deve, perché questi, senza pensarci su una sola volta, sono pronti all'allestimento dei prossimi campi di sterminio.
Io solidarizzo con le vittime.


Lucio Galluzzi


©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter




sabato 3 novembre 2012

SANTIAGO DEL CILE, ITALIA

Un gruppo di facchini in agitazione sindacale da tempo, chiede all'azienda per la quale lavora turni meno massacranti ed una riorganizzazione dell'orario, che così com'è ricorda quello degli schiavi nei campi di cotone.
L'azienda, una multinazionale, non ha orecchie per sentire e i lavoratori entrano in sciopero.
Ma serve a nulla la loro protesta, perché è vanificata dalla direzione locale che chiama altri facchini da diverse sue sedi e fa sostituire i lavoratori in sciopero.
La multinazionale, quindi, in questo modo contravviene penalmente e civilmente, ignorando Leggi Nazionali e Contratto di Lavoro, adottando il più grave dei comportamenti antisindacali.
Così il gruppo di facchini, che oltre al danno si becca pure la beffa, decide di scioperare ma con un presidio, visibile, davanti all'ingresso dell'azienda.
Ed ecco che arriva la polizia che in men che non si dica, manganella, prende a calci, trascina sull'asfalto le persone, insulta e "disperde" i lavoratori in lotta; qualcuno resta anche a terra ferito, ambulanze e ricovero ospedaliero.
Da un'altra parte un centro autogestito da studenti universitari, per contrastare il carovita e dare accoglienza abitativa anche a laureandi stranieri, deve essere sgombrato per ordine del sindaco o di chi per esso.
I ragazzi nella struttura stavano suonando chitarre e cantavano, ed ecco la polizia: manganelli, botte, teste spaccate, cariche, rincorsi uno ad uno gli studenti sono stati trattati come bestie da caccia grossa, in piazza, di fronte a passanti e tra i negozi.
Chi era ospitato nel Centro ha dovuto far bagagli in pochi minuti e andare a vivere in mezzo alla strada.
Due episodi che fanno pensare a Santiago del Cile o a Buenos Aires.
Invece il primo è avvenuto a Piacenza, all'Ikea; il secondo a Torino, in via Verdi, terminato con il sangue degli studenti universitari sul selciato di piazza Castello.
Ora io non so quali siano i requisiti per entrare a far parte della Polizia o di altri corpi usati per la Sicurezza, ma da quanto emerge devono essere praticamente assenti.
Pare proprio che i funzionari in divisa e gli agenti non conoscano minimamente le Leggi della Repubblica Italiana, la nostra Costituzione, il Codice Penale.
Sembra che non ne sappiano nulla di Diritti Umani e Civili, se fanno di tutto, come stanno facendo da oltre due decenni, per finire sui Rapporti Internazionali di Amnesty International, Human Rights Watch e ACNUR/UNCHR.
Anzi, più passa il tempo, più il comportamento delle Forze dell'Ordine peggiora e quelli che chiamano "interventi ordinari per la Sicurezza" sono esclusivamente azioni di bieca repressione da Leggi Speciali,  dettata da nessun bisogno dell'uso della violenza, perché i manganellati/picchiati il più delle volte sono inermi.
In un'altra manifestazione a Torino la Polizia è stata fatta oggetto di lanci di ortaggi e slogan; anche in questo caso ha caricato, picchiato e disperso.
Eppure non esiste alcuna norma che autorizzi gli agenti a reagire con la violenza repressiva contro le verdure e le grida di chi manifesta.
Un funzionario della Questura torinese, intervistato da una giornalista sul fatto specifico, informa che: "quando la Polizia si trova di fronte ad un muro di oggetti lanciati contro, deve intervenire..."
Di nuovo c'è da chiedersi che tipo di selezioni affrontino certi tizi.
Soprattutto se vengono selezionati.
Perché è squallido, oltre che gravissimo, vedere ogni giorno, agenti in divisa e in borghese che picchiano e assaltano disperati lavoratori che rivendicano i propri diritti, studenti contro questo Stato di cose malsane e vergognose.
Queste Forze dell'Ordine sono le stesse del G8 di Genova, 11 anni fa.
Sono le medesime che hanno fatto dichiarare alla Corte di Cassazione in sentenza definitiva: "chi ha gestito la sicurezza al G8 di Genova, si è macchiato di reati gravissimi contro la persona; nel nostro ordinamento non esiste il reato di tortura seppur richiesto più e più volte all'Italia dalla Corte Suprema Europea, quindi gli autori non possono essere perseguiti, non lo si può neppure fare per gravissime lesioni personali, perché il reato è prescritto; si può affermare che i comportamenti degli agenti e funzionari hanno fortemente danneggiato l'immagine internazionale della nostra Nazione..."
La Corte di Cassazione, quindi, lamenta la vergogna dell'impunibilità assoluta di chi compie reati contro la persona e veste divisa e/o gradi.
Non solo restano impuniti, ma il più delle volte, gli stessi funzionari che "hanno danneggiato l'immagine e la credibilità democratica dell'Italia" vengo promossi a ruoli superiori dai Ministri dei governi che si succedono, uno identico all'altro.
Lo è stato per Manganelli come per De Gennaro.
Restano lì ai loro posti, ai ministeri e ai Servizi, con stipendi da nababbi, alla faccia nostra e di tutti i cittadini menati e repressi illegalmente.
Non è cambiato nulla dal 1960 di Tambroni che faceva sparare sull'Italia, dagli anni '60 di Scelba o dal 1977 di Cossiga: Giorgiana Masi come Carlo Giuliani.
Anzi, la situazione è peggiorata.
La certezza d'essere tutelati dall'impunibilità assoluta stabilita per Leggi, scritte ad hoc e firmate senza battere ciglio da questo Presidente della Repubblica, ha di fatto diviso in due l'Italia; da una parte i pochi strafottenti nemici assoluti del popolo che si permettono qualsiasi schifo e dall'altra i cittadini comuni, tutti noi, che devono tacere e subire, pagare i loro stipendi e annessi, altrimenti sono botte, e se ti va male c'è la galera, se ti va peggio anche il TSO e fai la fine di Mastrogiovanni.
Non serve chiedere "scusa" come più volte ha fatto Manganelli, se poi alle scuse non seguono atti concreti: dimissioni e riforma radicale delle Forze dell'Ordine.
In conclusione c'è ancora un'ultima amarissima considerazione: ma tutti i politici garantisti, i Costituzionalisti così elegantemente libertati e di sinistra, i giornalisti d'assalto, gli editorialisti coraggiosi, gli scrittori antimafia con le scorte, i pochi sparuti "intellettuali" contro... come mai non alzano una sola voce per denunciare questa Polizia, il Ministero degli Interni e questi Governi fantoccio?
Domanda retorica.




