domenica 19 dicembre 2010

TRASMUTO



La prima volta che sono morto

non me ne sono neppure accorto

talmente ero già morto.

Fa anche rima

sono un vero poeta,

se non rimmi con la parola non hai senso,

neppure sesso.

Sei solo un automatico scrivente.

Così allora in quei tempi ero morto in mezzo ai già morti

neppure loro se ne sono accorti.

Erano già morti

talmente morti che tra di loro non se l'erano mai data

se ne stavano lì su panchine e pedane

con l'Ipod nel culo nascosto in altro per paura dei ladri

che erano defunti pure loro

come avrebbero mai potuto violare?

Crepai rovinando a terra

mantenendo però quel senso di signorilità che non mi ha mai abbandonato.

Inibito pure in quei momento.

Non disturbare, frantumati piano, non fare rumore

soprattutto esala per conto tuo.

Perché questa valle di trapassi così vuole

in cosa buona e giusta

non metterci molto a farla finita

meglio sicuro l'auto estinguimento

piuttosto che feretri SS in devastazione finale.

Se ne accorse un po' quel mio amore lì

della disarticolazione ossale di me esanime a terra

in quel novembre iniziale,

piètas, compassione, ottuplice sentiero

e se ne andò

perché è così il bene

se è bene non può essere male

che cazzo!

Aristotele e Fichte mica sono nati a caso?

I vivi che non sanno d'essere in ferma biologica

proprio perché si amano e dicono d'amarti

quei singoli

si bazookano diretti

in un lampo non ci sono più.

Stanno in altri sepolcri a macellarsi pezzi di carne fresca

mordendola uni con altri e altri e neutri

tornano poi alla tana sporchi di sangue

si riguardano per chissà quale numerica volta poco celeste

l'intervista col vampiro.

Romantica decadenza gotica in linea fedele ai padri romani

rovinati e maledetti per fine e stirpe

si portano dentro.

Chiamali digli che sei finito

avranno la batteria scarica in senza campo

di fiori passiti immersi

cera bruciata pungente aria di garofano

e mai un passo.

E quella fu solo la prima volta che trapassai.

Non mi fece più male il reitero.

Perseverante ciclica chissà se karmica

la fine arrivava.

Seriale.

Ormai sono cactus

e fidati,

dalle spine il sangue non esce.

Più.

Così l'ultima volta che sono morto

non se ne sono accorti

ero vivo in mezzo a i morti.

TRASMUTO


Lucio Galluzzi

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1 commento:

  1. Salve. Mi sono imbattuta in questo blog e non ho potuto fare a meno di notare che in questo post è stata utilizzata l'immagine "trasmutazione" che è di mia creazione. Mi piacerebbe poter parlare con l'autore del post a riguardo.
    Posso ricevere il suo indirizzo e-mail?
    Grazie

    RispondiElimina