mercoledì 29 giugno 2011

PERCHE' BISIGNANI - TERZA E ULTIMA PARTE

OMISSIS ANDREOTTI, MORTI AMMAZZATI E OPERE PIE VATICANE


Grembiulino Bisignani non è mai apparso nelle carte delle indagini sulla P3, Cricca, Banda Larga Finmeccanica, eppure il suo nome è il collante prezioso per tutte.

Improvvisamente dirompe il suo caso, le prime pagine di tutti i quotidiani si riempiono del suo viso, ne raccontano i "servigi" e soprattutto emergono le intercettazioni.

Chissà come mai solo ora e chi si cela dietro l'oscuramento di certe notizie da far emergere solo a tempo debito?

De Magistris che ci aveva provato è stato ostacolato, ridicolizzato, avocato.

La Forleo: stessa sorte.

Questi sono solo i due casi più eclatanti di magistrati "messi" a tacere dai poteri forti.

Mai successe cose simili a personaggi come l'ammazza sentenze Carnevale, Antonio Martone o Alfonso Marra.

Logge segrete virtuali o fisiche, massonerie di Piazza del Gesù che appoggiano Ballusconi, Servizi al servizio, vecchi e navigati neonazisti che tirano le fila.





Tanto ci saranno sempre i pennivendoli servitori che, a caratteri cubitali o con mezzi minzoliniani, diranno agli italiani: "quattro sfigati, pensionati nullafacenti scambiati per sovvertitori dello Stato".

Le pecore ci crederanno e Ciqui Cicchitto Incappuccione Azzurro assicurerà l'Italia, in Parlamento: "E' un'invenzione del terrorista Travaglio!"

Grembiulino Bisignani non risulta ufficialmente "consulente di fiducia di Palazzo Chigi", non è neppure sottosegretario di Stato, però lo è la sua ex compagna, la Benita Petaccia Santadeché, che adesso si capisce perché occupa quella poltrona: meritocrazia di famiglia e master ottenuto direttamente da Villa Wanda, Castiglion Fibocchi; che vale ben di più della Bocconi in questa Italia dei cialtroni delle libertà.

"Giggi" è potentissimo: collegato alla grande Finanza,agli imprenditori e all'informazione; comanda persone e connette ambienti.

Gianni Lecca lo considera Vangelo puro e lo ascolta in tutto e per tutto: Bisignani è quindi molto più che un sottosegretario, visto che li mette lui come ha fatto con Daniela Menevanto, più influente di un ministro.

Da buon massone piduista attivo, non "in sonno", detesta apparire, non vuole essere citato, è anche un'impresa trovare sue foto negli archivi.

Lascia quei "quattro sfigati, amici di nonna Abelarda" a scannarsi l'uno con l'altro quando vengono scoperti, tanto quelli sono il livello basso come le "bande", le "cricche" e le "logge" e si lasciano in pasto appunto ai pennivendoli favolai per confondere le acque già settiche.

Lui, Grembiulino Bisi, stava nel caveau, blindato e sicuro, ai comandi di regia, insieme agli utilizzatori finali.

"Giggi" è anche scrittore di romanzi gialli, si intrattiene da pari con Gianni Lecca, è amico di Balducci e Bertoladro [Prostituzione Civile], Incredibile Hulk Verdini [Banche, PdL e P3], Pier Francesco Guarguaglini [Finmeccanica], Paolo Scaroni [Eni], Cesare Geronzi [Generali].

Nega di appartenere alla P2, ma la sua tessera risulta essere la 1689, la sua qualifica: "reclutatore".

Nel 1981 i giudici Turone e Colombo scoprono gli elenchi segreti di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi, Bisignani aveva allora 28 anni, giornalista all'Ansa, capo ufficio Stampa del ministro piduista Stammati nei governi Andreotti degli anni '70.





Cresce presto il ragazzo; a 38 anni viene condannato a 3 anni e 4 mesi perché ha smistato la maxitangente Enimont, la Cassazione poi lo premia e riduce la pena a 2 anni e 8 mesi; a 40 anni, 1993, è il potente responsabile relazioni esterne gruppo Montedison.

Gianluigi Nuzzi in "Vaticano SpA", racconta che "negli anni '90 Bisignani manovra una gran quantità di soldi parcheggiati in Vaticano. Con l'aiuto di mons. Donato de Bonis, già segretario di Paul Marcinkus, cardinale e indimenticato compagno di scorrerie dei bancarottieri Michele Sindona e Roberto Calvi. L'11 ottobre 1990, Giggi, con 600 milioni in contanti, apre un conto riservatissimo presso lo Ior: è il numero 001-3-16764 intestato alla Louis Augustus Jonas Foundation - USA - "Aiuto bimbi poveri".

