DOMANI - 5 LUGLIO - SI MUORE - OGGI SI E' MORTI
Oggi 4 luglio, festa grande per gli USA.
Nazionale ed internazionale. Tanto che i ragazzi statunitensi sono stati per quasi tutto il giorno sui canali twitter/twubs della Rivolta Verde iraniana e sono stato loro i quasi totali protagonisti della messaggistica.
Inneggiavano al loro Grande Paese Liberatore, dispensatore di Democrazia, con la Costituzione più bella del mondo; è vero che solidarizzavano con gli oppositori alla tirannia di Ahamdinejad, quasi tutti, ma... era fuori luogo l'euforia, veramente non appropriata a quel luogo virtuale, che poi tanto virtuale non è.
Un solo momento ha unito tutti: l'arrivo della notizia che gli U2 hanno dedicato "Sunday bloody Sunday" al popolo iraniano e la diffusione del video.
La aspettavano questa cosa i ragazzi di Tehran.
Per loro è stato un regalo enorme.
E poi gli americani se ne sono andati. Io direi finalmente.
Perché solo da allora lo spazio che occupavano è stato di nuovo usato per lo scopo per il quale è nato: l'Iran clandestino che ci fa sapere e soprattutto vuole sapere da noi.
Oggi la giornata l'hanno definita "quieta", troppo. Dicevano "quiete prima della tempesta".
La milizia distrugge in queste ore anche le parabole per la ricezione domestica satellitare. Niente SMS. Telefoni cellulari inutilizzabili. Poche notizie filtrano a loro.
Quasi nessuna.
Lo si capiva dai messaggi che mandavano. Diversi da tutti gli altri giorni.
Solo maledizioni ad Ahmadinejad, agli ayatollah, tutti, ai governi compiacenti come la Cina, la Russia...
Nient'altro. Quindi da loro è black out totale.
Poi qualcuno comincia a chiedere notizie del padre. Scrive nome e cognome. Località. Anni. Lo hanno arrestato di notte, e non se ne sa nulla. Chiede a noi stranieri di lanciare un appello.
Ancora: lista di 12 "scomparsi" per i quali si teme il peggio.
Si fidano di noi. Non hanno altra speranza oltre.
Noi stranieri siamo ora la loro voce, anche i loro mezzi.
Avvisi urgenti di emergenze umanitarie all'Ambasciata dell'Argentina a Tehran. Aiutateci ancora. Qualcuno corra là adesso.
Si sa che i feriti dalla milizia del dittatore non si rivolgono più agli ospedali, ma usano le ambasciate per farsi curare.
Negli ospedali sarebbero "presi" e "scomparsi".
Viene attaccato twitter. Ma si continua, più lentamente.
Così verso sera ci chiedono se abbiamo notizie di esecuzioni sommarie avvenute in mattinata in Iran. Non le abbiamo ancora. Loro neppure.
Poi un'Ansa, ripresa da un testata siciliana on line: 20 impiccagioni di "spacciatori" in un carcere di periferia lontano da Tehran.
La Farnesina ufficializza.
Come si fa ad informare quei ragazzi che la notizia è ufficiale e vera?
A dirlo agli stessi che cercano padri, fratelli maggiori, compagni di studi, fidanzati...?
Eppure bisogna farlo.
E' così che il "lavoro" di un blogger diventa anche dolore. Mi sono ritrovato ad anni fa, quando traducevo per Amnesty i rapporti sui metodi di tortura usati in Sudan e Iran. Non ce la facevo a scrivere in italiano tutto di seguito, talmente era l'orrore. Affrontavo qualche riga, poi smettevo per metabolizzare... Riprendevo dopo mezz'ora. E così via. Si saltano i pranzi e le cene dopo.
Oggi è stata la stessa cosa.
Per la prima volta nella mia vita non ero solo di fronte a fogli e pc ad occuparmi di tradurre e comunicare, ma lo dovevo fare in tempo reale e dirlo a persone probabilmente coinvolte nelle tragedie.
L'ho fatto. Con me confermavano le esecuzioni un ragazzo dall'Australia e un francese.
Poco fa c'erano ancora appelli che scorrevano: loro sospettano che le esecuzioni siano a centinaia al giorno. Che i casi di tortura siano innumerevoli...
Noi da questa parte del mondo sappiamo che Ahmadinejad ne ha già uccisi più di 2000 dall'inizio della rivolta, conosciamo cose anche peggiori che in questi giorni segnano di sangue il governo degli Ayatollah.
Ora: domani è il primo giorno di sciopero generale in Iran dichiarato dalla Rivolta Verde;
gli Ayatollah hanno minacciato di morte chi vi parteciperà;
i ragazzi di Tehran su twitter sanno che da domani mattina saranno stragi ed esecuzioni sommarie di civili, e sono pronti al martirio;
ci chiedono di essere la loro speranza, lo hanno fatto fino a qualche minuto fa.
Io non me la sono sentita di dire tutta la verità.
Marg bar dictator
i links di oggi:
Lucio Galluzzi
Su Blogger
su Twitter canali: #italy4iran #iranelection
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