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sabato 2 giugno 2012

GERONTOCRAZIA NAPOLITANA

2 GIUGNO: FESTA DEGLI APPALTI MILITARI


La prima carica dello Stato non è lì per fare quello che vuole.
Ha compiti e doveri precisi, regolati dalla Carta Costituzionale.
Non rappresenta sé stesso e neppure la ristretta triste cerchia dei potentati che reggono questo sfascio di politica.
Non decide in nome e per conto dei governi, tanto meno di chi glielo ordina.
Se si trova in condizione di subire ingerenze e pressioni è suo dovere comunicarlo alla Nazione.
Così come più volte fece Pertini.
Per il terremoto in Irpinia, Pertini, fu fin da subito in mezzo ai disperati, non si negò, non rimandò; nel suo discorso ai cittadini denunciò la lentezza dei soccorsi, l'inadeguatezza dei coordinamenti e chiese che finissero in galera i responsabili.
Nell'appello ai giovani, sempre Pertini, lasciò una sorta di testamento: denunciare e punire i politici che rubano e lottare per la libertà, difendendo i valori conquistati dalla Resistenza Partigiana.
Ma lui era il vero Presidente della Repubblica.
Oggi, quelli che hanno ridotto l'Italia ad un vergognoso postribolo di dementi, vecchi col prurito, ladri di Stato, poteri forti contro il Movimento Operaio, fascisti e neonazisti che comiziano anche dal Parlameno... hanno fatto sì che cambiasse tutto: l'etica politica è diventata interesse personale, fare il deputato è un lavoro per diventare ricchi sfondati ai danni del cittadino, i ministri sono podestà, califfi che disfano e fanno come vengono comandati, i partiti come bancomat infiniti per le spese personali dei cialtroni che se ne servono...
La figura del Capo dello Stato non è mai stata così insignificante per i cittadini come in questo ultimo settennato.
Non era mai successo nella nostra Storia recente che il Presidente della Repubblica firmasse qualsiasi proposta di legge presentatagli, anche la più ridicola e anticostituzionale, come tutte quelle che Ballusconi & Co. gli hanno "passato".
Si è meritato diversi appellativi: da "Pennino Nazionale" a "Uno di loro" fino agli ultimi pesanti termini usati nelle ultime amministrative.
Ovunque vada è contestato a gran voce: dalla Sardegna a Napoli, da Torino a Palermo.
Eppure pare non capire.
Continua imperterrito a fare quello che vuole, o meglio: quello che vogliono da lui.
La più eclatante scelta è stata quella di imporre agli italiani Monti ed il suo governo, consegnando di fatto i lavoratori italiani ai banchieri e alla dittatura economica Merkeliana.
Perché di questo si è trattato e si tratta.
Con Monti la pressione fiscale, sempre per i soliti e mai per i ricchi, è salita ancora di più del maledetto quasi ventennio berlusconiano.
Siamo alla recessione, potere d'acquisto fermo e in caduta libera, con il prelievo, per le casse dello Stato vampiro, più alto al mondo; ma questo Presidente è contento, ci invita alla coesione nazionale, a collaborare alla rinascita del Paese che secondo lui ce la farà, ma solo e sempre con il nostro sangue quasi finito.
Per lui paghiamo 235 milioni l'anno, solo di affitto.
Aveva promesso la riduzione delle spese al Quirinale, ha fatto esattamente come la Casta: una finta.
Se errare è umano e il perseverare diabolico, dopo tutte le brutte figure che si è fatto, aggiungere l'infelice scelta della parata del 2 giugno, ordinandola senza appello, che cos'è?
La Costituzione prevede che il Capo dello Stato rappresenti tutti i cittadini, gli stessi, l'86%, contrari alla "festa"; in centomila hanno firmato l'appello, consegnatogli, altrettanti hanno telefonato al centralino del Quirinale per manifestare dissenso con la sua decisione: è servito a nulla.
Ha parato e festeggiato lo stesso.
C'è stato il ricevimento per i 2000 potenti nei giardini della Presidenza, si sono scolati 5.000 bottiglie di vino pregiato italiano, ingozzati con un buffet da 300.000 euro e festeggiato non la nascita della Repubblica, ma gli appalti militari dell'8^ potenza per armamenti al mondo: l'Italia.
23.500 milioni di euro spesi ogni anno per il bilancio della guerra, due miliardi dati in acconto alla Locked per la fornitura di cacciabombardieri, 1.235 milioni annui fino al 2026 per gli F35 che porteranno la "pace" nel mondo.
Chi prova a criticare senza mezzi termini l'oligarchia riceve risposta, finalmente dopo quasi sette anni ha reagito!, "non hanno capito niente quelli che contestano la parata del 2 giugno", così ha detto.
Capisce tutto lui, lui può tutto, è scienza e saggezza infusa.
Il Papa che gli è amiconissimo gli avrà anche effuso lo Spirito, gratuitamente.
Difatti parla una lingua talmente sconosciuta che non lo capiamo più da tempo.
Ma i Padri Costituenti volevano una Repubblica così?
I Partigiani sono morti per questo schifo?
La festa della Repubblica è l'onore alla baionetta e al missile?
Il Capo dello Stato, ieri 2 giugno, avrebbe dovuto essere presente alla vera Festa della Repubblica, a Casanova Lerrone, nel ponente ligure, dove si ricordavano i Partigiani e poi, veloce, visto che non c'è ancora stato, andare in mezzo ai terremotati, tacendo il più possibile.
Che cosa è rimasto del PCI a quest'uomo?
Nulla, assolutamente nulla.
Dei terremotati in Emilia se ne ricorderà il 7 giugno, prima aveva le feste, sarà in visita nei luoghi che non ha voluto vedere fino adesso: spero lo facciano scappare a gambe levate.