Bisignani ha ottimi rapporti con lo Ior da quando si occupava di Calvi e dell’Ambrosiano”, raccontò poi de Bonis in un’intervista. “La sua è una famiglia religiosissima; suo padre, Renato, un alto dirigente della Pirelli scomparso da anni, era un sant’uomo, la madre, Vincenzina, una donna tanto perbene. Bisignani è un bravo ragazzo. L’Istituto si occupa di opere di carità e gli amici aiutano i poveri, quelli che non hanno niente. Anche il sarto Litrico mi diceva ‘io vesto i ricchi per aiutare i poveri’"

I bimbi poveri, in realtà, non ebbero gran giovamento dai soldi della Jonas Foundation. Il 23 gennaio 1991, De Bonis si presenta allo Ior con quasi 5 miliardi di lire in titoli di Stato, li monetizza e suddivide il ricavato su due conti: 2,7 miliardi sul deposito dell’amico Bisignani, mentre quasi 2,2 li accredita sul conto cardinale Spellman, che gestisce in proprio e per conto di “Omissis”, come viene chiamato in Vaticano Giulio Andreotti.

Dal conto Spellman parte subito un bonifico da 2,5 miliardi al conto FF 2927 della Trade Development Bank di Ginevra: è la prima tranche della supermazzetta Enimont, “la madre di tutte le tangenti”, che andrà a irrorare, a pioggia, i partiti politici italiani per benedire il divorzio di Stato tra Eni e Montedison.

Nel giro vorticoso della lavanderia vaticana, sul deposito Jonas Foundation di Bisignani entrano 23 miliardi.

E lui, fra l’ottobre 1991 e il giugno 1993, ne ritirerà in contanti 12,4.

Che l’uomo sia sveglio lo si capisce già nell’estate del 1993, quando annusa il disastro [i magistrati di Mani pulite stanno per arrivare alla maxi-tangente Enimont]: così il 28 giugno di quell’anno corre allo Ior, ritira e distrugge i documenti che vi aveva lasciato all’apertura dei conti e chiude il Jonas Foundation. Ritira, in contanti, quel che resta: 1 miliardo e 687 milioni. Non avendo borse abbastanza capienti, deve fare due viaggi per portar via il malloppo.

Un mese dopo è latitante.

È il momento più nero di Mani pulite.

Tre protagonisti della vicenda Enimont muoiono in circostanze drammatiche: il presidente dell’Eni Gabriele Cagliari con un sacchetto di plastica in testa in una cella di San Vittore; il regista sconfitto dell’operazione Enimont, Raul Gardini, con un colpo di calibro 7,65 nella sua dimora milanese; il direttore generale delle Partecipazioni statali, Sergio Castellari, con il volto spappolato nella campagna romana.

Tanti conti non tornano, in questa storia. Anche quelli dei soldi.

La tangentona Enimont, rivelano i documenti vaticani messi a disposizione da Nuzzi, era ben più grossa di quella individuata dai magistrati di Mani pulite. E molti personaggi sono stati coperti dai silenzi vaticani.

Tra questi, l’ineffabile “Omissis”.

Almeno 62 miliardi sono stati nascosti, si sono volatilizzati. E di questo tesoro rimasto segreto, 1,8 miliardi sono passati sul conto di Bisignani.





Quattordici anni dopo, un altro magistrato bussa alla sua porta.

E' Luigi De Magistris, alle prese con l’inchiesta Why not.

Sta indagando su un comitato d’affari attivo in Calabria, ma con la testa a Roma.

È convinto che sia organizzato come un’associazione segreta, una nuova P2, tanto che contesta ai suoi indagati proprio il reato previsto dalla legge Anselmi.

È convinto che Bisignani di questa nuova P2 sia uno dei punti di riferimento.

Il 5 luglio 2007 si presenta di persona, a sorpresa, ai suoi indirizzi romani, l’abitazione e la sua azienda Ilte [Industria Libraria Tipografica Editrice] di piazza Mignanelli.

Ha un mandato di perquisizione. Bottino scarso: qualche documento e un Blackberry 7230 blu. “Ho avuto l’impressione che fosse stato avvertito: lui era volato improvvisamente a Londra”, dice oggi De Magistris. “Dopo quella perquisizione, le manovre contro di me hanno un’accelerazione. Due mesi dopo mi sottraggono l’indagine”.


Di Why not restano oggi soltanto i rapporti accertati degli indagati. Bisignani, per esempio, era in contatto con molti politici, imprenditori, manager, uomini degli apparati. Tra questi, Clemente Mastella, allora ministro della Giustizia, Walter Cretella Lombardo, potente generale della Guardia di finanza, Salvatore Cirafici, il dirigente di Wind responsabile della gestione delle richieste di intercettazioni e tabulati inviate all’azienda telefonica da tutte le procure italiane.