Lucio Galluzzi

©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter



venerdì 12 ottobre 2012

BAMBINI & GESTAPO

Lettera aperta a capi, orchi e orchesse
e p.c. 
alle streghe e mangiafuoco

Non è interessate quello che hanno da dire, ora, gli esecutori, i mandanti, i sottosegretari, il capo della Polizia, genitori, Fini o Schifani, la Cancellieri e l'Anticrimine di Padova, presidi, insegnanti e personale scolastico di quella scuola in provincia della città del santo.
Non lo è, nella maniera più assoluta.
Spero che il tizio che impersona, a sua insaputa, il Presidente della Repubblica, non esterni, taccia almeno questa volta.
Le immagini terribili e le urla del bambino, portato via da agenti di polizia, come un trofeo di caccia grossa, trascinato, sbattuto su una macchina, usato come ostaggio nell'odio genitoriale, impongono solo la vergogna totale di tutti gli adulti che hanno a che fare, direttamente e indirettamente, con la vicenda.
E' un pugno allo stomaco quello che si vede e si sente in quel video, fa rabbrividire, strappa l'anima.
Ci sono atti gravissimi che orchi e orchesse portano in essere, scientemente, fottendosene di quello che il bimbo grida a tutti loro.
Chiede aiuto, dice che non riesce a respirare, chiama il nonno, la zia, impreca contro i suoi sequestratori, si dimena, tira calci e morde, molla testate a quelle persone in divisa, che lo dovrebbero difendere, proprio perché hanno una divisa e invece lo stanno sbattendo su un'automobile per portarlo via da tutto.
Loro, i grandi con i distintivi, dicono cose inqualificabili, la frase più triste alla zia: "io sono un funzionario di polizia, lei è nessuno!"
Poi al telefono un certo Eduardo Suozzo, dirigente della Questura di Padova, aggrava ancora di più la posizione di questa Gestapo: "Voi giornalisti avete in mano un video che non è il nostro. Il nostro lo consegneremo domani agli inquirenti. Nessuno ha trascinato via il bambino. Lo dite voi, non il nostro video. Noi siamo arrivati a scuola e abbiamo consigliato al padre di avvicinarsi al bambino, abbracciarlo e poi portarlo via, ma il minore ha cominciato a reagire con veemenza, imprecando, dando calci, testate, urlando... ripeto... con veemenza, per questo siamo dovuti intervenire, abbiamo un'ordinanza in mano che toglie la patria potestà alla madre... l'abbiamo fatta rispettare."
Ma dove li prendete certi ignoranti?
Questo fa il dirigente di una questura e non sa che il termine "patria potestà" non esiste più, è stato sostituito per legge, da tempo, da "genitorialità".
Ma non basta: loro sono dovuti intervenire perché un bambino di dieci anni si rifiutava di accettare il tradimento di un abbraccio del padre, trasformato in morsa da rapimento [squallida "mossa" consigliata proprio dagli agenti]?
Come dire: tanto i bambini sono scemi, non capiscono, noi siamo i grandi, facciamo quello che vogliamo di loro e con loro e se i piccoli si ribellano sono botte e cancellazione del loro esistere in vita come cittadini.
Non basta ancora: tutti i compagni di classe del bambino sequestrato, hanno visto le quattro persone in divisa che trascinavano via il loro compagno, tra le grida, i pianti, la disperazione e la sconfitta.
Nessuno li ha fatti scendere, quei suoi compagni, non si sono aperte le porte della scuola per soccorrere quella preda che impazziva di dolore, non sono usciti insegnati e preside, personale scolastico, non sono intervenuti altri genitori che erano lì, a sottrarre il piccolo dalla furia degli orchi e orchesse, portarlo al sicuro, tranquillizzarlo.
Sarebbe interessante sapere se quelle stesse porte le hanno aperte prima, per fare entrare lor signori.
La sconfitta non è di quel piccolo figlio di tutti noi.
Siamo solo noi i perdenti.
