sabato 17 novembre 2012

VOGLIONO I MORTI


Quando usavano la legge Reale e il Codice Rocco [una più fascista dell'altra] le forze dell'ordine scendevano nelle piazze e facevano massacri di lavoratori in sciopero, non solo con i manganelli, le botte e a pistolettate, pure con le camionette e i blindati: investivano i manifestanti, senza alcun problema.
I soliti idioti che hanno voglia di contestare e negare la Storia italiana, provino a guardarsi "Il Bianco e Nero", poi ne riparliamo, magari.
La polizia, i carabinieri e chi per essi, infiltrati, camuffati, travestiti, sparavano "sempre in aria", sia ai posti di blocco che nei luoghi di conflitto sociale.
Peccato davvero che quei proiettili erano tutti teleguidati da una strana quanto misteriosa forza, salivano in alto, poi scendevano, sbattevano contro qualsiasi cosa nei pressi e... come per magia, guarda caso!, deviati, si andavano ad infilare sempre nella nuca, tempia, testa, collo della vittima, che per l'appunto moriva.
Ma gli agenti non erano mai i colpevoli, era la malaugurata sorte che ammazzava i cittadini.
Sempre lo stesso fato, faceva sì che chi protestava nelle piazze o alle Università, andasse a buttarti contro i manganelli dei poveri militari di Stato, si spaccavano il cranio non per volontà di Tambroni, Scelba, Piccoli, Malfatti, Fanfani, Rumor, Cossiga... e di tutta la Democrazia Cristiana al Governo, si autolesionavano perché da sempre, in Italia, chi dissente ed esprime con rabbia la propria voglia e richiesta di cambiamento è masochista e ama farsi del male fisico, finire all'ospedale e anche all'obitorio.
Infatti nei vari processi che si sono tenuti in questa "liberissima Repubblica delle Banane", mai una volta le vittime di violenze delle Forze dell'Ordine hanno avuto giustizia, semmai il contrario: condannati perché diffamatori e simulatori oppure perseguitati dalle Digos di turno, poi, grazie alle Leggi Speciali, tutti erano "terroristi", "autonomi", "insurrezionalisti" e "banda armata".
Neppure Giorgiana Masi, nel 1977, è stata uccisa dalla polizia agli ordini di Cossiga; infatti, nonostante le prove fotografiche e filmate, le testimonianze di Parlamentari sul luogo [Piazza Navona], negarono sempre che l'assassino fosse un poliziotto travestito da autonomo che sparava ad altezza d'uomo, come facevano i suoi colleghi, camuffati da figli dei fiori e teppistelli.
E' strano questo Paese e la gente che l'ha governato, da sempre, e che ancora lo governa.
Una Nazione da fiaba dell'orrore, disseminata di morti innocenti, famiglie distrutte, giovani vite spezzate, stragi, bombe, la Falange Armata di tristissima memoria, il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro... tutto quanto senza mai colpevoli.
Una Landa desolante dove Mafia e Stato si alleano, fanno saltare in aria Borsellino e Falcone, ma non ci sono responsabili, se vengono identificati, ecco che scatta la Legge fatta ad hoc per salvarli: prescrizione sempre e comunque, impunità, buchi mai colmati nei nostri Codici [che è comodissimo lasciare tali per lor signori].
Andreotti è riconosciuto colpevole di aver trattato, favorendola, con Cosa Nostra, ma è prescritto; loro dicono "assolto", ma non è vero.
Dell'Utri dichiara bellamente che è sceso in politica e si è fatto eleggere per evitare la galera: difatti è ancora senatore.
Un posto, questa Italia, nel quale neonazisti massoni scrivono un piano per realizzare un Golpe totale, riescono a metterlo in pratica con la collaborazione dei Servizi e della politica asservita al male nero, ma tutte le mummie che sono responsabili di questo atto gravissimo, il loro capo soprattutto, sono ancora liberi di vomitare qualsiasi schifezza razzista, chiedere i campi concentramento e la pulizia etnica, inneggiare a Hitler e Mussolini... dagli schermi televisivi.
Così è.
Tanto che i cittadini devo pure, ancora!, sciropparsi quella povera demente della vedova Almirante, invitata in ogni dove a dire il nulla, rivendicando la bontà del suo consorte morto, boia fucilatore di partigiani nella Repubblica di Salò.
Senza che cambi alcunché, l'agente Spaccarotella uccide con pistolettata Daniele Sandri, ma lui, l'uomo in divisa non voleva, è stata una rete in metallo a deviare il proiettile e farlo poi conficcare preciso nel collo del ragazzo.