Ora, quattro anni dopo, nuova indagine, nuovo comitato d’affari, una nuova P2. Luigi Bisignani resta a guardare, dall’alto, e aspetta. Ha visto sbriciolarsi la Prima Repubblica, la Dc, il Psi.

Non s’impressiona certo per la decomposizione del berlusconismo.

Il PD può ben sperare.


Fonti: il fatto quotidiano, Gianni Barbacetto, La Repubblica, Corriere della Sera, Nuzzi - Vaticano SpA - ChiareLettere, AnnoZero, Blu Notte Rai

Lucio Galluzzi

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martedì 28 giugno 2011

TREMORTI: PIU' CHE PSICHIATRICO, SENZA TESTA

IL GOVERNO SI E' ESONERATO

Da quando questo sciagurato figuro, che impersona il ministro dell'Economia e delle Finanze, fa finta di occuparsi di bilancio dello Stato, e sono anni!, l'Italia non ha mai fatto un passo avanti, anzi è regredita a livelli mai raggiunti, fino a perdere anche posizioni nella classifica G8.

TremoRti ha sempre assunto prepotentemente ed unilateralmente qualsiasi decisione di correzione finanziaria, mai confrontarsi con le forze sociali, le eventuali opposizioni e soprattutto i reali bisogni del Paese.

Un deposta che, travestendosi da "professor le-so-tutte", la smena per ore e ore, con sermoni senza senso, ogni qualvolta impone ai cittadini di mettersi a 90°.

Di disastri, il predicatore, ne ha già fatti a dismisura.

Convinto d'essere il vero presidente del Consiglio, sa perfettamente che i suoi colleghi di altri dicasteri nevralgici per la Nazione, sono stati messi lì da Ballusconi solo per apparire e fare sì con la testa come i cagnolini tamarri messi nei lunotti di certe automobili.

Per questo ordina e i ministri serventi eseguono, senza osare alcuna reazione o permettersi di chiedere chiarimenti.

Figurati a contestarlo!



E' probabile che ricevendosi un "no" da un suo omologo, prima si farebbe cogliere da crisi isterica infantile [come osano a mettere in dubbio il suo giocattolo preferito?], batterebbe i piedi per terra, mollerebbe schiaffi e correrebbe o da Ballusconi o da MummiaBossi a minacciare dispetti e farsi difendere dalla maestra/mamma.

I dispetti li ha sempre annunciati.

Non si contano le volte nelle quali ha annunciato: "O così o mi dimetto!"

Ma se ne guarda bene dall'andaresene.

Anche l'altro giorno voleva dimettersi, poi è arrivato il pastorello di 'al lupo, al lupo' e la cosa è finita nella solita favola cialtrona.

La Prestami il Giacomo, che di certo non brilla in personalità, ha più volte pianto, colta da disperazione depressa causa "non mi caga nessuno", quel "nessuno" era proprio il Giulio Macina Erre che imponeva e otteneva i colpi di mannaia mortali sui fondi per l'Ambiente.

Badessa Bondi è andato avanti beccandosi schiaffi in faccia da tutta la Cultura italiana perché taglio dopo taglio i Teatri, gli Enti Lirici, i Musei, le Scuole di Danza, il Cinema sono stati strozzati e con loro i Beni Archelogici [Pompei che crolla, i muri dell'antica Roma che franano, restauri e conservative bloccate…].

TremoRti non sa neppure di vivere nel Paese più ricco del Mondo per tradizioni culturali e Beni Artistici e così, con lungimiranza da "vieni avanti cretino!", ha dato un colpo mortale all'economia del turismo, la seconda per introiti mele casse dello Stato.

Anche il poeta di Corte Sandro ha pianto, s'è depresso, però se ne è andato dicendo chiaramente che non era più disposto ad essere "trasparente".

TremoRti se n'è fottuto.

E' dai tempi dei vari Rumor e Fanfani che la cantilena non cambia: "l'Italia ha un buco, i cittadini sono chiamati a sacrifici".

Qualche volta hanno anche detto: "saranno lacrime e sangue".

Mai una sola volta abbiamo sentito una campana stonare e annunciare: "la Nazione deve colmare un disavanzo, i soldi che servono li prenderemo dall'ICI che il Vaticano non ha mai pagato, dai privilegi della Casta, dai grandi evasori fiscali e dal 10% di famiglie italiane che posseggono il 47% della ricchezza italiana".

In questo modo non si chiederebbe un solo euro al cittadino che già non ne ha alla terza settimana del mese.

Invece i cialtroni di Stato i ricchi non li toccano, mai.

