Lettera aperta al Presidente del Consiglio
Con preghiera di urgenti dimissioni

Poco gentile e meno disponibile Presidente Silvio,
avevo pensato di darle del tu, poi mi sono detto: "si offenderà. Lui è abituato ai plurali personali". In un primo momento avevo deciso di usare il Loro. Tipo "lettera aperta alle Loro Presidenti del Consiglio", ma avrei riso troppo nello stendere questo scritto. Il "Voi" non mi è mai piaciuto tanto. Ricordo che il mio professore di Didattica ci mise un'intera mattinata a farci capire il dolore suo quando sentiva che gli si rivolgevano con il Voi. Aveva vissuto il fascismo. Era stato perseguitato. Forse era omosessuale.
Già, ma a Lei, Presidente, queste cose che non interessano.
Taglio corto con l'introduzione. Mi butto nel concreto del discorso.
Vorrei capire il perché della Sua ostinazione nel perseverare a fare politica e ad essere il Capo di questa compagine squinternata che di Governo ha solamente il nome. Lei era un piazzista di spazzole per capelli et similaria agli inizi, cantante ed intrattenitore sulle navi, cabarettista, poi, solo lei sa come, è diventato imprenditore ricchissimo. Uno dei più ricchi al mondo. Televisioni, carta stampata, finanziarie, holdings, Mondadori…
Come mai non molla la cosa pubblica e ritorna a fare l'imprenditore?
Sarebbe una soluzione per tutti noi. Per il Paese rappresenterebbe l'inizio del riacquisto di credibilità internazionale. Per il momento ci ridono tutti dietro, e anche davanti.
Sarebbe enormemente vantaggioso pure per Lei.
Pensi: la fine di ogni persecuzione, attacco, diffamazione, duomi in faccia, minacce varie. La tranquillità insomma. Lungi da me il consigliarle di "lasciare" a causa di pressioni e/o imposizioni esterne, per paura o chissà cos'altro.
Ma è Lei medesimo che da anni si lamenta dello stalking perenne subito e che sopporta. Ce l'hanno tutti con Lei: magistratura, comunisti, sindacati, studenti, professori, giornalisti, confindustria, banchieri… Pochi e contati gli amici fedeli e Confalonieri le restano: Putin, Vespa, Letta, Dell'Utri, Previti, Bondi, forse qualche donna…
Mi rendo anche conto che per colpa dei soliti infamoni, la sinistra, la sua ex moglie, si è fatta "infarcire la testa" e l'ha lasciata dopo dichiarazioni pubbliche pesantissime.
La signora Lario implorava gli amici suoi, di Lei Presidente, di intervenire per aiutarLa. Scriveva: "mio marito non sta bene, frequenta minorenni, candida veline… io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Figure di vergine che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà, la crescita economica. E per una strana alchimia il Paese tutto concede, tutto giustifica al suo imperatore… In Italia la Storia va da Nilde Iotti alla Prestigiacomo. Le donne oggi sono e possono essere più belle, e che ci siano donne belle nella politica non è un merito, né un demerito, ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza della mancanza di ritegno del potere…"
Presidente, Lei poi andò da Vespa, disse che non voleva parlare del dolore che si era abbattuto sulla sua famiglia, che era una cosa privatissima che arrecava sofferenza profonda. Le venne pure la voce rotta in gola. Pensai che forse, per una volta, Lei ci avrebbe mostrato il suo vero volto, quello umano che comprende l'altro, compatendo e versando pure qualche lacrima.
Non successe. E la cosa per me fu molto grave. Esattamente in quella occasione realizzai quello che ancora mi mancava del suo puzzle pubblico. Lei è incapace di comunicare cose vere ed autentiche. Non concepisce la verità come mezzo unico d'amore. Non riesce a scindere il personaggio che si è appiccicato addosso con i trucchi estremi della sua curatrice d'immagine, dal vero uomo.
Lei non soffriva in quella serata a Porta a Porta. Disse il falso. Cioè: non voglio parlare della mia famiglia e di quello che sta accadendo tra me e mia moglie, ma ne parlerò lo stesso, ne farò spezzatino, sarò sprezzante, prepotente, strafottente e dipingerò Veronica come una povera deficiente che parla come un automa programmato da quelli di Repubblica. E come sempre Lei ci dice una cosa e subito dopo fa l'opposto. Giura, promette, si prende impegni, firma contratti con gli elettori… e si dimentica di ciò che ha detto e fatto di fronte alle telecamere.
Lei è un fenomeno mediatico e basta. Anzi, Lei è semplicemente un fenomeno. Uno di quelli che tempo fa si andavano ancora a vedere nei Luna Park.
E già. In un attimo il Presidente del Consiglio si può trasformare in qualsiasi cosa Egli voglia: una donna cannone, uno spiderman, un invisibile fantasma, un mostro, una maggiorata a due teste, un super scopatore indefesso, soprattutto fesso; mai una sola volta se stesso.
A questo Lei ha abituato gli italiani. Alla peggiore rappresentazione di un circo in fallimento nelle periferie decadute.
Continuando così negli anni, reiterando l'errore mortale, ora Lei si trova al bivio. Questa volta più serio che mai. E può ridere quanto vuole per far credere che tutto va bene a noi e a Lei. La maggioranza del Paese non le crede più; tant'è che i suoi appelli disperati li deve mandare via web, in clandestinità, solo ai Circoli della Brambilla, perché si mobilitino e facciano in fretta ad intonacarLa nuovamente, convincendo l'Italia che la manovra economica attuale è cosa buona e giusta.