Lucio Galluzzi

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venerdì 23 marzo 2012

CI AMMAZZANO E SI SCANDALIZZANO PER UNA MAGLIETTA

Un esecutivo che innalza all'inverosimile il conflitto sociale non solo è criminale, ma cieco e sordo, non merita di governare una nazione, soprattutto in un periodo come questo.
Un Presidente della Repubblica che rappresenta la Costituzione e dimentica l'Art. 1, parteggiando per i padroni, la confindustria e contro la classe operaia è disonorevole.
Già quando si fa le sue uscite ufficiali lo fischia tutta italia, ieri si è addirittura calato nel ridicolo ruolo del mago di Stato: "non ci saranno licenziamenti in massa dopo la riforma dell'art. 18".
Così abbiamo capito che Napolitano dopo essere stato per anni il "pennino nazionale" di Ballusconi & Co., si scopre pure sindacalista di Marchionne, si schiera con i cacciapalle servi dei banchieri che ha voluto lui al governo, non noi!, che bella figura che sta facendo!
Un dirigente del PCI passato per gli scranni di questo Parlamento infetto, che fa carriera, si fa contagiare dalla peste allineandosi con chi lo sta mettendo nel culo agli operai.
E' ora di parlare chiaro e smetterla con le ipocrisie.
Finirla anche di scandalizzarsi per la maglietta "Fornero al cimitero" e cose simili.





Questi professoroni che si sono ritrovati a fare i ministri, da quando sono lì, hanno solo dimostrato prepotenza, tracotanza, arroganza, sicumera e interesse solo per i loro amici borghesi e industriali.
Sanno perfettamente che il governo che li ha preceduti non ha fatto nulla di nulla per il welfare, non un solo provvedimento per tutelare il lavoro, la sanità, le pensioni, la famiglia, la scuola... anzi, si è dato da fare per smantellare tutto il possibile in chiave sfascista e puttaniera.
Ha favorito i grandi evasori inventandosi lo scudo fiscale, voluto anche da quei cialtroni del PD, tant'è che solo in Svizzera sono 160 i miliardi di euro sottratti alle entrate dello Stato.
Ballusconi e i suoi peones neonazisti [Calderoli, Maroni, Bossi, Borghezio...] fin dal 2001 [G8, Genova, ministro degli Interni Scajola lo smemorato] hanno saputo dialogare con il popolo italiano solo con i manganelli, la repressione e le morti e la negazione delle libertà è andata sempre peggio.
Tutti coloro che si sono macchiati di sangue e torture nei confronti dei giovani manifestanti, in 19 anni continui, sono sempre stati osannati dai governanti penosi, promossi a ruoli superiori con innalzamenti vertiginosi di stipendi.
Manganelli, ora capo della polizia, viene pagato, di tasca nostra, oltre 600 mila euro l'anno: lo paghiamo per farci menare ogni volta che dissentiamo.
Noi italiani siamo proprio furbi, talmente da meritare tutto quello che ci sta accadendo.
Siamo dei poveri coglioni che si fanno fare di tutto e sono pure contenti.
La morte totale berlusconiana se ne va a casa, si fa per dire, arriva Monti, voluto da Giorgio il "Compagno", e con il Magnifico Rettore maggiordomo dei poteri forti dei banchieri e della finanza massonica mondiale, si aggiungono i suoi fidati baroni, che con la vita reale quotidiana di noi tutti c'entrano una beata minchia.
Gli illusi, tanti e troppi, speravano in gente "illuminata" e fuori dai meccanismi partitocratici, la risposta di questo governo dello schifo non si è fatta attendere: hanno nulla da invidiare a La Brunetta e il Saccone, Enterogelmini o La muffa, Due Maroni e Stracquadanio... quelli facevano gli squallidi palesemente, usando l'insulto più basso per i lavoratori italiani in diretta; questi, i professori, sono più formali, pacati, distaccati, ma in culo ce l'hanno messo lo stesso e più pesantemente dei primi.
Un esecutivo "tecnico" che afferma: "riformiamo l'articolo 18 e il mercato del lavoro anche senza il consenso delle parti sociali" [ e l'ha fatto!] è pura pornografia di Stato, gestita pure da una "signora" che ha sempre dichiarato di non sapere di cosa tratti lo Statuto dei Lavoratori e in particolare l'articolo 18 che le dava così tanto fastidio.
Incompetenti che si travestono da Treccani a Memoria, tanto sanno perfettamente che qualsiasi macellazione infliggeranno ai già fin troppo affamati non sarà contrastata, perché gli italiani sono sempre stati imbecilli e mai hanno osato ribellarsi veramente andando a prendere i politicanti da strapazzo e mandandoli via a calci nel culo.
Hanno riformato il lavoro, così com'era stato applicato e chiesto da Marchionne, Bonanni, Angeletti & Berluscones, hanno eseguito gli ordini della BCE, fottendosene di quello che succederà da adesso in poi; Napolitano batte le mani, il PdL, ma guarda caso!, è felice e contento, Monti subito dopo invita a cena, a casa sua, Schifo Schifani.


