martedì 25 maggio 2010

LA SCUOLA PUBICA

"IN QUEST'EPOCA DI PAZZI CI MANCAVANO GLI IDIOTI DELL'ORRORE"
TI DISTRUGGO L'ISTRUZIONE: ZITTI E MOSCA!



Negli anni il Ministero della Pubblica Istruzione ha talmente cambiato faccia, fini e competenze da raggiungere oggi un primato. E' difatti il dicastero dei primati. Babbuini, macachi, bertucce, scimpanzé, pochi gorilla… Qualcuno dirà che non è vero, che il mondo dell'istruzione italiana è fatto da pecore in greggi compatti.

Beh? Cosa cambia? Abituiamoci pure a giocare sempre di più con le parole senza attribuire loro significati stabili e precisi. Più si sparge confusione, meglio è. Ma le pecore sono ovini! Sì, ok, ma in questa modernissima cultura di regime non ha importanza mettere i puntini sulle i. Ovini e primati potrebbero diventare la stessa cosa. Basta una circolare attuativa alle case editrici accreditate per i libri di testo, e voilà, il gioco è fatto. Chi vuoi che se ne accorga? Anzi, di più, se c'è sul sussidiario allora è come lo avessero detto da Bruno Vespa, è vero! Incontrovertibilmente vero.
Che ci interessa, per esempio, la storia dell'arte? E' perdita di tempo. E' anche una materia abbastanza gay, ammoscia gli animi, femminina i baldi futuri giovanotti, e anche le giovanotte, tanto vale toglierla dalle materie d'insegnamento. E la geografia? Altra palla pure quella, inutile. Una volta che sai che l'Italia è a forma di stivale, che c'è il nord e il sud, che a settentrione ci sono le meraviglie, a meridione i fannulloni che non hanno voglia di lavorare e sporcano le città, sai praticamente tutto! Mica serve un insegnante che ti spieghi queste banalissime cose! Si sprecherebbero i soldi, che già non ce ne sono. Vedi come si fa in fretta e come è tutto facile? In poche righe due tagli netti. Più risparmio e razionalizzazione delle risorse disponibili.

A ragionar come si deve, senza i paraocchi soliti, si può, e in fretta!, dare una svolta epocale alla scuola italiana. Innanzitutto cominciare a mandare a casa tutti quelli che avanzano richieste sindacali e politiche, ha ragione Brunetta. Dici che lui non è il Ministro dell'Istruzione? Perché la Gelmini lo è? Quindi dicevamo, via i sobillatori che non servono a niente, fanno solo casino, restano di diritto i docenti che sanno bene il fatto loro. Loro non nel senso personale di sé stessi, ma "il fatto loro" di quelli del governo no! Solo conoscendo a menadito i proclami dell'amore dell'esecutivo si può trasmettere ai fanciulli quella continuità del non cambiamento che tanto sta a cuore al preside di Arcore.
Perché o la scuola è un apparato contiguo della sovrastruttura dominante, oppure non serve a nulla se non far finire il Paese nel caos con le proteste dell'Onda, movimenti studenteschi vari e variegati, comitati insegnanti e genitori, ci mancano solo un nuovo '68 o un maggio francese perché vada a quel paese tutta la fatica fatta in questi anni dai nostri bravi e meravigliosi governanti.

Ci stanno insegnando qualsiasi cosa, lo fanno anche con genialità, rendendoci simili a loro: facce di bronzo. Così, per esempio, noi insegnanti non dobbiamo vergognarci quando chiediamo alle famiglie degli alunni di dotare la scuola di carta igienica, tovaglioli di cellulosa, gessi, saponi liquidi, rotoli di Scottex, risme di fogli per fotocopie, fondo cassa classe, partecipazione spese… Se c'è qualche genitore che non ha i soldi e non porta il materiale, basta scriverlo sul diario, con un po' di fermezza si otterrà quanto richiesto, perché la vergogna di essere giudicato un pezzente può più della povertà certa. Stessa cosa se non pagano i buoni pasto. Si fa un bell'elenco con tutti gli arretrati, poi glielo si fa arrivare a casa chiedendo di pagare subito; pena, in caso contrario, l'interessamento del Sindaco. Vedrai che gli effetti saranno solo due: il figlio non mangia più in mensa e se lo vengono a prendere alle 12.30 riportandolo alle 14.00, se non lo riportanova più che bene, meno sono in classe meglio è; il Sindaco ordina di espellere dal pranzo i bambini morosi, quelli si vergognano perché lo si deve fare di fronte a tutti, andranno a casa piangendo e, di nuovo, l'orgoglio del non essere giudicato straccione metterà a posto tutto, la famiglia pagherà. Come non si sa, non è un problema della scuola!