Neppure l'ex carabiniere Placanica voleva sfondare la testa a Carlo Giuliani, ma destino volle che una pietra lanciata in aria nel preciso istante nel quale il milite sparava, deviasse la pallottola e uccidesse con precisione.
Che dire poi della Diaz?
Nessun colpevole, tutti o prescritti o non hanno compiuto il reato.
Cioè: sono stati i ragazzi che contestavano il G8 a torturarsi, spaccarsi di sangue, fratturarsi, rompersi i denti contro i caloriferi e soprattutto ad auto ricoverarsi in ospedale.
Tant'è, e lo sappiamo tutti, che i capi che ordinarono e parteciparono/coordinarono quella infame pagina di vergogna internazionale sono stati premiati, con encomio degli allora ministri Maroni e La Russa e ancora comandano forze di polizia e Servizi.
Ormai, qui da noi, non si può più manifestare, la Costituzione, così come volevano i Popoli delle Libertà è sospesa.
Anche il Presidente della Repubblica lo sa, ma se ne fotte, come ha sempre fatto.
La Democrazia è abrogata.
Così scioperare è diventato sinonimo di "delinquere", e ogni volta che lo si fa, i "tutori dell'ordine" difendono il nazifascismo, il padronato schiavista e assassino, i criminali banchieri e mai i cittadini, che sono da malmenare, prendere a calci e pugni, manganellate, insultare, identificare, arrestare.
Non c'è più manifestazione di dissenso che non veda sangue sul selciato, fratture e teste rotte.
Ora sono arrivati al culmine della follia.
Il 14 novembre, durante lo sciopero europeo contro le misure d'Austerity, dal ministero della Giustizia, sono stati sparati dei fumogeni contro i ragazzi sotto, in via Arenula.
Il Ministro Severino era presente al Dicastero, gli spari partivano proprio dalle finestre sopra i locali che lei occupa.
Eppure, lei, non ne sapeva nulla.
L'altra furbissima ministra degli interni, Cancellieri, in pieno dispiegamento di violenze di Stato ha pure avuto la demenza di esprimere "solidarietà agli agenti, perché l'Italia bolliva e hanno agito con dovizia di interventi".
Ora che dai palazzi del loro potere sparano sulla gente, se ne sta zitta a fa finta di nulla.
Il questore di Roma, Fulvio della Rocca, fa sapere che: "Sono dei poliziotti candelotti lanciati, ma li abbiamo fatti sparare a parabola, proprio per non fare del male... ma sono stati lanciati dal basso e poi rimbalzati sul palazzo" [...e si ritorna indietro di 60 anni!]
Questi sono tutti bolliti di cervello.
Dal primo all'ultimo.
Quello che si è visto il 14 novembre in tutta Italia e a Roma, ricorda sempre più da vicino il Cile di Pinochet, gli spari dal Ministero della Giustizia riportano alla follia di Ceaucescu e compagni di merende varie.
Questa situazione nella quale hanno cacciato l'Italia deve finire, ne abbiamo tutti i coglioni pieni.
Non ne possiamo più di incapaci, deficienti, violenti, decorticati, fantocci... che fanno ciò che vogliono, trattando i cittadini come carne da macello.
E' ora di finirla, una volta per tutte, e anche in fretta.
Non servono le inchieste interne attivate dalla Severino per accertare i fatti, questa gente, tutta non è più credibile, sono pagliacci che non sanno neppure far ridere, solo pena e rabbia.
Non servono le istruttorie aperte dalla Procura: resteranno, come da sempre, tutti impuniti e tranquilli, continuando a fare i macellai.
Non ci servono il PD e tutte le "forze" di finta opposizione, che hanno appoggiato e ancora lo fanno, i governi più scalcinati, pericolosi e per giunta non votati dal popolo.
Men che meno serve Grillo, con i proclami e le belle frasi d'effetto comico, non si cambia proprio nulla e di buffoni ne abbiamo fin sopra i capelli.
Servono dimissioni immediate e subito, di tutta questa gentaglia, chieste a furor di popolo.
Serve che il Parlamento sia di nuovo restituito al suo legittimo ruolo, che questo Presidente della Repubblica se ne vada.
Serve che noi tutti non si smetta un solo minuto di fare informazione e far circolare tutte le notizie e le iniziative per coinvolgere quanta più gente possibile verso una veloce, nuova, vera, forte Resistenza.
Serve che gli italiani si sveglino, ora o mai più.
E' solo una questione di volontà e in un solo giorno si spazza via tutta l'immondizia che sporca la Nazione.
Basta volerlo.


