domenica 27 giugno 2010

BUON APPETITO



Condurre a modo questa presenza senza senso irrimediabile perdita identica
come l'aquila cieca e la lumaca che suonano bene insieme ma non ci stanno
è un vivere per assonanze semiotica illiberale devastata lingua bifida
non posseggo residuo di pietà proprio neppure una pietra
sarebbe il troppo andarmene per vie nebbiose una sera tarda di sciopero Enel
senza Insegne un lombrico di silenzio attento pure all'attrito dei grani di questa Terra
maledetta non mi posseggo e neppure voglio

Gli evaporati prendono corpi astrali e non si girano neppure più
niente appartenenza al seme delle follie di folla affollate in coda per tutto
il niente che prende forma concreta solo alle cornee malate in chetamima
in stilla senza sapere di cavalli restate li ad amare scarpe rettilarie
più niente solo spinte laterali del corpo ancorate squame ventrali
spinta in avanti ad esse come pesci senz'acqua asperità presenti

Sapesse Signora quando la sabbia brucia che fatica fanno a non cuocere
buon appetito allora di spina cariata spaccata rotta demolita smidollata
Non la voglio la verità non è più interesse neppure le vie certe certune
cert'altre di qua di là non voglio rotte navigatori consiglieri angeli ali
mi eccita lo schianto che una volta mi atterrava vedervi ridotti in spessore millimetrico
lasciami perdere che vuoi che ti dica ora di quell'amore che non è possibilmente
immaginabile minimo sarei il Vedanta Bhakti in corpo e così sia niente sia

Gli evaporati prendono sedili ejettanti si sparano alti e non guardano neppure giù
non ricadono nuvole a nuvole sommate senza il padreterno dei falliti
che non salutano tanto non servirebbe non guarderanno mai e mai più
più mai mai più non amano ormai quello lo lasciano e a voi teatri
arene mercati platee gallerie loggioni circhi la corte eterna

Sapesse Signora com'è difficile parlare da muti e farsi ascoltare capire
dai guru biblici delle apocalissi di tutti i Giovanni che neppure conosco
uno solo conobbi e spero sia morto che non serve mai servito mal servito
male sopra male peste di corna ratti liberi nelle città sabine moderne
viste in diretta a espansione fino a Colonia
buon appetito allora di ossa TBC novella signorina ricadono senza calcio dato
nessun applauso gradito urletto piacevolezza bis non concesso
mai neppure dato l'inizio della recita fate tutto voi.

Oh mio perduto amore mio amore perduto ormai perdura perdita
strasmutati che da anni tanti sei feci senz'alchimia
ripartorisciti canto tanto ce n'è bisogno
perduti sciolti diluiti ustionati scorticati tritacarnizzati fumati bruciati
asfissiati negati abbattuti fottuti spaventati rinnegati
inchiodati pinzati stesi strappati fritti bolliti intingolati
arrostiti spelati disarticolati graticolati piastrati stirati
fulminati scacciati scotti marci larvati finiti esausti
mascherati affumicati spiedati trafitti svuotati

E gli evaporati si lanciano dalle vette e non ricadono mai giù.
Mai più.


Lucio Galluzzi
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