Perché quelle immagini non hanno solo fatto il giro di tutte le testate giornalistiche italiane, stanno sui circuiti internazionali, e l'Italia, grazie sempre agli uomini in divisa, continua a fare la figura che merita: un Paese con le libertà sospese, dove le forze dell'ordine sono libere di fare quello che vogliono, perché tanto resteranno per sempre impunite, non perderanno il lavoro e continueranno scelleratamente a reiterare.
Un'Italia dove gli italiani accettano tutto, qualsiasi cosa, anche la più grave e non muovono un solo dito per dire "noi non ci stiamo".
E se viene permesso che un bambino sia trattato in questo modo, senza che quegli agenti siano "presi" di peso dalla folla e mandati al paese dove meritano, allora la frutta marcia dove pensavamo di essere arrivati è putrefazione.
Pochi giorni fa, a Roma, al corteo degli studenti contro i tagli alla scuola pubblica, un altro ragazzino, un 15enne del "Virgilio", è stato preso nello stesso modo da funzionari di polizia, dalle caviglie e polsi e trascinato via con violenza, come un cervo morto sparato a pallettoni dopo la battuta di caccia.
E Manganelli che fa?
Si scusa, come aveva fatto per i massacri alla Diaz, per i pestaggi di cittadini inermi scambiati per Black Bloc solo perché vicini ad uno stadio durante una partita serale, per i calci e i pugni ad un torinese che aveva la terribile colpa d'essere un po' brillo, forse.
Si scusano per Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandri, Carlo Giuliani...
Si battono il petto, ridicoli!, e reiterano, peggiorandosi.
L'immagine concreta di queste forze dell'ordine è devastante e degna di un paese dittatoriale.
Trattare in quel modo, con quella strafottenza, abuso di potere, un bambino, riporta alla mente altre immagini, dolorosamente tristi e disumane, che si sperava fossero documentate solo in Schindler's List e appartenenti ad un passato storico bieco e nero come le camicie brune di quelli che lo agitavano.
Invece no.
Niente scuse, finti pentimenti e maschere di dolore, niente perdono per queste streghe cannibali.
Le "forze dell'ordine" italiane hanno bisogno di pulirsi, radicalmente: non sono più da anni al servizio del cittadino, non lo difendono, anzi.
Gli uomini in divisa hanno urgentemente bisogno di studiare, formarsi, aggiornarsi; è inaccettabile che si offra un lavoro delicatissimo a gente priva di coscienza civile e umana.
Non è più tollerabile che: "gli agenti, i dirigenti polizia, con il loro comportamento di violenze inaudite al G8 di Genova, hanno discreditato l'immagine dell'Italia a livello internazionale, danneggiandone gravemente l'onorabilità; nei nostri Codici non esiste, purtroppo, il reato di tortura, seppure la Corte Europea ne ha sollecitato più volte la sua introduzione. I responsabili degli atti gravissimi alla Diaz non possono essere perseguiti neppure per gravi lesioni personali perché i reati che hanno commesso sono prescritti; resta la constatazione di questo Collegio, amara, che uomini al servizio dello Stato abbiano reso allo stesso Stato, cioè ai cittadini e ai giudici, false testimonianze, depistaggi nelle indagini, abusi di potere e inosservanza delle più elementari norme sulle libertà personali e diritti umani..." [Corte di Cassazione, Sentenza sui fatti G8 di Genova, Torture alla Diaz].
Nessuno dei responsabili ha pagato, sono tutti al loro posto, qualcuno anche promosso a ruolo superiore di sottosegretario.
Come nessuno pagherà per per l'azione della Gestapo di Stato al bambino di padova.
Come da sempre.
Tutti intoccabili, impuniti, protetti dalla Legge che hanno fatto, i loro veri capi,  per permettergli di delinquere in nome di quella stessa Legge.
Orchi e orchesse sanno perfettamente che non saranno licenziati in tronco per quello che fanno perché: "io sono un funzionario di polizia e lei è nessuno".