Lucio Galluzzi


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giovedì 15 novembre 2012

IO STO CON GLI STUDENTI



Sarà sicuramente successo a qualche mastino del potere, mentre spaccava teste di studenti anche minorenni, trovarsi suo figlio sotto il manganello e i pugni.
Chissà che ha fatto il solerte servitore dei morti che gli ordinavano le agonie.
Non credo si sia fermato.
Avrà continuato a versare sul selciato il sangue del suo stesso sangue, fottendosene degli occhi imploranti, fissi nei suoi.
Sarà anche stato aiutato dagli altri dobermann, addestrati al martirio altrui, a trascinare sull'asfalto la carne della sua stessa carne, lasciando scie di materia organica.
E giù botte a più non posso, veloci, senza tregua, inferociti, fatti di chissà quale odio, naturale o sintetico.
Ma fatti comunque.
Non si fermano di fronte a nulla questi.
Sarà sicuramente anche capitato a qualche graduato di loro, imbattersi in una ragazza per giunta straniera, o pensata tale, in mezzo ad una via, nel caos della ferocia, realizzare che era la sua futura nuora, prenderla alla gola da dietro, con il braccio muscoloso, l'arma delle botte premuta sul viso, spingerla così, quasi soffocandola, urlando al commilitone di fronte per essere aiutato a portarla fuori dalla vista delle videocamere, sbatterla su una camionetta, identificarla, riderle in faccia, insultarla e portarla al gabbio.
Non sanno quello che fanno questi cosi azzurri in testa.
Ieri hanno poi mostrato il meglio del loro repertorio infame.
Ogni volta che scendono nell'arena, i gladiatori della miseria, si superano nell'uso della malvagità.
Adesso hanno elaborato la caccia in corsa, in gruppo, contro il singolo.
Lo puntano, si mettono a inseguirlo urlando con i manganelli alzati, lo costringono in luoghi poco accessibili ai cronisti e lì lo massacrano.
Da due decenni gli armati dallo Stato ne hanno compiute di tutti i colori.
Si sono macchiati di crimini orrendi, inqualificabili.
Hanno sparato nelle piazze per uccidere, riuscendoci.
Hanno torturato, inquinato prove, picchiato fino alla morte, assassinato tifosi pacifici, picchiato con calci, pugni, sfollagente, diciottenni colpevoli solo di stare rincasando, ridotto in fin di vita, fratturato con goduria, gonfiato di botte studenti serali perché "di colore" e quindi spacciatori.
Le azioni disumane, tutte documentate, a carico di questi tristi figuri, sono tutte li, in rete, in numero enorme.
Nessuno di loro ne è responsabile, mai una condanna vera, mai un licenziamento in tronco, una nota di demerito.
Ci sono le leggi fasciste volute dai fascisti camuffati da credenti, fatte apposta per la loro impunità.
Allora ne approfittano, spargono sangue, tanto non pagheranno mai.
Anzi, i più spietati saranno pure promossi, con stipendi d'oro, naturalmente pagati da noi stessi: le loro vittime.
Se ieri a Milano, Torino, Roma, Perugia, Brescia... la violenza dello Stato Armato si è manifestata in tutta la sua squallida e pericolosa rappresentazione, in Spagna, a Madrid e Barcellona, gli uomini in divisa hanno proposto ai loro colleghi europei un nuovo modello di comportamento nazista.
I manifestanti picchiati e feriti venivano portati in luoghi all'aperto, ma presidiati dagli antisommossa, tenuti nascosti ai cronisti e reporter, ammucchiati come immondizie, poi presi di peso e a pugni in faccia, mentre li caricavano sui blindati.
Anche ad una ragazza è successa la stessa sorte: ferita dalle botte e poi presa a pugni in viso da un "miliziano", che non smetteva; è stato fermato da un collega che, non sopportando più la scena, ha preso a pugni lui.
Eccolo il nuovo Protocollo Sicurezza.
Tra poco sarà adottato anche da noi.
La ministra Cancellieri, che ieri si è subito spesa in encomi di solidarietà, agli agenti sporchi di sangue, lo studi bene il modello repressivo spagnolo, lo passi immediatamente a Manganelli, che lo proporrà a Napolitano [ne sarà felicissimo] il quale lo consiglierà caldamente a Mario Monti e diventerà, in men che non si dica, Decreto Speciale per la Salvaguardia della Razza Poteri Forti.
I politicanti tutti uniti voteranno compatti, perché è così che si fa per non perdere quelle schifo di poltrone.
Il Presidente della Repubblica farà come oggi, come da sempre, offrendo sermoni infiniti, senza capo né coda, ai morti muffiti con il chip "applauso comunque".
Mai visto un tizio al Colle che pensa di essere il papa.
Gli italiani meritano anche questo: siccome uno a san Pietro non bastava, hanno voluto due pontefici, tutti e due di destra.
Quando Pasolini tifava per i poliziotti durante gli scontri a Valle Giulia, lo faceva chiamando gli agenti "lavoratori come gli altri", "figli della miseria", contestando di studenti che erano solo "viziati figli di papà".
Oggi, con tristezza, si deve prendere atto che gli agenti non sono più lavoratori come altri.
Non è credibile che "lavoratori" manganellino e pestino a sangue altri lavoratori, sempre e puntualmente.
Sono diventati nemici dei disperati, aguzzini degli ultimi.
No hanno testa, né coscienza sociale.
Non capiscono che quelli che scendono in piazza a prendersi le loro botte, rischiando la vita ogni volta, lo fanno anche a nome loro, per difendere anche il loro salario, la loro libertà, il loro futuro e quello dei figli.
Sono deficienti cronici.
Davvero vorrei capire che vita privata conducono questi tizi, che sentimenti hanno, per chi o per cosa si fanno battere il cuore, che tipo di famiglia hanno, quali amori, in cosa credono, se hanno una fede, se si divertono davvero ogni tanto, se sorridono di gusto.
Cosa provano la sera quando tornano tra le proprie mura, con la divisa e le mani imbrattate di sangue.
Cosa raccontato ai propri figli del lavoro sporco che fanno.
Se quando fanno l'amore spaccano costole e testa anche alle mogli o fidanzate/i che siano..
No, non si può essere solidali con chi è ormai solo e semplicemente nemico dell'essere umano e del Popolo intero, affamato per giunta.
Non si può e non si deve, perché questi, senza pensarci su una sola volta, sono pronti all'allestimento dei prossimi campi di sterminio.
Io solidarizzo con le vittime.