Figurati se si permettono di dare qualche limata a quella vergogna che si chiama Concordato, cioè la rapina enorme che uno Stato estero, il più ricco al Mondo, impone all'Italia e non si capisce il perché.

Sono sempre i soliti che pagano la mal gestione degli incapaci all'esecutivo.

La Enterogelmini, LaBrunetta, il Saccone e le altre comparse, tutti mangiapane a tradimento nella stessa misura, hanno sempre accettato i dictat scellerati tremortiani.

La Scuola Pubblica è stata smantellata, i diritti sanciti dallo Statuto dei Lavoratori stracciati, i CCNL cancellati, gli stipendi di tutti i dipendenti sempre con meno potere di acquisto e lontanissimi dal recupero dell'inflazione, aumenti salariali di fatto negati da anni, sanità funzionante e garantita solo ai ricchi, welfare azzerato, cooperative sociali costrette al fallimento, anziani pensionati che sopravvivono andando a raccattare quello che resta a terra dopo i mercati rionali.

Centinaia di migliaia di precari lasciati in mezzo ad una strada, fabbriche che chiudono a raffica da un giorno all'altro.

Ora ci siamo di nuovo: mancano 47 miliardi e non c'è più trippa per gatti, non c'è più un soldo da succhiare a noi, non ne abbiamo più.



Che cosa propone TremoRti?

Blocco ancora per un anno [da tre sono congelati] degli stipendi dei dipendenti pubblici, turn over vietato nella pubblica amministrazione, aumento dell'età pensionabile per le donne, reintroduzione del ticket sanitario da 10 a 25 euro per prestazione, aumento dell'IVA [diminuzione ulteriore del potere di acquisto, altra botta ai consumi].

Per la centesima volta hanno annunciato l'abbassamento delle tasse: non ci sarà.

Ma questi squallidi e mediocri governanti e saltimbanchi politici hanno paura della rivolta sociale, che prima o poi ci sarà, è inevitabile; allora annunciano la manovra della morte finale, ma non danno corso ai provvedimenti, hanno deciso che lo faranno dal 2013 o forse 2014.

Cioè, quando non saranno più al governo, lasciando quest'eredità ferale e terribile a chi ora è all'opposizione.

Auguri Italia!



Lucio Galluzzi

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domenica 26 giugno 2011

PERCHE' BISIGNANI - PARTE SECONDA

BALLUSCONI, LE LOGGE COPERTE E IL GOLPE PERENNE


Il figlio di Grembiulino Bisignani è stato assunto in Ferrari lo scorso anno, lo conferma Montezemolo ai PM Woodcock e Curcio il 23 febbraio: "Venni a sapere che il figlio di Bisignani lavorava per la Renault e ciò perché Bisignani è amico di Briatore; l'anno scorso, visto che ci serviva un ragazzo giovane che trattasse con gli sponsor, dissi a Domenicali [direttore sportivo della Ferrari, NdA] di incontrare il figlio di Bisignani e testarlo. Il ragazzo poi è stato assunto e mi dicono che è bravo".

Ma il Montezuma, prossimo imprenditore ed ex numero uno di Confindustra che scenderà pure lui "in campo" con la sua Italia Futura, sempre nella stessa deposizione ai PM: "Contattai Bisignani perché agisse negli interessi di Edwige Fennech, dal momento che Bisignani è amico di Masi, che è stata mia compagna, che produce film o meglio, fiction per la Rai".

Insomma, Montezuma non è ancora ufficialmente il secondo imprenditore, dopo Ballusconi, a voler salvare l'Italia trasformandosi in politico, ma sa già usare i metodi che nel 1994 portarono il Cavaliere a rivolgersi allo stesso Bisignani per farsi consigliare Gianni Lecca come suo "depositario e traduttore ufficiale" in Roma.





Tangentopoli e Mani Pulite hanno spazzato via il sistema clientelare e ladro dei partiti, che era alla luce del sole, tutti sapevano tutto, ma come sempre in Italia, la politica e certa magistratura sono talmente ed illegalmente siamesi che ci volle il coraggio di Di Pietro e pochi altri PM dalla deontologia sicura per togliere il tappo alla cloaca.

Così la vecchia Democrazia Cristiana, il PSI di Craxi, banchieri, "faccendieri", servizi segreti collusi, amministratori locali… "sparirono".

Craxi fu cacciato dall'Italia a furor di popolo, con lo stesso lancio di monetine che oggi stanno ricevendo figuri come la Benita Petaccia Santadeché, Gnazio la Muffa, Slek Bonanni & Soci.

Ma la partitocrazia della Seconda Repubblica sparì solo anagraficamente, i suoi politicanti si misero per un po' nell'ombra e aspettarono che l'opinione pubblica dimenticasse lo sfascio.