Poteva anche farci andare quel Gialli Lecca che lui stima tanto, "fonte di saggezza ed illuminazione", come il premier ha avuto a dire pochi giorni or sono.


Intanto la disperazione e lo sconforto aumentano, lavoratori che già erano stati traditi e venduti da sindacati e partiti buttati in mezzo alle strade, i giovani sempre di più senza speranze, gli anziani alla fame dovranno solo organizzare il proprio morire... e sarà sempre peggio.
Questi che impogono la morte, incrementano i suicidi, trattano come vacche al macello i lavoratori dipendenti... si scandalizzano e si offendono, querelano pure per la maglietta "Fornero al Cimitero"?
Tirano fuori il video che "incastra Diliberto".
Ma chi se ne fotte!
Quella T-Shirt mi piace, non è ipocrita, non è buonista e con questa gente, cinica e crudele il buonismo e reato.
Hanno voluto, scientemente, innalzare lo scontro sociale?
Adesso si fottano e non rompano.
Accettino le conseguenze, come noi subiamo le loro.
Punto a basta.
Potrebbero chiudere la partita che hanno giocato malissimo, chiedere scusa all'Italia che lavora e andarsene via, insieme a Napolitano.
Nessuno ne sentirebbe la mancanza.
Se stanno lì si assumano le proprie responsabilità, tutte.

Lucio Galluzzi

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giovedì 23 giugno 2011

J'ACCUSE!

COMPAGNI DOVE?

IN MEMORIA DI PASOLINI E MONICELLI


Gli italiani non hanno più alcun punto di riferimento serio al quale guardare.

Pasolini lo hanno ammazzato da tempo, poi anche quando era vivo alla maggioranza non è che interessare molto.

Bisogna essere trucidati perché la gente si accorga di quello che perde.

Qualcuno oggi dice che Pasolini fosse un profeta.

Che in Salò ci fosse l'analisi precisa della sua imminente fine, raccontata nei minimi particolari, comprensiva del movente che avrebbe spinto i suoi assassini a macellarlo.

Pier Paolo non riuscì a finire il film.

Salò uscì postumo pochissimo tempo dopo il sacrificio e l'orrore.

Lo Stato lo sequestrò dopo due giorni ordinandone il rogo di tutte le copie.

Perché l'Italia e le sue schiere di pecore sono così: asservite da sempre al Vaticano, alla morale cattolica, al più bieco clericalismo e alla Democrazia Cristiana che non è mai morta, probabilmente non morirà mai.



Pasolini ha lasciato pagine immense per tutti noi.

Mentre scriveva o realizzava un film intorno a lui c'era solo persecuzione, e poca, veramente poca solidarietà.

Odiato perché omosessuale, denunciato e processato per le più squallide invenzioni degli omofobi, isolato dal PCI perché proprio non lo poteva digerire.

Lui, anarchico, contro i partiti e gli intellettuali organici della sinistra di allora, contro l'Italia cieca, sorda e muta, perennemente a denunciare gli stragisti di Stato e le cariatidi sedute in Parlamento ad amministrare la morte.