Lucio Galluzzi


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sabato 10 novembre 2012

20.000 VOTI DI PREFERENZE: NON E' LA MINETTI, NE' LA SANTANCHE'



Signor Presidente del Consiglio, 

onorevoli colleghi, 

vedo con piacere che dopo due mesi di crisi, risse e litigi, avete trovato il modo di dividervi le poltrone. Spero che adesso ve ne starete un po’ tranquilli. 
Spero che adesso per un po’ lascerete in pace la gente; quella gente che è sempre più delusa, ha sempre meno speranze e sta comprendendo sempre di più che tutti questi inutili litigi in famiglia servono solo a chi cerca il potere e vuole usarlo senza essere controllato.
Il nostro è il Paese europeo in cui i governi e le legislature durano di meno, i cui elettori sono chiamati più spesso a votare, in media una volta ogni tre anni, ma in questo caso abbiamo rischiato di interromperla dopo neanche due anni dal suo inizio: un record dei record. 
Credo che denunciare tutto ciò sia molto importante per tutti. 
Il nostro rischia di diventare l’ultimo Paese in Europa e questo non certo a causa mia, cioè della strega eletta parlamentare, ma per queste crisi continue che servono solo a chi vuole trovare nuovi equilibri di potere, ignorando completamente i contenuti, le proposte, le cose da fare. 
Le formule di Governo cambiano, ma le vostre facce rimangono sempre le stesse. C’è sempre Gava, c’è sempre Mammì, c’è sempre Misasi, c’è sempre Andreotti. 
Siete sempre gli stessi, e la cosa più grave è che anche i problemi sono sempre gli stessi, ma voi fate finta di niente e continuate a chiedere voti, a far cadere i vostri stessi governi e a farli resuscitare. 
Gli anni passano e le vostre facce restano. 
Le facce di chi avrebbe potuto fare e non ha mai dato, di chi è sempre stato sospettato ma non è mai stato condannato, di chi si fa schiaffeggiare con finta tolleranza, di chi ha sempre promesso e non ha mai mantenuto.
A proposito di promesse non mantenute: quando era Presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita promise che mi avrebbe cacciata dal Parlamento. 
È passato qualche mese, lui se ne è andato ed io sono rimasta.

[la Parlamentare parla poi  di violenza sulle donne, di aborto, di Aids, di pari opportunità, di libertà di opinione, d'espressione, della libertà della cultura, del diritto dei detenuti alla sessualità, poi conclude...]

Cari colleghi, abbiamo un nuovo Governo: è un Governo vecchio, vecchio negli uomini, vecchio nei programmi, vecchio nelle parole; è un Governo vecchio, composto dagli stessi uomini che sono colpevoli di avere permesso che le periferie delle nostre grandi, grandi città diventassero simili a villaggi messicani e i nostri mari a insalate di alghe. 
Governi vecchi come questo ne abbiamo avuti tanti che votare la sfiducia a tutti alla lunga è anche faticoso. Cosi, giuro che mi era venuta la tentazione di votargli la fiducia, giusto per regalargli il voto della qui presente di cui tutti quanti avete molta paura. 
Sarebbe un regalo che imbarazzerebbe un po’ tutti i bigotti che ci sono tra voi; sarebbe un brutto regalo sicuramente, però ve lo sareste meritato. 
Poi ci ho ripensato: la fiducia è meglio darla solo al governo ombra di Achille Occhetto, il vostro è solo un’ombra di Governo e nulla merita.

Ma io spero che Andreotti mi smentisca prima della fine della legislatura.

Ilona Helena Staller,  alla Camera, il 29 luglio 1989, durante la X Legislatura

***


"Mi mancavano due mesi di contributi; ai tempi pagai 2 milioni di lire e adesso questo beneficio mi spetta. So che risulta impopolare, ma allora gli italiani dovrebbero cambiare la legge, mica l’ho fatta io. Sarei disposta a versare tutto in beneficenza, ma soltanto se lo faranno anche gli altri. Io me l’ero persino dimenticato. Ma non mi vergogno, non ho derubato nessuno, quei soldi me li sono meritati».