Non ci volle molto tempo: la Democrazia Cristiana cambiò nome e di seguito tutti gli altri partiti si inventarono "fantastici" quanto inappropriati loghi e denominazioni per rendersi irriconoscibili.

Ancora adesso, per esempio, non sappiamo cosa sia il PD, a quale pianta o fiorellino appartenga, se è rosso stinto perché suoi burocrati non adoperano Vanish Oxi Action o se si sono dotati di altra tanta arcobalenante per dare nuove energie alle riforme sulla carta.

Esoterico vuol dire "non divulgabile al profano".

Esoterico è il sistema che dalla fine della Seconda Repubblica ad oggi ha realmente governato l'Italia.

Una classe politica/dirigenziale fatta di incapaci, senza prerequisiti specifici, meritocrazie acquisite, con infiltrazioni mafiose, zeppa di inquisiti, condannati, radiati da albi professionali, ignoranti e zotici, fascisti incalliti e puttanieri non poteva e non può farcela da sola.

Non ha né gli strumenti personali tantomeno gli "agganci" per perpetuare la sua malerba.

Ed ecco che si spiega senza dubbio chi amministra davvero la nostra Nazione e perché; è il potere occulto, esoterico, deviato e mai entrato in crisi dei Grandi Orienti d'Italia e dei suoi tentacoli come la P2 di Gelli.

Ma si sa ancora di più [se gli italiani leggessero, invece di guardare solo le figure!]: la massoneria italiana è divisa in "partiti": c'è la corrente di destra e quella di sinistra. E tutte e due dicono la stessa cosa: vogliono il bene dell'Italia e appoggiano le proposte politiche di quello o quell'altro nel Palazzo secondo il loro orientamento ideologico.

C'è qualcosa che non funziona.




Ballusconi fa politica a casa sua, con summit e cene semi segrete, ha orrore del Parlamento, non si confronta con alcuno [apparentemente!]; i massoni fanno politica nei loro templi; l'opposizione non fa politica: ma allora a che servono le Camere?

Il venerabilissimo Raffi gran maestro dell'Oriente d'Italia è, per ammissione pubblica di "fratelli" massoni, "connivente con le scelte politiche che ha attuato nel nostro Paese Berlusconi".

Ballusconi dai massoni viene chiamato "fratello Silvio", l'architetto [massone] che gli ha progettato le ville in Sardegna e Arcore [disseminando i parchi di simboli magici] parla di lui come di un "illuminato e grande iniziato".

Il premier viene chiamato "fratello" dai massoni perché i suoi rapporti con la massoneria non sono mai cessati.

Non sono stati solo ed esclusivamente la sua affiliazione alla P2, ma, per esempio, è grande amico di Armando Corona, ha avuto stretti rapporti con lui quando quando Corona era gran maestro [1982-1990].

Quello che il Cavaliere definisce oggi "uno sfigato, pensionato", Flavio Carboni, era in realtà l'anello di congiunzione fra Corona e Ballusconi.

Secondo Magaldi: "Berlusconi e molte persone del suo entourage non hanno mai smesso di avere rapporti con la massoneria italiana ed internazionale. Il suo potere non avrebbe potuto costruirlo e farlo reggere per così tanti anni senza l'appoggio massone."

La loggia P1 nacque nella seconda metà dell'800 con lo Stato Unitario, la P2 è attiva dal secondo dopoguerra, la P3 e la P4 tecnicamente [massonicamente] non esistono a livello ufficiale, sono composte da "persone all'orecchio del Gran Maestro", cioè il "venerabilissimo" sa di determinate persone che non appaiono negli elenchi ufficiali o ufficiosi e che costituiscono quella che si definisce "loggia segreta"; è la massoneria cosiddetta "moderna".

Influenzare le Istituzioni stando nell'ombra.

Fare favori per ottenerne altri, coartare così quante più persone possibili del potere politico essoterico [quello alla vista di tutti], invischiandole e facendole conniventi propri.

Frattini, che è l'ex maestro di sci dei figli del Premier, telefona a Bisignani per confrontarsi e chiedere pareri; lo stesso fanno la Gelmini e Prestigiacomo, Masi e la Russa, la Santaché e via discorrendo.

Ma chi erano questi "signori" prima della manna caduta dal cielo? Erano niente e nessuno.

La paura di ritornare polvere, in questo tempo di fine impero, li fa attaccare al telefono e chiedere aiuto a quella massoneria così tanto vicina al loro Capo.

Chi crede che hanno telefonato a Grembiulino Bisignani per far sapere le cose e ottenere solo da lui, allora può rileggersi tante e tante volte Cappuccetto Rosso.


