Non è che abbiamo la memoria corta.
Non è per nulla così.
E' che la sottrazione delle informazioni, reiterata in questi ultimi anni, ha fatto da anestetico irriverente al ricordo tutto.
Come dire: ci hanno automatizzati. E noi, veramente non noi, ma qualcuno per noi, ha permesso il colpo di stato all'idea, libero pensiero, conoscenza, Storia, informazione.
Sembrerà strano ora dire che hanno, e stanno, attendando alla Parola. Inteso come verbo umano e contemporaneamente si arrampicano, ventose da ladri funamboli, al Verbo Alto, perché hanno cominciato a violare anche quello.
Stupro neurale.
Affondato con meticolosa e scientifica chirurgia.
Lentamente, atto lesivo dopo taglio e sutura, ci dimostrano quanto avessero ragione gli dei ormai estinti: da Carmelo Bene alla Macciocchi, a Deleuze, Guattari, Derrida, Ionesco, Bernard-Henry Levy...
E chi glielo ha permesso?
Quelli che con gli stessi strumenti ci hanno svenduti, sodomia rossa, poi rosata, pallida, emaciata, piantine e germogli marci vari, fino al disconoscimento.
Direbbe Lacan: "Maledetti voi che cercate sempre padri colpevoli al vostro dolore"; direbbe un comico savonese: "Si è tutti finocchi col culo degli altri".
Già perché da noi il Maggio è solo un mese vaticano e antoniano: si celebrano le rose e la madonna e naturalmente la mamma, che è madonna pure lei. E gli autunni non sono mai caldi ultimamente, è diventata la stagione della "melancolia", funghi, castagne, tartufi consunati solo a tavoli separati.
Non sappiamo più degli studenti francesi, del loro Maggio, delle lezioni di rivolta in strada, pare tutto così irreale e lontano.
Ribellarsi da noi è diventato crimine.
Se gli operai tornano in piazza perché licenziati a migliaia e da mesi vanno a prendere la spesa alla san Vincenzo... è reato, li manganellano anche.
Cornuti, inculati e mazziati insomma.
Chi ricorda ancora gli scioperi generali a Parigi solo qualche anno fa?
Gli autunni loro.
Tutto bloccato, niente trasporti, giorno dopo giorno. E il governo a dire che non avrebbe ceduto.
Non servì. La gente continuava fermare tutto. Una settimana di fila, poi sarebbe iniziata la seconda... E lo Stato per forza maggiore, economica, dovettero fare marcia indietro.
Da noi no.
Da noi la sodomia rossa ha cominciato a calarsi le braghe per prima, strisciando, leccando, volendo vincere e/o essere parte del sistema.
Qualcuno non c'è stato. Difatti non partecipa più per ordine governativo e del sindacato statalizzato.
C'è di peggio al peggio.
Lo sciopero generale in Italia è ormai ridotto a "pericolosi estremismi incoscienti che danneggiano il Paese in un momento così delicato" [sunto dei commenti allo sciopero CGIL del prossimo 12 dicembre].
Sì: meglio sedersi a banchettare in colazioni di lavoro coi ministri e gli esecutivi e far sì che tutto passi in pace sociale. Magari senza che il lavoratore se ne accorga, raccontandogli tante palle, e avendo la faccia di bronzo da firmare accordi da circo di periferia chiamandoli "portare a casa il meno peggio".
Due esempi:
- lavoratori della scuola - 9 € lordi di aumento mensile [proposti qualche mese fa];
- metalmeccanici - 28 € mensili, sempre lordi, in più al mese [accordo firmato senza la CGIL].
E via così discorrendo. Un'accozzaglia di sordi, finti, che hanno ridotto il mio Paese a quello che è oggi: Political Gossip Correct.
I problemi vitali/bisogni primari negati vengono "spostati" su altro.
Quell'altro di cui obbligatoriamente tutti devono parlarne e preoccuparsene.
La sciagura totale della persecuzione giudiziaria di uno e di pochi altri, i suoi/loro festini, le prostitute di Stato, le foto con il bigolo eretto di non si sa bene chi, le trans e "Marraso", un presunto video hard Mussolini/Fiore, prima ancora l'annuncio dei festini rossi di Fini [con querela annessa]... e tutto il resto passa, inosservato e soprattutto nascosto, dimenticato.
Questi hanno pure variato il significato della parola "politica" e "democrazia". Stanno mentendo la Costituzione e soprattutto ci stanno convincendo che il bene del Paese è il bene di uno e pochi altri.
Se si sono impossessati di tutto quello che era possibile, di una cosa non riusciranno mai ad esserne padroni e Principi: i nostri sogni.
Sognare di non frequentare la loro linea orizzontale, disertandola da ora. Perché il sogno non appartiene ai potenti, loro non sognano, non sanno.
Non è affermazione onirica: il sogno è quello che ci distingue dalla grigia eminenza mortuaria dell'immobilità sociale imposta.
E il sogno da usare non è quello del sonno incosciente, ma sogno presente, numericamente addizionabile.
Così stacchiamoci dal loro Samsara e ricominciamo a piccoli passi a rifrequentare la linea verticale: quella che ci alza verso ciò che non abbiamo perso, ma dobbiamo solo recuperare.
Uscire da questa fogna.
Tendere di nuovo verso l'amore proprio e di conseguenza amare l'Altro, sforzarsi il più possibile nel rifiuto delle anestesie, riappropriarsi del valore della solidarietà, della carezza, del calore dei corpi, degli sguardi non bassi, del coraggio che abbiamo dentro, stare insieme, rifrequentare piazze e strade, inondarle di affetti e sentirci vivi a chiedere, tutti insieme, verso l'alto, convinti e certi che se lo vogliamo se ne andranno a casa.
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