Ho lavorato duro, il mio non è stato il bunga bunga di un giorno, ma un ragionamento, una campagna elettorale intelligente. E faticosa. Giravamo per le piazze io, Moana e Ramba; ho perso molti chili per la fatica. E alla fine ho preso 20 mila preferenze, seconda solo a Pannella. Gli italiani mi hanno voluta. Partivo ogni mattina dalla Cassia con la mia Peugeot 205, mica avevo l’autista, un’ora e mezzo di traffico, spesso rientravo a mezzanotte. Il 60 per cento dell’indennità la davo al partito, mi restavano circa 3 milioni di lire. La metà li passavo ad un avvocato, che scriveva per me le proposte di legge. Ne ho fatte una ventina: affettività dei detenuti, parchi dell’amore, insegnamento del sesso nelle scuole, tasse ecologiche sulle auto, no alle pellicce. Quando feci un discorso contro la violenza sulle donne mi applaudì pure Nilde Iotti."
-Ilona Helena Staller- Oggi-

***

Gent.ma Sig.ra Iotti,

le scrivo dalla pioggia di un pomeriggio di primavera. Uno di quelli ove è bello tenere la finestra aperta e sentire scivolare le auto sull'asfalto bagnato, come uno sfrigolio di pensieri in fuga verso il weekend che sta per arrivare. Purtroppo alla mia finestra non arriva soltanto questo. Ho appena letto che Daniela Santanchè l'ha paragonata a Nicole Minetti. Certo, ha ragione e me ne scuso: lei non conosce nessuna delle due. Dovrei fare qualche passo indietro. Diciamo per entrare in tema, che lei è rimasta a Cicciolina, pardon, all'on. Ilona Staller, che fu eletta alla Camera, con propri voti di preferenza, quando lei ne era presidente. Bene, anzi, male, siamo andati ben oltre. Scusi? Ah, perchè ho specificato con "voti di preferenza"? Ha ragione, cercherò di chiarire anche questo aspetto.

Deve sapere che dopo la sua dipartita sono cambiate molte regole del gioco. I partiti oggi nominano i candidati e al popolo è stato tolto il diritto di espremere il voto di preferenza. Pertanto, succede che qualcuno metta le sue favorite in lista: una contropartita stabilita sotto le lenzuola. Capita quindi che una bella ragazza e basta come Nicole Minetti, venga eletta al consiglio della Regione Lombardia perchè, diciamo sia "sponsorizzata" da Berlusconi, il quale, volendo cercare eufemismi, abbia giovato della sua generosità.

Daniela Santanchè invece è un politico di origine destrorsa. Il suo progetto più ambito è quello di non averla data a Berlusconi. Come cosa? Signora Iotti, mettiamola così. Diciamo che Daniela Santanchè ha deciso, salvo ripensamenti, che non schiuderà mai il cancello del suo giardino segreto a qualunque sortita del presidente del PDL. Come che sto dicendo? E' di questo che oggi parlano i politici: per vedere cosa fanno di notte, basta vedere chi candidano di giorno. La Santanchè l'avrebbe paragonata alla Minetti perchè sostiene che anche lei senza Togliatti non sarebbe mai diventata presidente della camera. Sì, signora, non si arrabbi. Ha ragione, è proprio quello che volevo scrivere.

Purtroppo il nostro modo di pensare influenza le nostre azioni. Così, al tempo di mignottocrazia, capita che esponenti politici come la Daniela Santanchè, ignori che da ragazza lei era per esempio una staffetta partigiana e che ha costruito la sua carriera non nella camera da letto di Botteghe Oscure, ma per le sue capacità di politico. C'è anche un dato cronologico che la Santanchè ignora. Lei è diventata presidente della Camera nel 1979, "appena" quindici anni dopo la morte di Togliatti. Se la sua longevità politica è sopravvisuta alla morte del suo compagno, qualcosa dovrebbe pur dire. Peccato che l'on. Santanchè che ci ritroviamo in questo tempo, creda che le donne che fanno carriera in politica abbiano subito la legge del contrappasso: per la gioia della notte, una noia di giorno a pigiare bottoni. Perchè è così che oggi in molti vedono il fare politica: un continuo appiattimento a pigiare bottoni e intascare privilegi.