Lucio Galluzzi

©2012 Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su Twitter
















domenica 24 luglio 2011

STASI D'ORRORE

C'ERA UNA VOLTA L'ITALIA


C'è un'aria brutta in Italia.

Così come da tempo non la si percepiva.

Un clima che non fa solo paura, ma terrorizza se solo si ha un briciolo di coscienza sociale.

E' terribile e incredibile constatare che il non-Governo, e tutto la mediocre squallore che gli ruota intorno, non se ne rendano conto.

Non riescono ancora a capire che questa dolorosa stasi, alla quale hanno ridotto il Paese, avrà di certo una fine, è inevitabile.

E' la Storia dei popoli che lo insegna.

Ma loro di Storia, e anche d'altro, non sanno. Non solo lì dove si sono messi perché "conoscono".

Una vergognosa accozzaglia di poveri ignoranti, carrieristi senza meriti e malati.

Rifiuti falliti della peggiore destra nera che s'illudono della persa memoria degli italiani.

Guerrafondai che impersonano ministri, nazifascisti fanno i sindaci, ladri e camorristi rappresentano questa immonda politica sicuri dell'impunità.

Sindacati venduti ai padroni e allo Stato peggiore che hanno consegnato in saldo la classe operaia agli industriali più miseri di testa.



E' tutta una guerra tra lorsignori.

Noi cittadini, per loro, non esistiamo.

Forse non esistiamo neppure per noi.

Siamo solo merce deperibile da usare a fini elettorali. Si ricordano, per finta, di noi solo poco prima delle elezioni.

E' lì che questi delinquenti cominciano a battersi il petto, recitando mea culpa, promettendo qualsiasi puttanata populista venga consigliata dai loro uffici sondaggi e demoscopici.