Continua





fonti: l'Unità, Repubblica, Blitz quotidiano, il Messaggero, Corriere della Sera, La Notte della Repubblica-Rai, Il Fatto Quotidiano, il Sole 24 ore, Fratelli d'Italia


Lucio Galluzzi

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sabato 25 giugno 2011

PERCHE' BISIGNANI

PARTE PRIMA: DALLA SECONDA REPUBBLICA A TANGENTOPOLI FINO A GIANNI LETTA


Il viperaio che ha allevato Ballusconi è pieno di aspidi e come da tempo, ormai, le serpi velenose gli si rivoltano contro.

Il premier è neppure più la pallida figura di una Cleopatra sul letto di morte, lei se non altro è stata più virile, lui, invece è l'esibizione quotidiana del disfacimento fisico e mentale di una "regina" alla quale gli stucchi di cerone non possono più nulla.

Gonfio, ingrassato, pesante, con la voce impastata da chissà quale benzodiazepina moderna, i muscoli del viso che gli cadono a terra, le labbra implose a fessura tesa, sguardo feroce e disco rotto che ripete all'infinito come il pupazzo di Profondo Rosso.




Hanno provato a fare di tutto, lui e la sua congrega, per bloccare le notizie che già avevano mostrato le paludi infette della P3; poi lo schifo del bordello di Stato e ora ripropongono un altro bavaglio per nascondere ai cittadini la vergogna di questa classe politica squallida, senza etica, allo sbando e sfascio totale di ognuno di loro.

Si vogliono sostituire ai Magistrati e decidere loro se le intercettazioni siano "rilevanti o meno" per essere rese pubbliche.

Usano la ritrita e tristissima immagine del "fango" che viene buttato addosso a loro, chiedono ai cittadini se sono contenti di vivere in uno stato di polizia che li spia al telefono.

Io non ho alcun problema a farmi intercettare.

Anche da questo momento.

E' la cricca massonica e golpista che non vuole essere ascoltata; siccome le società segrete sono vietate dalla Costituzione e anche le attività per sovvertire l'ordine democratico dello Stato italiano: se a loro va bene è così, altrimenti è così lo stesso.

Altro che irrilevanza e non reato!

Don Abbondio Bersani farebbe bene, una volta per tutte, a smetterla di rianimare il premier con respirazione bocca e lingua ogni volta che è in coma; è ridicolo all'inverosimile come le altre dirigenti cariatidi che vegetano nel PD.

E' rilevante che i cittadini sappiano chiaramente che politici, ministri, parlamentari, direttori generali RAI, ex magistrati, sottosegretari, portavoce di partito… usavano, e usano, l'immarcescibile P2 di Licio Gelli, attraverso Bisignani per chiedere qualsiasi favore, intervento specifico e "informarlo" su questa o quell'altra cosa da "sistemare".

Nel 1994 Grembiulino Bisignani è condannato per la tangente Enimont a due anni e sei mesi; da quel momento sparisce dalle cronache. I suoi fratelli incappucciati direbbero: "è entrato in sonno".

Per tutta la durata della seconda Repubblica di lui non si sa più nulla.

Il "Dormiente" invece era più che sveglio. Lo dicono l'inchiesta di Napoli e i PM Curcio e Woodcock.

a fase che sta attraversando l'Italia ricorda l'8 settembre: la corte si dissolve, sta fuggendo, un governo finito, pezzi di Stato contro altri pezzi di Stato, apparati, dirigenze e commissioni gli uni contro le altre, tutti si scontrano con tutti.

Questa classe politica e dirigente [?] o viene sostituita completamente, o sarà la morte per infezione incurabile di noi tutti.

Ai tempi di Andreotti, Grembiulino Bisignani era un semplice ruffiano d'anticamera, gli ordinavano il da farsi e lui eseguiva.

Poi Mani Pulite spazzò via dirigenti pubblici, banchieri, consiglieri di Stato: De Lise, Catricalà, Calabrò era guidati dai politici. I partiti svanirono con Tangentopoli, così dovettero trovarsi altri referenti "fidati".

Inizia l'obliquità, il trasversalismo nascosto, sedi invisibili e volti altrettanto occultati per rimettere insieme il carosello democristiano cambiandogli nome.



Cesare Previti è un esempio lampante di questo meccanismo: "dormiente" per finta pure lui, condannato, interdetto dai pubblici uffici è riuscito a sistemare, alla Camera, Alfonso Papa, ex magistrato con distacco al Ministero di via Arenula, oggi è deputato, ama i Rolex, i Vacheron & Costantin ricettati, le Jaguar, i PM napoletani ne hanno chiesto l'arresto, l'ANM si riunirà per radiarlo.