La saluto con stima e se per caso dovessero arrivarle delle voci, non ci faccia caso. C'è una parte di italiani, che utilizza spesso e bene la memoria, che spera in un cambiamento che si realizzi sotto la bandiera del merito. Dopo di lei e qualche altra che resiste, aspettiamo una stagione nuova. Ma intanto quì continua a piovere. Di colpo risento nel tramonto lo sfrigolio dei pensieri che si danno alla fuga.
- Carmine Egizio-

***
Povera Patria

Il presidente del Consiglio, al telefono con Gianpaolo Tarantini, racconta il 1° gennaio 2009 la sua serata di Capodanno appena conclusa, dopo essersi scambiato gli auguri con l'imprenditore barese. "Erano in 11 e io me ne sono fatte solo 8 perché non potevo fare di più... Non si può arrivare a tutto. Però stamattina mi sento bene, sono contento della mia capacità di resistenza agli assedi della vita". Questo uno dei passaggi. "Vedi, Gianpaolo, ora al massimo dovremmo averne due a testa. Perché ora voglio che anche tu abbia le tue, se no mi sento sempre in debito. Tu porta per te e io porto le mie. Poi ce le prestiamo. Insomma LA PATONZA DEVE GIRARE!!! 
-Terry De Nicolò di professione escort fiera e convinta intervistata da a «L'ultima parola» su Rai 2, venerdì 18 settembre.-