La memoria non dobbiamo mai perderla, altrimenti siamo morti.

Dobbiamo, per obbligo morale, ricordare il contratto con gli italiani che quel tizio presentava dall'insetto serale.

Non l'aveva scritto lui, gliel'aveva "passato" il dicastero ad personam "Propaganda".

Nessuna di quelle promesse è stata mantenuta.

Un milione di posti di lavoro in più sono in realtà diventati la cancellazione dello Statuto dei Lavoratori, dei CCNL, del movimento operaio e di tutte le sue lotte e conquiste.

Scioperare è quasi reato.

Ammalarsi, per un dipendente, è truffa; così viene multato e perseguitato dalle visite fiscali.

Chi protesta se le prende.

Chi osa scendere in piazza deve fare i conti con le cariche dei mastini, i manganelli, calci, pugni, gas lacrimogeni fuori legge, chimica da guerra.

Istituito il diritto per l'industriale di licenziare chi vuole e quando vuole, soprattutto se il dipendente è iscritto a sindacati diversi da quelli gialli.

Il mantra maledetto delle tasse diminuite, delle mani non messe nelle tasche dei cittadini, dell'aumento delle pensioni minime, della tutela dei più deboli, dell'amore per tutti… resta mantra maledetto, solo una vuota e ormai criminale recita ripresa da tutta la corte dei maggiordomi.

Ed è fame, disperazione, suicidi, aumento del consumo di antidepressivi e ansiolitici a livelli inimmaginabili, salti finali dalle finestre e dai balconi con i figli in braccio, famiglie intere che si estinguono a colpi di martello o veleno per topi.

Questi delinquenti impresentabili hanno rubato anche la speranza.

Si va a letto la sera pensando a come recuperare soldi per il giorno dopo.

Non si dorme la notte.

Il mattino dopo si finge il risveglio, perché sta arrivando settembre, ricomincerà a fare freddo, hai da pagare ancora il riscaldamento della stagione scorsa, forse ti hanno tagliato il gas, magari ti sfrattano, Equitalia ti chiede un rene, lo Stato il cuore, i mangiapane a tradimento si accontentano delle mani, solo quelle servono per votarli.

Subito dopo, se crepi è meglio.

La memoria è un'arma indispensabile, se ti adegui all'Ordine Sociale di questa Salò terminale. sei completamente finito.

Se non ti ricordi sei loro complice, con la promozione, la carriera, ma colpevole e corrivo.

Lurido come loro.

Morto come loro.

Necrofilo tra necrofili.

Rammentati che lo smemorato a cui hanno regalato una casa a sua insaputa, quella con vista Colosseo, era il capo del Viminale durante i massacri del G8 a Genova; che il delfino di Almirante, quello della casa di Montecarlo, oggi alta carica dello Stato, allora era alla Difesa e salvò i suoi amici di governo, tutti, e i capi delle divise, tutti; oggi si batte il petto, lo fa da tempo, ma i fascisti ci sono abituati al mea culpa da Mirandolina e commedia dell'arte.

Non dimenticare che mentre il sangue scorreva alla Diaz e a Bolzaneto, alla Giustizia c'era il legaiolo villano e violento che ancora oggi blatera i suoi deliri a nome e per conto della casta padana celtica.

Soprattutto occorre leggere, spegnere la televisione e scorrere con attenzione le righe della sentenza d'appello che ha condannato tutti i "militari" e i loro capi che hanno praticato tortura e odio contro ragazzi inermi, pacifisti, con le mani alzate, lì nell'orrore del 2001 a Genova.

I giudici, perentoriamente, scrivono: "gli interventi degli agenti alla Diaz e a Bolzaneto furono decisi antecedentemente a tavolino. I responsabili di tali atti offesero e umiliarono, ferirono e abusarono della loro funzione al fine di arrestare, per dare all'opinione pubblica italiana ed internazionale l'immagine di forze di polizia che intervenivano su violenti black bloc che tali non erano…"

Ancora: "I vertici delle forze dell'ordine non solo hanno ostacolato e depistato, ma fornito ed incitato alla falsa testimonianza, costruendo ad hoc prove false esibite anche alla stampa internazionale".