Ora, finalmente, i soldatini di corte che ancora sfilano in Parlamento sentono minacciati i loro progetti, le protezioni sono saltate, il nervosismo è alle stelle: ministri che insultano, altri che non si siedono al banco del governo, portavoce schizzati che non sanno più quello che dicono: Ballusconi entra nell'aula del Senato, per la verifica di maggioranza [una burla!] ed è tutto un fremere di nervosismo e saltelli da una parte all'altra, pacche sulle spalle, occhiolini, sorrisi, fino a salire verso il suo sottosegretario Gianni Lecca e stringergli la mano fraternamente amorevole.

Poi si va anche a sedere accanto a Di Pietro per dimostrare le sue "aperture".

25 anni fa, Gianni Lecca fu presentato a Ballusconi proprio da Grembiulino Bisignani. Il pazzo di Arcore aveva bisogno di un "punto fermo e fidato" nella capitale e Bisignani "designa" proprio Lecca.

Gianni Lecca allora dirigeva Il Tempo, ma viene nominato subito "traduttore" ufficiale capitolino di Sua Imprenditoria la Nanezza e poi Primo Dignitario di Palazzo Chigi, è già Gentiluomo di Sua Santità.

Lecca non è mai stato votato o eletto da qualcuno, men che meno dal popolo, il suo pensiero e idee sono tabù, eppure viene candidato alle più alte cariche possibili.

Strano, o no?, che Grembiulino Bisignani tiri fuori guanti, cappuccio, spada e clessidra e colpisca Lecca proprio nel momento più opportuno per rovinargli la carriera da futuro senatore a vita e sbarrargli il portone del Quirinale.

Gianni Lecca ha risolto finora i problemi di Ballusconi.

Il vero Presidente del Consiglio, Licio Gelli, attraverso Bisignani ha risolto in un sol colpo quelli di Lecca e portato a termine i progetti personali di mezzo governo.


Continua


fonti: il fatto quotidiano, la repubblica, l'espresso, blitz quotidiano, il messaggero, rai-mixer, youtube, articolo21


Lucio Galluzzi

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giovedì 23 giugno 2011

J'ACCUSE!

COMPAGNI DOVE?

IN MEMORIA DI PASOLINI E MONICELLI


Gli italiani non hanno più alcun punto di riferimento serio al quale guardare.

Pasolini lo hanno ammazzato da tempo, poi anche quando era vivo alla maggioranza non è che interessare molto.

Bisogna essere trucidati perché la gente si accorga di quello che perde.

Qualcuno oggi dice che Pasolini fosse un profeta.

Che in Salò ci fosse l'analisi precisa della sua imminente fine, raccontata nei minimi particolari, comprensiva del movente che avrebbe spinto i suoi assassini a macellarlo.

Pier Paolo non riuscì a finire il film.

Salò uscì postumo pochissimo tempo dopo il sacrificio e l'orrore.

Lo Stato lo sequestrò dopo due giorni ordinandone il rogo di tutte le copie.

Perché l'Italia e le sue schiere di pecore sono così: asservite da sempre al Vaticano, alla morale cattolica, al più bieco clericalismo e alla Democrazia Cristiana che non è mai morta, probabilmente non morirà mai.



Pasolini ha lasciato pagine immense per tutti noi.

Mentre scriveva o realizzava un film intorno a lui c'era solo persecuzione, e poca, veramente poca solidarietà.

Odiato perché omosessuale, denunciato e processato per le più squallide invenzioni degli omofobi, isolato dal PCI perché proprio non lo poteva digerire.

Lui, anarchico, contro i partiti e gli intellettuali organici della sinistra di allora, contro l'Italia cieca, sorda e muta, perennemente a denunciare gli stragisti di Stato e le cariatidi sedute in Parlamento ad amministrare la morte.

Poteva Pasolini non finire male?

In troppi lo dissero e lo dicono tuttora: "se l'è cercata, era un culattone che andava a marchette di borgata".

E bravi voi che avete capito tutto e siete in possesso sempre della soluzione pronta e certa per ogni cosa che possa turbare "lo stato/Stato delle cose".

Che poi lo stato delle cose è nostro e non dello Stato, dovremmo pensarci con attenzione.

Quando ascolto "La Recessione" [http://www.youtube.com/watch?v=lqEs9w2y1AQ] mi rendo sempre più conto di come oltre 30 anni fa Pasolini ci avvertisse.

Adesso li stiamo vedendo davvero i calzoni coi rattoppi, i borghi vuoti di macchine e pieni povera gente, tornata da Torino o dalla Germania, i vecchi sui muretti e i bambini che sanno cosa significa un pezzo di pane. l'aria che sa di stracci bagnati, tutto è lontano, treni e corriere che passano ogni tanto come in un sogno.

