sabato 5 giugno 2010

CANNIBALI


Ma come è possibile che il Principe abbia preso tutto? Ancora di più di ciò che si aveva.
E' entrato deflagrante, molto più che semplici granate. Una devastazione quasi globale.
Niente gradualità. Di botto.
Un tornado orribile, talmente grande da non poter essere notato.
Come le astronavi madri. Estese volta di cielo. Compaiono sempre di notte.
Non le vedi. Ci sono però.
Te ne accorgi dal silenzio immediatamente calato in concrezione omnia.
Tace tutto in quei momenti. E' un silenzio gommoso, tra il velluto della migliore fattura e l'ottundenza.
Parrebbe non esserci nulla se alzi gli occhi.
E come fai a distinguere il nero dal nero?
Ci vorrebbero fotoelettriche potentissime. Ma quando è il momento non hai mai strumenti.
Arriva subito il CICAP. Ti da per matto completo.
Le sensazioni sono state abolite. Per legge.
Danno occhiali schermati.
Obbligo per obbligati dagli obbliganti.
Chiuso in casa tua stai meglio.
Devi.
Più massimamente presenti gli accadimenti, estesi per chilometri d'anime rapite,
meno deduci.
Non è commensurabile.
Devi.
Mi permetto ora di prendere posto su questo pacchetto.
Sedermi comodamente. Coprirmi con un ripetitore di segnale.
Fa freddo. Allora mi spoglio.
Non ci capisce niente.
Vero.
Verissimo.
Più che esatto.
Ma la parola non possiede significato solito.
Una vale l'altra.
Io ti amo equivalente a crepa bastardo.
Crepa bastardo identico a beviamo qualcosa.
Beviamo qualcosa uguale vieni dalla mia parte.
Che mi cibo del tuo.
Cibo.
Docilmente ti soffoco, sfilando vasi sempre più capillari.
E non ti puoi muovere.
Devi.
Che fra i due litiganti uno solo gode: il famelico.
Fra moglie e marito non mettere dito: è troppo piccolo.
Fai agli altri quello che vuoi facciano a te: fottiteli.
Non avrai altro dio fuori di te.
Nomina il nome di dio, Ivano.
Omnia desiderata. Ogni cosa vista. Svista. Orizzonti e città. Perdizioni d'infiniti.
Abbuffati d'ogni ben di mio. Meglio l'uomo oggi che la mammina domani.
Quella te la friggi per colazione.
Al cavallo di Donato non sparare in bocca. Prenditelo.
Comunque sia. Abusa et impera. Dividi.
Chinali. Guinzagliali. Portali a passeggio.
Sempre agli stessi alberi urina quotidiana.
No troubles. All'infedeltà ci sono i canili. E altri pronti a soccombere corrono.
Che noi ti amiamo o Signore. Con tutte le nostre carni.
Che sono tue.
Siam'offertorio. Voti. Sequenze e vuoti. Merce.
Scambiaci con ciò che vuoi.
Faremo comunque lode.
Saremo agnello e costati gratuiti, lì nel bel mezzo di Pietro.
Servi a fauci porporine. Umili alla frusta.
Gravidi desideranti. Decorticati evangelici.
Noi che vogliamo quel grosso manganello,
in ogni dove, cantiamo pure per te, osanna e osanna.
Lunghe viti al presidente.
Cirri serranti alla sua gola.
Fine.
Applausi.
Nero.
Dissolvenza.


Lucio Galluzzi
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1 commento:

  1. molto ma molto ma moltovalido! compliments. l'ho sempre detto che Lui è un vitalista: ecco che lo sveli. sarà così criticabile per questo? mah... preferisce(-o, -iamo) la poèsia, appunto, alla politica della morte - a quella morta della politica

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