Sempre gli stessi giudici introducono nella sentenza un concetto importante e unico nella giurisprudenza italiana: "il corteo dei manifestanti attaccato violentemente e senza motivo dalle forze dell'ordine, reagendo, ha applicato il diritto di legittima difesa".

Difatti: i manifestanti che erano sotto processo sono stati tutti assolti; condannati i vertici militari e gli agenti imputati.

La Cassazione deve ancora esprimersi con sentenza definitiva o può richiedere che i processi vengano celebrati nuovamente alla luce delle testimonianze acquisite [800 ore di filmati] e per rendere verità e giustizia a Carlo Giuliani.

Nessun condannato è finito in galera, vuoi per prescrizione del reato o per il godimento della condizionale.

Prescrizione non vuole dire assoluzione, ce lo insegna Andreotti, mafioso fino ad una certa data, ma prescritto, perché la Giustizia per i potenti funziona così.

L'Italia è l'unico Paese dell'Unione Europea che non contempla nei suoi Codici il reato di tortura, non l'ha introdotto e di certo questo esecutivo di pazzi furiosi non ha alcun interesse a farlo.

Come potrebbero altrimenti ammazzare Cucchi, Aldrovandi, Uva, Saturno, l'anarchico Mastrogiovanni… e non subire mai alcuna restrizione?

Mai giungere ad una sola verità?

Ma l'Italia è anche il paese del Bengodi non solo per la casta dei politicanti.

L'Unione Europea ha stabilito che gli Stati membri devono sospendere dal servizio i pubblici ufficiali sotto processo per atti compiuti in abuso della loro funzione e, se condannati, destituiti del tutto.

Nessuno dei colpevoli per la macelleria messicana al G8 di Genova è a casa lontano dalla divisa.

Lavorano tutti e tutti con la divisa addosso, incarichi di polizia penitenziaria o giudiziaria e quant'altro li possa garantire sempre di più.

La stessa cosa per chi ammazza in carcere o negli OPG, per strada o nel chiuso di camere di sicurezza.

Anzi, i compagni di merende che adesso continuano nel disastro della Nazione, promuovono quei "dirigenti" che si sono macchiati di reati gravissimi contro la persona, regalando incarichi più prestigiosi, e il sassofonista di Stato unitamente al guerrafondaio mefistofelico, si complimentano con loro ed esprimono "fiducia e stima incondizionata del Governo".

Placanica, invece, chissà come mai, è stato congedato, quattro anni dopo aver sparato a Carlo Giiuliani, perché "non compatibile con il servizio militare".



E' stasi di morte.

Chi si meraviglia ancora è stupido.

Chi fa finta di non capire è un nemico dell'intelligenza.

C'era uno che una volta che faceva l'avvocato dei boss di cosa nostra, oggi, siede su un'alta poltronissima, si batte il petto e fa l'antimafioso.

C'era una volta l'Italia che si indignava.

Ora va a troie e non sa neppure cos'è un forcone.

Però ha tre finti ministeri a Monza!


Lucio Galluzzi

©2011 Common Creative Licence

su Blogger

su ChiareLettere

su I Nuovi Mostri Oliviero Beha

su Liquida

su Report on Line

su BellaCiao

su faceBook

su Twitter

su Twubs Editor e Administrator Italia e Mondo per Iran Election



sabato 26 marzo 2011

CARLO GIULIANI E G8 GENOVA, STRASBURGO: "LO STATO ITALIANO NON HA COLPE"

LORO NON ERANO D'ACCORDO CON GLI ORDINI MA HANNO ESEGUITO



Non poteva essere altrimenti!

Uno Stato, come quello italiano, in pieno golpe da anni non può avere colpe.

Giammai! Il potere assolve sempre se stesso. Non ha importanza come si chiami o se abbi sede a New York, nei palazzi di vetro piuttosto che a Roma o Strasburgo.

Proprio perché stanno nei Palazzi, ai piani alti, i più alti, grattacieli, guardano sotto e vedono la gente piccola: formiche. Realizzano solo che quelle persone, magari pure assembrate e in tante, laggiù in fondo, sono solo una indistinta macchia nera di puntini semoventi: formiche.