Lucio Galluzzi

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sabato 3 novembre 2012

SANTIAGO DEL CILE, ITALIA

Un gruppo di facchini in agitazione sindacale da tempo, chiede all'azienda per la quale lavora turni meno massacranti ed una riorganizzazione dell'orario, che così com'è ricorda quello degli schiavi nei campi di cotone.
L'azienda, una multinazionale, non ha orecchie per sentire e i lavoratori entrano in sciopero.
Ma serve a nulla la loro protesta, perché è vanificata dalla direzione locale che chiama altri facchini da diverse sue sedi e fa sostituire i lavoratori in sciopero.
La multinazionale, quindi, in questo modo contravviene penalmente e civilmente, ignorando Leggi Nazionali e Contratto di Lavoro, adottando il più grave dei comportamenti antisindacali.
Così il gruppo di facchini, che oltre al danno si becca pure la beffa, decide di scioperare ma con un presidio, visibile, davanti all'ingresso dell'azienda.
Ed ecco che arriva la polizia che in men che non si dica, manganella, prende a calci, trascina sull'asfalto le persone, insulta e "disperde" i lavoratori in lotta; qualcuno resta anche a terra ferito, ambulanze e ricovero ospedaliero.
Da un'altra parte un centro autogestito da studenti universitari, per contrastare il carovita e dare accoglienza abitativa anche a laureandi stranieri, deve essere sgombrato per ordine del sindaco o di chi per esso.
I ragazzi nella struttura stavano suonando chitarre e cantavano, ed ecco la polizia: manganelli, botte, teste spaccate, cariche, rincorsi uno ad uno gli studenti sono stati trattati come bestie da caccia grossa, in piazza, di fronte a passanti e tra i negozi.
Chi era ospitato nel Centro ha dovuto far bagagli in pochi minuti e andare a vivere in mezzo alla strada.
Due episodi che fanno pensare a Santiago del Cile o a Buenos Aires.
Invece il primo è avvenuto a Piacenza, all'Ikea; il secondo a Torino, in via Verdi, terminato con il sangue degli studenti universitari sul selciato di piazza Castello.
Ora io non so quali siano i requisiti per entrare a far parte della Polizia o di altri corpi usati per la Sicurezza, ma da quanto emerge devono essere praticamente assenti.
Pare proprio che i funzionari in divisa e gli agenti non conoscano minimamente le Leggi della Repubblica Italiana, la nostra Costituzione, il Codice Penale.
Sembra che non ne sappiano nulla di Diritti Umani e Civili, se fanno di tutto, come stanno facendo da oltre due decenni, per finire sui Rapporti Internazionali di Amnesty International, Human Rights Watch e ACNUR/UNCHR.
Anzi, più passa il tempo, più il comportamento delle Forze dell'Ordine peggiora e quelli che chiamano "interventi ordinari per la Sicurezza" sono esclusivamente azioni di bieca repressione da Leggi Speciali,  dettata da nessun bisogno dell'uso della violenza, perché i manganellati/picchiati il più delle volte sono inermi.
In un'altra manifestazione a Torino la Polizia è stata fatta oggetto di lanci di ortaggi e slogan; anche in questo caso ha caricato, picchiato e disperso.
Eppure non esiste alcuna norma che autorizzi gli agenti a reagire con la violenza repressiva contro le verdure e le grida di chi manifesta.
