Molti spettri si aggirano per l'Italia [e anche per l'Europa].
La multimedialità e il villaggio globale permette il panteismo di questi esseri.
Convinti ormai d'essere dio e far parte del tutto, di tutti e l'altro o è ad immagine e somiglianza loro, oppure può anche morire.
Anzi: deve morire.
Lo chiamano "corsa verso il futuro", che è poi una variante di "governo dei fatti", dove i fatti sono "l'Amore Obbligato di Stato": quello che praticherebbe a piene mani l'esecutivo.
Uno strano amore che di bontà ha nulla e rispetto per il prossimo amor meno.
Qualcuno ha notato che nei "quattro o cinque punti" programmatici, che Berlussonini ripropone come "contratto agli italiani" e "obbligo di fiducia" al Parlamento, non c'è un solo accenno alla politica economica e sociale, al lavoro, disoccupazione e precariato.
Non è stato un caso.
Infatti a distanza di pochi giorni la platea sterminata dei cattolici di Comunione & Liberazione [Fomigoni, Buttiglione, Casini, Binetti, Opus Dei & Co. Production] ha ospitato gli interventi dei rappresentati più influenti della borghesia industriale italiana: Marcegaglia, Tremonti, Marchionne.
Se qualcuno aveva dei dubbi, non pago del malcostume e della amoralità esondanti,
e sperava ancora nella buona fede di questo governo, ora i tre dell'Ave Maria hanno fugato qualsiasi parvenza giustificazionista.
Eh sì: perché nell'esecutivo che finge di governare il Paese le cariche, anche le più alte, sono intercambiabili a piacere tra loro: ministri, industriali, portavoce, "giornalisti di famiglia", sottosegretari si scambiano i ruoli un giorno per un altro, tutti intruppati a reggere il moccolo e tessere le doti del capo supremo.
E' capitato da poco, per esempio, che l'approssimativa ministra della Pubblica Distruzione, non avendo da lavorare per la sua funzione, visto che la Scuola Pubblica l'ha sfasciata per bene, si è prodigata a commentare pure la situazione dei tre metalmeccanici Fiat licenziati a Melfi e, naturalmente, nella sua immensa compassione per i crocifissi si è dichiarata "d'accordo in tutto e per tutto con Emma Marcegaglia e il Lingotto."
Ma perché una che si dovrebbe occupare di un dicastero che nulla ha a che spartire con il lavoro e l'industria si preoccupa di dare il voto alla rappresentante di Confindustria?
Per la stessa ragione per la quale Tremonti ha dettato alla signora in questione una riforma della Scuola basata solo sui tagli economici/licenziamenti e le ha ordinato di giustificare il tutto con qualche sorta di panatura pedagogica. Il ministro del Tesoro diventa quello dell'Iterazione, quello dell'Istruzione fa di tutto un po', tipo jolly, tanto conta come il due di coppe nella briscola col morto, Bondi alla Cultura fa il Premier, il Premier ha sostituito Scajola, Sacconi al Lavoro e Politiche Sociali fa il sindacalista della Confindustria e Bonanni della Cisl lo sostituisce quasi in tutto, Frattini agli Esteri parla a nome di Maroni e viceversa…
E' come il gioco del Lego, mattoncini colorati da comporre a piacere secondo le esigenze dei momenti; ci sono anche pupazzetti in quelle costruzioni, ognuno identificato con un lavoro che si possono spostare come meglio si crede.
I problemi nel gioco sorgono quando si trovano i pupazzoni tipo Bossi e Calderoli e zavorre tossiche come Farina e Stracquadanio, ma niente paura i posti ci sono per tutti; e se l'agente "Betulla" può rappresentare il ministero dell'Istruzione e della Ricerca Scientifica perché piace a Mariastella [trad.: piace al premier], Bossi lo laureano Honoris Causa in Scienze della Comunicazione [ma se non si capisce neppure più quello che dice?]; chi si meraviglia più se Marcegaglia, Marchionne e Tremonti ricoprono tutti e tre la stessa carica e anche quella di Sacconi e Brunetta e contemporaneamente sono pure loro stessi tutti i sindacati possibili dei lavoratori italiani?
Tutti e tre a Rimini hanno detto le stesse gravissime cose. Discorsi e proposte che ci riportano indietro di 40 anni rispetto alle conquiste della classe operaia e politicamente si rifanno al padronato dell'800.
Ci avvertono che la sicurezza sul posto di lavoro è un lusso che non possiamo più sostenere, e mentre lo affermano qualcuno muore soffocato in una cisterna, altri cadono da impalcature e si fracassano al suolo. E vanno oltre: il diritto di sciopero deve essere cancellato perché danneggia il padrone, allo stesso modo le assenze per malattie, l'attività sindacale contraria al capitali loro, superare soprattutto la lotta di classe, i contratti nazionali e lo Statuto dei Lavoratori e quindi anche la Costituzione.
In pratica: la classe operaia non esiste più, i dipendenti devono amare Marchionne e tutti quelli che come lui "hanno fatto il bene dell'Italia e ancora vogliono farlo" e se "l'azienda Italia-Fiat non decolla è colpa della Fiom-CGIL, dei contributi [statali? ancora? Li versiamo direttamente al Governo Serbo o all'esercito di Šutanovac?] che mancano e del conflitto che arriva al boicottaggio della produzione, quindi il comportamento del Lingotto di licenziare i tre di Melfi è legittimo perché loro non sono i lavoratori, ma dei lavoratori…" infine "ringrazio la preziosa collaborazione di persone come Bonanni e Angeletti, Tremonti che è un genio [testuale] e Emma Marcegaglia per il sostegno e la solidarietà…"
Tremonti e Marcegaglia hanno detto le stesse identiche cose, solo alla fine hanno sostituito il nome proprio dalle lodi.
Tutta la platea di Comunione e Liberazione ad applaudire ogni frase dei tre a scena aperta, ci mancavano solo le standing ovations. Come amano il prossimo questi papalini!
Una cosa è da notare più di tutte: il conflitto di classe è dagli anni 80 che in Italia non esiste più perché in pratica è stato "cancellato" nelle forme di protesta consuete, scioperi generali e quant'altro, per volontà speciosa degli esecutivi e dei due sindacati che si stavano statalizzando.
E questo già basta a sbugiardare i sermoni che l'accolita confindustria-ministeri ha prodotto a Rimini.
Ma è forte questa santa alleanza, così facendo, andando a piangere al Meeting di CL, ottiene pure le benedizioni del pontefice, dopo quella del padreterno di Arcore.
Si pavoneggiano e fanno la ruota per mostrarsi a tutti legittimati santi buoni e giusti.
Però a tirare troppo questa corda già marcia, si arriverà, per questioni storiche, sociali, economiche e di disperazione popolare, allo strappo definitivo, come successe negli anni 70.
Sarà doloroso allora.
E molto.
Non continuatelo questo stupido e pericolosissimo tiro alla fune.
Alla stupidità della bugia e dello stravolgimento della realtà, usate più saggezza, meno arroganza e prepotenza, dimenticate la sicumera e siate più intelligenti.
Non ne andrà solo di voi, manche di voi.
Studiateli bene gli anni 70.
Lucio Galluzzi
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