Qualche tempo fa chiamavano i diversi da loro "ratti, pidocchi, insetti", prima facevano leggi ad hoc, poi li rastrellavano, infine: lo sterminio.

E fu Shoah.

I colpevoli del genocidio, amorevolmente, vennero poi aiutati dal Vaticano e dalla Croce Rossa Internazionale, con le Ratlines, a sfuggire ai tribunali e alle pene da scontare. Approdarono a Genova mostri come Mengele insieme alla famiglia, prelevati da auto diplomatiche e portati a Roma, ospitati in alloggi usati solo per quel fine, forniti di documenti falsi e soldi venivano poi affidati ai regimi compiacenti Sud Americani. Lì vivevano indisturbati e riveriti, usando il loro vero nome. Mengele era addirittura presente nella guida telefonica pubblica della città brasiliana che lo vide suo residente per 25 anni.

Ogni tanto veniva pure in Italia ad incontrare il suo primogenito che lavorava in Germania, poi se ne tornava in Sud America a lavorare nelle aziende che lì aveva la famiglia Mengele.

Poteri che aiutano potenti.

Non ha importanza che tipo di potente. Anzi: più il potente è criminale internazionale, più viene protetto e salvato, riverito e magari pure revisionato da accattoni come David Irving e case editrici che pubblicano falsità storiche come le due italiane in mano all'estrema destra neonazista, che però non diteglielo altrimenti s'arrabbiano.

Poteri contigui e biunivoci corrispondenti, che non sono minimamente scalfiti da alcuna azione Giudiziaria, perché se la Magistratura passa all'atto duro e deciso, allora scattano i Segreti di Stato, gli archivi della vergogna che non possono essere aperti, i Servizi Segreti più o meno deviati, depistaggi, confusione e se proprio si continua a voler sapere la verità ti spunta fuori quella Falange Armata o la Brigata Rossa di Stato con una strage orrida confezionata ad uso e consumo della distrazione/distruzione di massa.

Pochi giorni fa il premier italiano ha dichiarato che gli dispiace per Gheddafi e ciò che gli sta succedendo, non l'aveva chiamato all'inizio del genocidio della popolazione libica perché non voleva disturbarlo tra un massacro di civili ed un altro.

Potenti pro potenti.

Tra la guerra in Libia, l'emergenza apocalisse nucleare dal Giappone, l'effetto domino delle rivolte nel mondo arabo è stata quasi taciuta la notizia che Strasburgo ha dichiarato lo Stato italiano con colpevole per l'assassinio di Carlo Giuliani e le violenza delle Forse dell'Ordine al G8-Genova 2001.



A nulla serve che il Rapporto Annuale di Amnesty International abbia parlato di quegli avvenimenti gravissimi come "violazioni dei diritti umani", "inquietanti interventi degli agenti alla scuola Diaz di Genova con pestaggi gratuiti, inquinamento delle prove, ferocia della polizia…", "uccisione di uno studente dimostrante da parte degli agenti con seguenti dichiarazioni ufficiali del Governo che contrastano con la realtà dei fatti e ricostruzioni fantasiose quanto ridicole sulla dinamica dell'omicidio di Carlo Giuliani…"

Ricostruzioni fantasiose… non sapevano davvero più cosa inventarsi per ammazzare nuovamente più e più volte Carlo; sono arrivati anche a dire che il proiettile sparato in aria solo a scopo intimidatorio, dall'agente indagato, è stato poi deviato da un sasso lanciato dai dimostranti, "la traiettoria della pallottola è quindi stata deviata dal 'maledetto' fato attingendo il giovane…", ma anche che "il proiettile è stato sparato da altri, non dagli agenti, i Black Bloc e gli agitatori si sono infiltrati, rubando anche armi d'ordinanza alle forze dell'ordine…"

Basta guardare i video caricati su YouTube, per ottenere una completa cronaca fedelissima di quanto accaduto in quelle ore a Genova per capire e farsi un'idea, senza un'ombra di dubbio, sul potere che assolve il potere.

