In molti, quasi tutti nel centro sinistra, davano il PDL e soprattutto il premier in agonia, si aspettavano chissà cosa.
Non avevano fatto i conti con gli italiani. Un popolo strano, che nelle urne elettorali, ha sempre scelto il peggio.
Non c'è memoria dal dopoguerra ad oggi di comportamenti diversi nel voto.
L'Italia è così.
Masochista perseverante.
Sceglie, poi comincia la litania delle lamentazioni/maledizioni.
Va tutto male, le pensioni da fame, i salari che non si adeguano, la sanità che non funziona, gli abusi di potere, la libertà di stampa… e via discorrendo.
Li senti nel bar al mattino, per strada, in fila alle casse dei supermercati, zio quotidiani, nei talk show.
Tutta una protesta verbale, con auguri di morte annessi i "governi ladri".
Poi, ritornano a votare, e ripetono la stessa azione precedente.
Rieleggono il "maledetto governo ladro". A volte con più consensi, altre con meno.
Di fatto il popolo italiano è malato.
Soffre di sindrome del manganello, come diceva Montanelli, e prima di lui lo scrivevano altri.
Cioè l'Italia ama essere bastonata, sfollagentata, non garantita, impoverita, stuprata, dimenticata, insultata, fino a giungere all'atto finale, quello tragico dell'appendere per i piedi, in piazza, i cadaveri di chi aveva prima deificato.
E la Nazione non impara.
Sembra non avere memoria.
Forse non ce l'ha più davvero.
Perché subito dopo essersi liberata, ricomincia a fascistizzarsi, a ritmi sempre più veloci con un crescendo di fetish Salò/Maso inguardabile.
Ogni volta ci si meraviglia per ciò che non dovrebbe più creare alcun moto di repulsa etica.
Si è già visto tutto.
E' la recita tragica, solita, dei masochisti gaudenti che reiterano il sintomo e conclamano la malattia.
Gli italiani, che non ne hanno avuto abbastanza dei Mussolini, Kappler, gerarchi, podestà, mafie antiche, campi di concentramento, leggi razziali, re e reginette, borghesie nere, vaticani occulti, massonerie eversive, caccia alle streghe, omofobia… ne hanno ancora voglia.
Anzi, desiderano di più.
Ormai l'orrore è marketing politico.
Scuola di convinzione di massa.
Il ridicolo è che, da buoni sexual slave, quando irrompe di nuovo il regime e mostra la sua vera faccia, danno la colpa ad altri.
Nell'ultimo caso, quello delle elezioni regionali, la colpa è o di Beppe Grillo o del partito degli astenuti, che di fatto è il terzo in ordine di grandezza.
Magari non è così.
Sarebbe il caso, una volte per tutte, di avere un spinta di coraggio leale e ammettere che: non è colpa di "rompiscatole" perché la Bresso non è stata riconfermata, neppure di chi è rimasto a casa se Emma Bonino non ce l'ha fatta…
La colpa è esattamente di chi ha votato.
Dei masochisti diretti ad arte dai loro masters.
Da una parte si assisteva, in piazza san Giovanni a qualcosa di gravissimo, dal punto di vista di "Forma" politica: l'odio totale truccato d'amore solenne. Apicella che canta sul palco cose melodiche insentibili, un ministro della difesa che scimmieggia il ritmo del musichiere di stato andando avanti e indietro, facendo facce da primate, loschi figuri a ripetizione che vogliono Travaglio e Di Pietro morti e quelli di AnnoZero devono "andare a lavorare bastardi pezzi di merda", la ducessa Santanché, sottosegretaria di un ministero che non c'è accanto allo striscione delle signore dabbene dell'integralismo cattolico, saluti romani a profusione, insulti e dito medio alzato a chi dai palazzi dissentiva… E poi la balla del milione di persone e il giuramento con sorriso imposto con in mezzo il Conduttore, e i possibili governatori a fare il coro dello Zucchino d'Oro.
Chiusura con Demo Morselli e la sua orchestra dopo le domande retoriche e le risposte in coro della "massa oceanica" che approvava il premier.
"Volete voi…."
'Nooooooooooo!"
Che brutte immagini, soprattutto che remind.
Che calata di duce.
Dall'altra c'era il centrosinistra che pensava e sermoneggiava sull'errore capitale del presidente del consiglio in autocelebrazione. Non capendo che quella "esibizione" era solo e semplicemente una evoluzione dello spettacolo già andato in onda nel 2006: usare il pietismo, passare da vittime, fare leva sul sentimento di solidarietà con il "ferito" capo per ottenere il consenso che era in dubbio.
Perché si può dire di tutto del presidente del consiglio, ma non che sia stupido.
E' geniale nell'organizzare il "recupero" di credibilità personale.
Naturalmente, come sempre, Bersani e D'Alema hanno capito quello che dovevano capire: essere moderati, pacatamente, amorevolmente, dialogicamente.
Insomma: un'apoteosi di fruste, gatti a nove code, spanking, sottomissioni, troni, ciotole di croccantini, bevute di piscio, guinzagli, latex… von Masoch.
Un centro sinistra che ha scambiato l'assenza per opposizione, il dialogo per contrasto.
Un centro sinistra che è centro e basta.
Centro con il Centro, insieme.
Alla fine: una piatta palude.
Ora timidamente le belle addormentate rosa si stanno lamentando. E' primavera svegliatevi bambine!
C'è anche il Vaticano che plaude ai due governatori legaioli che intendono disobbedire a una legge dello Stato, la 194.
Che nell'etica cristiana è cosa giusta.
Ma l'Italia non è il Vaticano.
E neppure Lega Papalina.
C'è qualcosa di diabolico in questo papa, in questo suo condurre: dimentica sempre che la Scrittura sprona i cristiani a ribellarsi con forza all'Imperatore e alle sue leggi ingiuste, gridando la verità e affermando la libertà contro la dittatura.
Ma il pontefice preferisce farsi baciare l'anello dal re di turno.
Questo stato di cose non è imposto.
E' scelto dagli italiani che lo hanno votato e legittimato.
Se lo tengano allora.
Oppure che il centro sinistra la smetta d'essere centro e ritorni sinistra unita e si ricordi degli operai.
Perché esistono.
Perché resistono.
E non solo loro.
Lucio Galluzzi
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