Tremonti lo ha pure detto e ridetto. Non ci sono i soldi per la scuola, mettetevi l'animo in pace e datevi da fare perché sono fatti vostri, siete nell'autonomia! E mi dirai di nuovo: Tremonti non è il Ministro dell'Istruzione. Perché la Gelmini lo è? Lo era la Moratti? I dicasteri ormai non sono più come un tempo, inamovibili, chiusi a compartimenti stagni. Ora è diverso. Basta con l'antico! E' possibile che Calderoli si cominci ad occupare di Università e Ricerca, Gelmini di bilancio dello Stato, La Russa di tecniche didattiche e correzione educativa, Sacconi di beni culturali, Bossi di pari opportunità, Bondi di ministero della preghiera, Gasparri di tutto un po', Tremonti di cinema e spettacolo, Scajola di edilizia pubblica e degli Enti dismessi… poi tutti quanti, anche i non citati, si interscambiano i ruoli, così le provano tutte, con la supervisione di Brunetta. Hai presente il cubo di Rubik? Ecco, una cosa così.


Qualcuno, il solito qualcuno disfattista!, potrà pensare che così è un caos. E invece non è vero. Semplicemente perché sopra tutto e tutti regna Lui, Colui che se è capace di debellare il cancro in tre anni, vuoi che non sia in grado di instaurare l'Ordine Supremo all'istante?
E' talmente dio, Lui, che qualche Ufficio Regionale Scolastico ha pure emesso l'anatema contro i detrattori suoi e dei prescelti. Se sei un dipendente scolastico non ti è più possibile criticare il governo per il suo operato e neppure il ministero gelminiano. Pena la censura del tuo capo d'Istituto e la sospensione dello stipendio per un mese. E fanno bene! L'insegnamento non è una professione. Neppure un lavoro. E' missione e come missionari devono comportarsi i dipendenti: umiltà, voto di povertà, obbedienza al dogma, devozione alla Casa Madre. Una cosa non è concessa: anche se missionari non si può stare nella posizione missionaria. Bisogna mettersi a novanta. E' un obbligo, ma ben accetto da quasi tutti i dipendenti della scuola pubblica. Anzi i gradi di schienificazione ormai stanno aumentando, si sta giungendo ai 120, perché è talmente bello essere presi per il culo per anni, che si vuole provare di più. Sadomaso?

Non ci sono più soldi. Neppure il becco di un centesimo. Sono finiti tutti nell'evasione fiscale, privilegi di casta, ruberie della cricca, tangenti, capitali all'estero. Dobbiamo sacrificarci e duramente. Lo dice Letta, non lo dice il Re perché glielo fa dire ad altri così nessuno può fargli notare che è un ballista, lo ha detto anche Napolitano che tra una firma e l'altra se non dorme ripete quello che dicono i megafoni. Tra poco saremo come la Grecia, aggiungono le Cassandre in play back subito riprese da Cisl, Uil, UGL spolverate… Anche Bersani ci cala le braghe dalla paura, per finta. Casini, che non c'entrava, adesso entra. Che progressi hanno fatto i lubrificanti! E tutti e due, insieme allo stuolo di penitenti avvinte dal dolore, si stringono intorno all'esecutivo morente. Meno male che ci sono loro a salvare la Nazione! Pronti ad un governo di solidarietà che affronti e risolva il momento tragico. Come ai tempi delle BR, stragi di Stato, crisi petrolifera, pericolo mafia, congiuntura. E' sempre così, loro lo sanno bene da decenni, per quello dobbiamo fidarci. Caspita se dobbiamo.


E la Scuola? Cioè, fammi capire, in un momento come questo, di gravità assoluta, in cui rischiamo tutti il culo [ma non lo abbiamo già dato in abbondanza?] tu ti preoccupi della Scuola? Pensi che a loro interessi pensare alla Scuola? Ma è l'ultimo dei loro problemi, come è giusto che sia! Genuflettiti, prega e pentiti!

Niente soldi uguale tagli ulteriori, meno docenti, meno collaboratori, meno ata, stop al tempo pieno, meno insegnanti di sostegno, meno materie, maestro unico, precari non pagati che è meglio, blocco dei contratti, no aumenti, no pensionamenti, più alunni per classe, meno fondi, 300 euro in più al mese per le maestre di Religione.
Perché loro sono le uniche che servono in questi momenti.

Loro non hanno mai chiesto di togliere il crocifisso dalle aule.

Non protestano, non scioperano, non contestano, non solidarizzano con gli altri, non si espongono mai, non partecipano alle assemblee sindacali, lavorano con vero amore, trasmettono la speranza nella provvidenza.
Ma a questo punto che cosa rimane di Don Lorenzo Milani, Mario Lodi, De Bartolomeis, Ivan Illich, Pontecorvo, Decroly, Freinet, Laeng, Scurati, Claparede…?

Beh questo lo spiegheranno le Maestre di Religione che saranno tutte nominate insegnanti uniche perenni.

Affari loro!



Lucio Galluzzi©2010 Common Creative Licence

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