Chi sottoposto a processo, i capi che davano gli ordini affinché ci massacrassero, hanno a loro carico accuse gravissime: occultato prove, raccontato falsità, chiesto a subalterni di tacere o testimoniare bugie, fabbricato evidenze da far attribuire poi ai No Global [le molotov introdotte alla Diaz dagli agenti]… non sono personaggi minori, ma gente come l'attuale Capo della Polizia Manganelli, l'allora comandante PS De Gennaro, il dirigente Digos Genova nel 2001 Spartaco Mortola: "avrebbero indotto l'ex questore Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza" sulla irruzione della polizia alla Diaz.

Il processo si è svolto a porte chiuse, così nessun cittadino ha potuto guardare in faccia i tizi in questione che vengono pagati con i nostri soldi, non certo per rendere alla Nazione un servizio di sangue e morte, manganellate, violenze gratuite, ferocia.

Prima Colucci aveva detto che De Gennaro sapeva tutto delle iniziative repressive adottate a Genova, poi guarda caso!, al dibattimento cambia versione e si smentisce, dice il contrario.

In una intercettazione, agli atti, Colucci chiama Mortola e gli dice: "Ho parlato con il capo. Devo fare marcia indietro".

Il "capo" cui fa riferimento sarebbe proprio De Gennaro. L'intercettazione finisce per caso nell'inchiesta avviata dopo la misteriosa sparizione delle bottiglie molotov che erano state falsamente attribuite ai no-global arrestati. E scatta l'incriminazione per il vertice della Polizia.

I pm sostengono "De Gennaro sapeva". Tutto ruota intorno alla presenza nella scuola Diaz di Roberto Sgalla, responsabile delle pubbliche relazioni per la Polizia di Stato. Colucci aveva in precedenza giurato che De Gennaro gli aveva detto di avvertire Sgalla e inviarlo alla Diaz per seguire l'irruzione. Secondo gli inquirenti, questo dimostrerebbe che anche i massimi vertici dell'Interno erano perfettamente a conoscenza di quanto era accaduto nell'istituto. Ma chiamato a testimoniare in aula - e dopo la telefonata intercettata - il questore cambiò versione: "Sono stato io - disse Colucci - a chiamare Sgalla. E' stata una mia iniziativa".

Bravi davvero, talmente bravi che il potere li ha anche premiati dando loro nuovi incarichi con più responsabilità.

Colucci, per esempio dirige il Servizi Segreti DIS.

Il 3 marzo scorso, ad una nuova udienza dell'appello del processo che vede Colucci imputato per falsa testimonianza, sempre per i fatti del G8, il tizio ha di nuovo cambiato versione: "io non ero d'accordo con gli ordini, ma arrivavano dai miei superiori e li misi in pratica".

Suona sinistramente famigliare questa frase. L'hanno usata dai processi di Norimberga in poi tutti i Gerarchi nazisti, tranne uno a dire il vero, per giustificare i crimini commessi: loro non erano d'accordo a sterminare ebrei, zingari, omosessuali, oppositori… ma eseguirono gli ordini che arrivavano da quell'altro pazzo furioso di Hitler.



Allora, dobbiamo fare anche attenzione: se per caso domattina si sveglia un capo di questi tizi, indagati e impuniti per i massacri e l'omicidio di Carlo a Genova, e il Capo dei Capi si sveglia più pazzo del solito e ordina loro di andare a prendere tutti i redattori del Fatto Quotidiano e Liberazione, compresi i lettori abbonati, e portarli al confino oppure di farsi dei bei giri con i cingolati sui precari che manifestano in qualche piazza, mettendoli proprio sotto… loro lo faranno, pure non essendo d'accordo, eseguiranno gli ordini.

Sorge un dubbio: dal 2001 ad oggi in Italia, c'è il Governo Tambroni? Chi è il presidente del Consiglio: Reale, Scelba o Licio Gelli? Il Papa è Pio XII?



Lucio Galluzzi

©2011 Common Creative Licence

su Blogger

su ChiareLettere

su I Nuovi Mostri Oliviero Beha

su Liquida

su Report on Line

su BellaCiao

su faceBook

su Twitter

su Twubs Editor e Administrator Italia e Mondo per Iran Election