Un funzionario della Questura torinese, intervistato da una giornalista sul fatto specifico, informa che: "quando la Polizia si trova di fronte ad un muro di oggetti lanciati contro, deve intervenire..."
Di nuovo c'è da chiedersi che tipo di selezioni affrontino certi tizi.
Soprattutto se vengono selezionati.
Perché è squallido, oltre che gravissimo, vedere ogni giorno, agenti in divisa e in borghese che picchiano e assaltano disperati lavoratori che rivendicano i propri diritti, studenti contro questo Stato di cose malsane e vergognose.
Queste Forze dell'Ordine sono le stesse del G8 di Genova, 11 anni fa.
Sono le medesime che hanno fatto dichiarare alla Corte di Cassazione in sentenza definitiva: "chi ha gestito la sicurezza al G8 di Genova, si è macchiato di reati gravissimi contro la persona; nel nostro ordinamento non esiste il reato di tortura seppur richiesto più e più volte all'Italia dalla Corte Suprema Europea, quindi gli autori non possono essere perseguiti, non lo si può neppure fare per gravissime lesioni personali, perché il reato è prescritto; si può affermare che i comportamenti degli agenti e funzionari hanno fortemente danneggiato l'immagine internazionale della nostra Nazione..."
La Corte di Cassazione, quindi, lamenta la vergogna dell'impunibilità assoluta di chi compie reati contro la persona e veste divisa e/o gradi.
Non solo restano impuniti, ma il più delle volte, gli stessi funzionari che "hanno danneggiato l'immagine e la credibilità democratica dell'Italia" vengo promossi a ruoli superiori dai Ministri dei governi che si succedono, uno identico all'altro.
Lo è stato per Manganelli come per De Gennaro.
Restano lì ai loro posti, ai ministeri e ai Servizi, con stipendi da nababbi, alla faccia nostra e di tutti i cittadini menati e repressi illegalmente.
Non è cambiato nulla dal 1960 di Tambroni che faceva sparare sull'Italia, dagli anni '60 di Scelba o dal 1977 di Cossiga: Giorgiana Masi come Carlo Giuliani.
Anzi, la situazione è peggiorata.
La certezza d'essere tutelati dall'impunibilità assoluta stabilita per Leggi, scritte ad hoc e firmate senza battere ciglio da questo Presidente della Repubblica, ha di fatto diviso in due l'Italia; da una parte i pochi strafottenti nemici assoluti del popolo che si permettono qualsiasi schifo e dall'altra i cittadini comuni, tutti noi, che devono tacere e subire, pagare i loro stipendi e annessi, altrimenti sono botte, e se ti va male c'è la galera, se ti va peggio anche il TSO e fai la fine di Mastrogiovanni.
Non serve chiedere "scusa" come più volte ha fatto Manganelli, se poi alle scuse non seguono atti concreti: dimissioni e riforma radicale delle Forze dell'Ordine.
In conclusione c'è ancora un'ultima amarissima considerazione: ma tutti i politici garantisti, i Costituzionalisti così elegantemente libertati e di sinistra, i giornalisti d'assalto, gli editorialisti coraggiosi, gli scrittori antimafia con le scorte, i pochi sparuti "intellettuali" contro... come mai non alzano una sola voce per denunciare questa Polizia, il Ministero degli Interni e questi Governi fantoccio?
Domanda retorica.




Lucio Galluzzi

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