Strategia della tensione e Nuova Falange Armata

Ma quanti stanno ancora cadendo nella trappola del Berlussonini?
Disposti a credere alle palle di distrazione di massa che spara per precisa strategia della tensione?
Spero nessuno, almeno da queste parti.
Gli unici che eventualmente sono ancora boccaloni saranno i quattro dementi rimmatori che se lo spupazzano perché falliti in tutto come lui.
Quei maggiordomi senza sapore umano sperimentanti solo le solitudini, gli sfaceli famigliari e personali, le bruttezze impresentabili, gente che per farsi una scopata deve coinvolgere scorte, gregari, segreti di Stato, perché manco più di sano sesso possono godere.
Conchiglie vuote trasportate da marea di merda ad personam.
Solo questi, per l'appunto.
I lacchè.
Il fascista che governa solo se stesso, perché di cosa pubblica non capisce una emerita mazza, deve per forza di causa maggiore fare casino, spargere zizzania, alzare il conflitto tra le istituzioni. Giocare sporco, insomma; solo così riesce a spostare l'attenzione dai gravissimi problemi del Paese su altro, aiutato, e non poco, dai pennivendoli di Stato che urlano dalle prime pagine della loro carta igienica le peggio menzogne possibili.
Vi ricordate la Falange Armata?
Misteriosa quanto precisa "organizzazione" terroristica-mafiosa. Era un congegno perfetto ad orologeria. Appena la Nazione era di fronte a scelte importanti o emergevano dai segreti di Stato verità sepolte, tali da mettere in dubbio la credibilità degli esecutivi del momento, ecco che scoppiava qualche bomba, saltava in aria un treno, esplodevano piazze, stazioni, arrivavano lettere di minaccia a quello o all'altro, buste con proiettili… Così l'informazione era costretta ad occuparsi dei morti dilaniati, delle indagini senza fine, depistaggi, sigle varie che rivendicavano o forse no, servizi deviati… : i problemi "politici" passavano obbligatoriamente in secondo piano, comprese le elezioni "pericolose" per la continuità democristica.
Nei Palazzi si stracciavano le vesti, tutti erano Medee, invitavano all'unità nazionale, ai governi di solidarietà, all'amarsi tutti.
Un po' come le strane Brigate Rosse, molto bizzarre e poco rosse, del rapimento/assassinio di Aldo Moro.
Guarda un po' che cosa si inventano quei combattenti del comunismo proletario: momento di svolta storica per il Paese, compromesso storico annunciato, incontri segreti tra Berlinguer e Almirante, qualcosa di grosso che si stava muovendo, forse l'inizio di un dialogo costruttivo [chi lo può sapere: c'è il segreto di Stato]… e si "prendono" Aldo Moro, sterminio della sua scorta, azione militare al altissimo livello, machine pistole che sparano centinaia di colpi a raffica, ma neppure un graffio allo statista.
Se lo portano via, lo "processano", stillicidio di lettere, dolore dopo dolore, poi lo ammazzano, il corpo lo fanno ritrovare in una R4 rossa parcheggiata in un posto specifico, andate a cercare dove.
Un messaggio netto al PCI e alla DC.
Così, ancora una volta, le attenzioni dell'opinione pubblica vengono "pilotate" altrove. La notizia che tiene banco, continuamente, per mesi è solo una: quel rapimento e quell'assassinio. Covi conosciuti, ma non perquisiti, alloggi affittati dai servizi di fronte alle "prigioni" nelle quali veniva tenuto Moro. Dalle finestre potevano vedersi tutto. Dossiers che "spuntato", guarda casissimo!, dopo anni e, ricreano la distrazione di massa.
Quei brigasti la verità non l'hanno mai detta nelle aule di tribunale, semplicemente perché non la conoscono. Sembrano attori malinconici recitanti parti studiate alla rinfusa.
Nessun "compagno" antagonista o meno ha mai creduto alla "genuinità" di quel gruppo armato.
Ma l'Italia doveva bersi quelle damigiane di ricino.
Strategia della tensione e soprattutto della distrazione.
Spietata perché non si fermava e non si ferma neppure se deve uccidere.
Come non si è fermata a Capaci e Via d'Amelio, in via Palestro a Milano, ai Georgofili, contro Maurizio Costanzo…
Cambiamo le sigle, apparentemente i colori: ma è sempre lo stesso nero.
E ora che l'Italia è nel momento più delicato e pericoloso dopo la dittatura Mussoliniana: libertà di stampa imbavagliata da questo governo, economia nazionale allo sfascio [grazie alle cricche, evasori, corruttori, corrotti, scudi fiscali, grandi opere sporchissime, puttanieri cinici, bugiarderia ministeriale e di Capi…], Scuola Pubblica smantellata, cultura ammazzata dai tagli, manovra economica porcata, precariato, giovani in pensione a 70 anni, contratti della P.A. bloccati, pensionamenti rimandati, sacrifici di sangue solo e sempre a chi ha già le tasche vuote… che cosa si inventano? Un'altra strategia della tensione.
Questa volta però più sottile.
Il demente che ogni giorno le spara grosse più che può, talmente grosse che o è davvero idiota, cosa non possibile, o sa perfettamente quello che fa.
Alza il conflitto, pone questioni da voltastomaco, insulta la Costituzione, sputtana la Magistratura, dice che non può governare causa "inferno", non se ne va però.
Lo aiutano i non meglio identificati ministri dell'ultima ora, che non si capisce che titoli abbiano per dirigere dicasteri, anche nevralgici.
E giù con le puttanate! Sempre più gravi. Riescono pure a coinvolgere il mondo del calcio. Sapendo perfettamente il polverone che solleveranno. Difatti Cannavaro e gli altri hanno già risposto, mandando concretamente a cagare Calderoli. Il Capo dello Stato che si arrabbia perché gli si chiede di non firmare tutto quello che il circo gli mette sotto il naso, se la prende pure con chi in questo momento è in piazza a presidiare la democrazia. Dice che lui non ha potere di discutere una legge porcata anticostituzionale e palesemente illegale. Ma il Presidente della Repubblica non è il garante del rispetto della Carta Suprema?
E' vero, mi sbaglio. Quello era solo Pertini.
Questo è un semplicissimo Napisan.
Alla fine il gioco è sempre lo stesso: confondere le acque, far parlare e discutere d'altro, monopolizzare l'informazione tutta sulle "gravi e inaccettabili frasi pronunciate dal premier" e dai suoi saltimbanchi.
E i problemi reali del Paese?
Bisognerebbe avere il coraggio di chiederlo pubblicamente alla Falange Armata, o alla Banda della Magliana, ai Marcikus, ma soprattutto a Licio Gelli.
Magari vecchio com'è, quasi morto, colto da apparizione Hitleriana, toglie il cappuccio a qualche parlamentare e gli ordina di parlarci di questo golpe.
Se ci credete siete dei fessi.
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