lunedì 24 maggio 2010

COSA VOSTRA




PERCHE' AVETE UCCISO FALCONE E BORSELLINO?

"MANGANO E' UN EROE, PUR TORTURATO DAI MAGISTRATI NON HA PARLATO, NON MI HA MESSO NEI GUAI"

Quando scoppia una piazza, salta in aria una via intera, una stazione, un pezzo d’autostrada le comunicazioni telefoniche prima sono intense. Dai luoghi che hanno scelto verso utenze a volte insospettabili, a volte no. E’ tutto un parlarsi, chiedere se la mamma ha preparato la crostata con i frutti giusti, com’è il vento lì da te, mi stanno venendo a trovare gli amici, il caffè è quasi pronto. Per Giovanni Falcone, la moglie, la scorta usarono cinquecento chili di esplosivo, volevano un cratere che ricordasse la Siberia per devastazione. Ci riuscirono. Telefonate e ancora telefonate che partivano da lì verso numerazioni di servizi segreti, deviati?, e anche per gli USA. Strano, veramente incredibile. Si procurano cinque quintalate di tritolo, telefoni cellulari, che a quei tempi erano ingombranti, telecomandi, SIM a perdere, fanno appostamenti, studiano i percorsi temporizzandoli, si riuniscono, conoscono date di partenza dei voli, gli arrivi, le automobili usate. Strano, veramente ancora più incredibile che “nessuno” si accorgesse di nulla. Ma come? Gli 007 sono capaci, lo erano anche allora, di conoscere in anticipo qualsiasi movimento li interessi, anche quello più stupido ed inutile. Sanno in anticipo che autonomi si infiltreranno in un corteo, di un’automobile rubata a Lecce e portata, per esempio, a Torino e per cosa verrà usata, di gruppi estremisti di operai in lotta che si stanno organizzando per un’azione dimostrativa. Lo sanno perché “ascoltano”, intercettano, osservano, si appostano, filmano, fotografano, si infiltrano. Benedetti i telefoni! Ma quando si tratta di stragi mafiose, aerei che si inabissano con tutti i passeggeri a bordo, bombe nelle banche, Italicus, Bologna, Piazza della Loggia, Capaci, via D’Amelio, rapimento Moro… ecco che capita qualcosa di solito, recitativo, immancabilmente uguale. Un rituale che si ripete da decenni: nessuna prevenzione delle macellerie, tutto avviene, fila liscio come il sangue defluisce dagli scarichi del mattatoio. Nessuna “informativa” che avverta. Non hanno sentito le telefonate, non si sono accorti dei summit di mammasantissima, dei passaggi di esplosivo e del suo trasporto da una parte all’altra, dell’approvvigionamento di materiale elettronico specifico per attentati. Eppure, per l’appunto, da Capaci i cellulari chiamavano utenze particolari, riservate. Cosa Nostra aveva i numeri così come aveva quelli di non si sa bene chi negli Stati Uniti.





E’ alquanto bizzarro che i servizi “segreti” non sapessero delle proprie deviazioni e non stessero alle costole degli agenti traditori. Anche perché c’era stato un precedente per Falcone: Addaura. E come sempre nelle democrazie a forma di banana come la nostra, scende il segreto di Stato. Ma non quello normale; il segreto dei segreti: perenne!

A chi dava fastidio così tanto Falcone? Perché se lo hanno ucciso in quel modo doveva essere vicino a qualche verità enorme e alla soluzione della matassa velenosissima che porta Cosa Nostra dentro le Istituzioni. Stava lavorando a questo. Non ad altro. Stesso l’impegno di Paolo Borsellino. Stessa la morte poco dopo. Ugualmente e orrendamente “plateale”. Possibile che la mafia, da sola, si sia impaurita così tanto da organizzarsi in perfetti commando para militari, colpendo con precisione assoluta al cuore, usando con destrezza, mai vista prima, capacità da intelligence?

Ma li avete visti bene? Toto’ Riina e Provenzano: due ignoranti colossali che a malapena riescono a mettere insieme una frase minina solo usando il presente indicativo, se devono ricorrere all’imperfetto già vanno in crisi diabetica e bestemmiano i nomi della madonna, ma adorano così tanto padre Pio! U scannacristiani, detto anche verru [il porco], Brusca, spietato esecutore e scioglitore di bambini nell’acido, parla una lingua che tutto è tranne l’italiano, grugnisce, gli articoli determinativi non sa cosa siano, uno stupido clinico insomma. Totuccio Contorno, Stefano Bontade, Michele Greco, Liggio, Calò… e via così un’accozzaglia di criminali, esecutori, sanguinari, cannibali affamati di denaro e potere, necrofili, ma con capacità intellettive zero.

E questi avanzi d’inferno, bassezze dell’umano avrebbero da soli organizzato Capaci, via D’Amelio e il resto? A livello di bieca manovalanza sì, ma i mandanti?

E insiste sempre la stessa domanda: perché Falcone? Perché Borsellino?

Il sottosegretario alla Giustizia degli Stati Uniti l’altro giorno ha chiesto pubblicamente al governo italiano di non licenziare la legge anti intercettazioni, di lasciare lavorare i giudici che tanto hanno già egregiamente fatto contro la criminalità organizzata.

Non è un caso. Gli Stati Uniti sanno perfettamente quanto le intercettazioni siano basilari nei processi giudiziari e di conoscenza dei fenomeni malavitosi internazionali. In pratica dicono a Berlusconi: “se intralciate la giustizia italiana, mettete i bastoni tra le ruote anche a noi”. Perché l’FBI si ricorda quando Falcone l’aiutò e fermare il traffico di eroina dalla Sicilia agli USA, non dimentica le rivelazioni di Tommaso Buscetta proprio all’FBI, e otto anni prima di quelle italiane, che indicavano Giulio Andreotti come il referente di Cosa Nostra.

Sono passati diciotto anni dalla strage di Capaci e via D’Amelio, e senza usare mezzi termini i giudici ci stanno dicendo che la storia non è andata come ce l’hanno raccontata fino ad oggi. Appunto i cretini clinici furono meramente esecutori di ordini altrui. Lo dicono i documenti che stanno emergendo dal buio di vent’anni, le intercettazioni, i collaboratori di giustizia, lo raccontano i ricatti, le frasi dette e non dette, le trattative con i potenti e le richieste trascritte nei pizzini…

Viviamo in un Paese che è diventato più che strano. Ci stanno abituando a cancellare la memoria e la comprensione, il pensiero autonomo. E’ come se ci fossero sempre agenti in divisa che mandano via, perché i curiosi intralciano il traffico e poi è meglio che non vedano. Si ritrovano di notte come i ladri a votare in fretta il bavaglio per la stampa che il premier vuole entro i primi giorni di giugno.

Questo premier che si guarda bene dal presenziare alle commemorazioni per Falcone, non c’è mai andato, non sono cose che lo interessano, lui si dedica ad altro. Dichiara Mangano un eroe perché sottoposto a tortura dai giudici non ha mai parlato, non lo ha messo nei guai. Ok, ma di quali guai avrebbe potuto parlare? Sarebbe interessante saperlo.

Questo esecutivo che ora si accorge di quanto fosse integerrimo, coraggioso e determinato Falcone. Ma è morto, non lo sapete? Forse non lo sa neppure la Santanché che avendo avuto in regalo un sottosegretariato inutile che da tempo mendicava, deve per obbligo contrattuale governativo sparare idiozie giustificative l’operato del regime e così ci delizia con “anche il mafioso ha diritto alla sua privacy e non è giusto intercettarlo”.




Lucio Galluzzi

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