Le città grandi come mondi son piene di gente che va a piedi, con i vestiti grigi, negli occhi una domanda che non è di soldi, ma è solo d'amore.

Le piccole fabbriche, sul più bello di un prato verde, nella curva di un fiume, nel cuore di un vecchio bosco di quercia, crollano un poco per sera, muretto per muretto, lamiera per lamiera.

Gli antichi palazzi sono come montagne di pietra, soli chiusi, com'erano una volta.

I banditi hanno i visi di una volta, coi capelli corti sul collo, e gli occhi di loro madre, pieni del nero delle notti di Luna e sono armati solo di un coltello.

Altri banditi sempre più numerosi mandano mastini e rottweiler a sbranare disoccupati e non garantiti e mostri senza ragione rompono teste e spaccano ossa e vita degli ultimi, dei tanti senza nulla, dei disperati in fuga dalla morte.

Qualcuno dai palchi maledice tutti noi, ci insulta, proclama il suo schifo per la nostra razza, mentre boriosi figuri dalla loro bassezza, in tutti i sensi, ci sputa bile e odio mostrando portafogli gonfio e stipendio triplo d'oro, rubato a chi oggi non ha più speranze.

E' Salò quella che ci costringono a frequentare.

E' morte che ci spacciano per naturale evento della crisi.

Della crisi loro, della loro morte.

Loro morti della morte, che hanno ormai contaminato l'Italia, infettata, sporcata, straziata rilasciando cancri sempre più devastanti.

Loro paurosi esseri che niente hanno da condividere neppure tra sé stessi.

Macellai e ignoranti, malati di mente e sessuomani, deviati e mafiosi, falliti e ladri, residui di polvere che torneranno tali e peggio: cenere dispersa dal vento.

Ma intanto ci siamo noi tutti, che stiamo solo a guardare.

Non leggiamo, non studiamo, non impariamo, perdiamo la memoria, non abbiamo tempo, non possiamo, abbiamo fretta, siamo delusi e sfiduciati, siamo perennemente in lamentazione, ma mai che ci si permetta un atto liberatorio e rivoluzionario vero.

Al massimo scendiamo in piazza per seguire qualche capetto/leader dell'ultima ora, qualche borghesuccio ben vestito, pettinato di fresco, profumato a dovere, che parla bene, non dice parolacce e soprattutto non si spinge oltre perché è educato al dialogo fino all'esasperazione.

Un'antinomia ferale.

O si aspetta che qualche ameba gigante si rimbocchi ancora di più le maniche, si apra anche la patta del pantalone, lo tiri fuori e siamo pronti a tutto: proni e di bocca, perché da soli non sappiamo fare nulla e aspettiamo sempre il papà o il nonno al quale rinnoviamo la poltrona nell'imbottitura, per farlo stare più comodo.

Qualche volta, se è una bella giornata, non fa troppo caldo, o freddo, non c'è la partita, non dobbiamo trombare, si va al corteo, ma giusto quel tanto che basta per esserci, farsi vedere, griffati di certo anche nell'anima oltre che nel cervello; poi la sera c'è il pub all'aperto, l'etnico che fa tanto alternativo, il gelato naturista.



Sono questi i veri sensi del nostro non esistere.

Non esistiamo.

Il tragico è che non lo sappiamo.

Gli spagnoli, i greci, i francesi, gli olandesi, i tedeschi… si indignano e occupano piazze su piazze senza andarsene, giorno dopo giorno, costringendo i governi non solo a trattare, ma a cambiare.

Tunisia, Algeria, Egitto, Marocco, Iran, Siria, Bielorussia… in effetto domino per cacciare i dittatori.

Noi dormiamo.

Guai a svegliarsi.

Sempre ultimi, mai arrivati, abortiti come rivoluzionari e "compagni", traditori di noi stessi, infami alla bisogna, crumiri spietati.

E che facciamo ora?

Il potere in mano ad uno sconosciuto che però è conosciuto dal potere, muove le fila della politica attiva massonica e golpista, sistema una di qua e l'altro di là, chiude a suo piacere [si fa per dire "suo"] programmi TV scomodi ad un puttaniere e cricca annessa, ladri di rolex e truccatori d'appalti, collusi e mafiosi, impresentabili e avvoltoi accomodati tranquilli nei Palazzi.

Che dire?

Fanno bene! Siamo noi che li vogliamo.

Ce li meritiamo.

Quindi: zitti e mosca e piantatela tutti di sporcare parole come "Rivoluzione", "Rivolta", "Disobbedienza Civile", "Lotta di Classe"…

Occupatevi d'altro ed in questo modo onorerete di certo non solo Pasolini e il suo sacrificio, ma anche Monicelli che tanto citate.

Al limite, andate a messa.


Lucio Galluzzi

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