
La prima volta che sono morto
non me ne sono neppure accorto
talmente ero già morto.
Fa anche rima
sono un vero poeta,
se non rimmi con la parola non hai senso,
neppure sesso.
Sei solo un automatico scrivente.
Così allora in quei tempi ero morto in mezzo ai già morti
neppure loro se ne sono accorti.
Erano già morti
talmente morti che tra di loro non se l'erano mai data
se ne stavano lì su panchine e pedane
con l'Ipod nel culo nascosto in altro per paura dei ladri
che erano defunti pure loro
come avrebbero mai potuto violare?
Crepai rovinando a terra
mantenendo però quel senso di signorilità che non mi ha mai abbandonato.
Inibito pure in quei momento.
Non disturbare, frantumati piano, non fare rumore
soprattutto esala per conto tuo.
Perché questa valle di trapassi così vuole
in cosa buona e giusta
non metterci molto a farla finita
meglio sicuro l'auto estinguimento
piuttosto che feretri SS in devastazione finale.
Se ne accorse un po' quel mio amore lì
della disarticolazione ossale di me esanime a terra
in quel novembre iniziale,
piètas, compassione, ottuplice sentiero
e se ne andò
perché è così il bene
se è bene non può essere male
che cazzo!
Aristotele e Fichte mica sono nati a caso?
I vivi che non sanno d'essere in ferma biologica
proprio perché si amano e dicono d'amarti
quei singoli
si bazookano diretti
in un lampo non ci sono più.
Stanno in altri sepolcri a macellarsi pezzi di carne fresca
mordendola uni con altri e altri e neutri
tornano poi alla tana sporchi di sangue
si riguardano per chissà quale numerica volta poco celeste
l'intervista col vampiro.
Romantica decadenza gotica in linea fedele ai padri romani
rovinati e maledetti per fine e stirpe
si portano dentro.
Chiamali digli che sei finito
avranno la batteria scarica in senza campo
di fiori passiti immersi
cera bruciata pungente aria di garofano
e mai un passo.
E quella fu solo la prima volta che trapassai.
Non mi fece più male il reitero.
Perseverante ciclica chissà se karmica
la fine arrivava.
Seriale.
Ormai sono cactus
e fidati,
dalle spine il sangue non esce.
Più.
Così l'ultima volta che sono morto
non se ne sono accorti
ero vivo in mezzo a i morti.
TRASMUTO
Lucio Galluzzi
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Salve. Mi sono imbattuta in questo blog e non ho potuto fare a meno di notare che in questo post è stata utilizzata l'immagine "trasmutazione" che è di mia creazione. Mi piacerebbe poter parlare con l'autore del post a riguardo.
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