E la Brambilla lo fa, esegue l'ordine. Gazebo, banchetti, materiale informativo patinato, fermano le gente per strada e via libera all'imbonitore di turno. Questa volta senza pacchi di pasta da distribuire agli affamati.
Ci pensi Presidente, con attenzione: non le pare la fine?
Lei non si accorge che la gente si sta allontanando correndo dalla parte opposta sua?
Non vede quanti suicidi?
Non si chiede il perché le persone si ammazzano dopo aver ucciso i congiunti?
Qualcuno si da anche fuoco.
Per una settimana Lei dovrebbe, sotto mentite spoglie, frequentare i mercati ambulanti alimentari. Osservare semplicemente. Annotare quanti anziani rubano il cibo, quanti alla fine delle vendite, quando le bancarelle sono andate via, arrivano per cercare a terra qualcosa di commestibile.
Mi creda non è una nuova moda bislacca. E' fame!
E' povertà!
Vada anche nei supermercati e attenda, nascosto, che arrivino gli agenti chiamati per i furti. Veda in cosa consiste il maltolto e chi l'ha preso. Sono quasi tutti "nonni", deboli, tremano per la paura e la vergogna: una testa di insalata, formaggini, pastina, latte, biscotti, riso…
Alle mense della Caritas ci vanno in molti di più adesso. I nuovi poveri. Quello che era il ceto medio, che ha perso il lavoro, arrivano, magari pure con la giacca e la cravatta, non consumano il pasto, prendono "la borsa" preparata dai volontari e la portano a casa. Sono quelli che hanno moglie e due/tre figli. Non me lo invento io, neppure i comunisti o i magistrati rossi, Repubblica o Il Fatto Quotidiano, non se lo inventa neppure Veronica Lario: sono dati forniti dalla stessa Caritas italiana.
E Lei che fa? Staccherà un altro assegno a telecamere accese, lo darà alla vecchina piangente che tenendole le mani sospira che non ha più neppure la dentiera?
Oppure costringerà i suoi galoppini a lavorare di notte in Parlamento perché di fretta approvino qualche DDL sui processi per spionaggio/schedature partiti proprio oggi?
No, magari lì ci farà mettere il segreto di Stato.
Siamo un Paese al sicuro, dicevate, la crisi è passata, non abbiamo emergenze economiche, state tranquilli, spendete. Poi, il contrario di tutto: siamo al baratro, sacrifichiamoci, lei che s'infuria fintamente con Tremonti, poi fa lo scherzo dicendo di non aver firmato il testo della manovra, Napolitano smentisce, non metteremo le mani nelle tasche degli italiani, il pubblico impiego stia tranquillo, non toccheremo le pensioni e neppure la Sanità, la Scuola Pubblica e i salari dei dipendenti…
E invece?
Macete alla cieca sulla Cultura. Nessun Paese europeo toccato dalla crisi si è permesso di tagliare fondi ai Beni Culturali, anzi è proprio su quelli che investono. E noi, l'Italia delle Meraviglie Artistiche, del Bel Canto, delle Eccellenze Musicali, Museo all'Aria Aperta… dobbiamo assistere impassibili a ministri incolti ed incompetenti che proprio sulla Cultura fanno scendere la mannaia.
Alla crisi aggiungete altra crisi, colpendo l'unica risorsa che in questo momento deve essere potenziata.
Eh sì abbiamo davvero bisogno di fermare il turismo. Se lo dite voi.
Se lo dice Calderoli che vuole ridurre lo stipendio ai calciatori e se la prende con l'Inter perché ha troppo stranieri in squadra; poi La Russa lo sgrida dicendogli non pensare al calcio, ma alla padania… allora ci possiamo aspettare di tutto e di più. Qualsiasi deficienza, per l'appunto.
Mai che vi venga in mente, per esempio, di tagliare le spese militari.
Quelle no!
Eppure eviterebbero agli italiani di darvi ancora il poco sangue che resta nelle loro vene.
Ma la guerra non si tocca.
Lo dice anche il Papa che predica la pace e benedice gli eserciti.
"Svuotate gli arsenali, e riempite i granai", diceva Pertini che non era un firmaiolo.
Concludo, Presidente, chiedendoLe di soppesare con profonda attenzione quanto Lei e i suoi Ministri siate isolati, lontani dalla gente, chiusi in compatimenti stagni come nei sommergibili, nessuno vi vede, siete diventati entità maligne, perché avete sdoganato il furto di Stato, gli appartamenti e le ville regalati agli smemorati, le tangenti per comprare il silenzio, le troie a pagamento nei palazzi che poi ci scrivono anche i libri, i conflitti di interesse, le collusioni, i mafiosi nelle Istituzioni, i voti comprati dalla Ndrangheta, la censura di Regime, avete distrutto la Scuola Pubblica, depredato gli stipendi degli operai, rubato a piene mani in quelli della pubblica amministrazione… Ora chiedete ancora di più semplicemente perché siete stati e siete incapaci a governare, causa ingordigia estrema e ignoranza diffusa.
Torni a fare l'imprenditore, egregio signore, si ritiri, lasci la politica a persone più serie.
Se proprio le fanno così schifo gli umani comuni, prenda il primo UFO di passaggio.
Ci molli per favore.
Se na vada.
Sparisca, perché se Lei, come sarà tra poco, cadrà ancora di più nel fallimento mentale e politico dentro il quale da tempo si/ci trascina, l'Italia perderà pure quel poco che resta per progettare la primavera futura.
In poche parole chiare: se ne vada affanculo, torni da dove è venuto.
Alle sue spazzole per capelli.
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