Poteva Pasolini non finire male?

In troppi lo dissero e lo dicono tuttora: "se l'è cercata, era un culattone che andava a marchette di borgata".

E bravi voi che avete capito tutto e siete in possesso sempre della soluzione pronta e certa per ogni cosa che possa turbare "lo stato/Stato delle cose".

Che poi lo stato delle cose è nostro e non dello Stato, dovremmo pensarci con attenzione.

Quando ascolto "La Recessione" [http://www.youtube.com/watch?v=lqEs9w2y1AQ] mi rendo sempre più conto di come oltre 30 anni fa Pasolini ci avvertisse.

Adesso li stiamo vedendo davvero i calzoni coi rattoppi, i borghi vuoti di macchine e pieni povera gente, tornata da Torino o dalla Germania, i vecchi sui muretti e i bambini che sanno cosa significa un pezzo di pane. l'aria che sa di stracci bagnati, tutto è lontano, treni e corriere che passano ogni tanto come in un sogno.

Le città grandi come mondi son piene di gente che va a piedi, con i vestiti grigi, negli occhi una domanda che non è di soldi, ma è solo d'amore.

Le piccole fabbriche, sul più bello di un prato verde, nella curva di un fiume, nel cuore di un vecchio bosco di quercia, crollano un poco per sera, muretto per muretto, lamiera per lamiera.

Gli antichi palazzi sono come montagne di pietra, soli chiusi, com'erano una volta.

I banditi hanno i visi di una volta, coi capelli corti sul collo, e gli occhi di loro madre, pieni del nero delle notti di Luna e sono armati solo di un coltello.

Altri banditi sempre più numerosi mandano mastini e rottweiler a sbranare disoccupati e non garantiti e mostri senza ragione rompono teste e spaccano ossa e vita degli ultimi, dei tanti senza nulla, dei disperati in fuga dalla morte.

Qualcuno dai palchi maledice tutti noi, ci insulta, proclama il suo schifo per la nostra razza, mentre boriosi figuri dalla loro bassezza, in tutti i sensi, ci sputa bile e odio mostrando portafogli gonfio e stipendio triplo d'oro, rubato a chi oggi non ha più speranze.

E' Salò quella che ci costringono a frequentare.

E' morte che ci spacciano per naturale evento della crisi.

Della crisi loro, della loro morte.

Loro morti della morte, che hanno ormai contaminato l'Italia, infettata, sporcata, straziata rilasciando cancri sempre più devastanti.

Loro paurosi esseri che niente hanno da condividere neppure tra sé stessi.

Macellai e ignoranti, malati di mente e sessuomani, deviati e mafiosi, falliti e ladri, residui di polvere che torneranno tali e peggio: cenere dispersa dal vento.

Ma intanto ci siamo noi tutti, che stiamo solo a guardare.

Non leggiamo, non studiamo, non impariamo, perdiamo la memoria, non abbiamo tempo, non possiamo, abbiamo fretta, siamo delusi e sfiduciati, siamo perennemente in lamentazione, ma mai che ci si permetta un atto liberatorio e rivoluzionario vero.

Al massimo scendiamo in piazza per seguire qualche capetto/leader dell'ultima ora, qualche borghesuccio ben vestito, pettinato di fresco, profumato a dovere, che parla bene, non dice parolacce e soprattutto non si spinge oltre perché è educato al dialogo fino all'esasperazione.

Un'antinomia ferale.

O si aspetta che qualche ameba gigante si rimbocchi ancora di più le maniche, si apra anche la patta del pantalone, lo tiri fuori e siamo pronti a tutto: proni e di bocca, perché da soli non sappiamo fare nulla e aspettiamo sempre il papà o il nonno al quale rinnoviamo la poltrona nell'imbottitura, per farlo stare più comodo.

Qualche volta, se è una bella giornata, non fa troppo caldo, o freddo, non c'è la partita, non dobbiamo trombare, si va al corteo, ma giusto quel tanto che basta per esserci, farsi vedere, griffati di certo anche nell'anima oltre che nel cervello; poi la sera c'è il pub all'aperto, l'etnico che fa tanto alternativo, il gelato naturista.



Sono questi i veri sensi del nostro non esistere.

Non esistiamo.

Il tragico è che non lo sappiamo.

Gli spagnoli, i greci, i francesi, gli olandesi, i tedeschi… si indignano e occupano piazze su piazze senza andarsene, giorno dopo giorno, costringendo i governi non solo a trattare, ma a cambiare.

Tunisia, Algeria, Egitto, Marocco, Iran, Siria, Bielorussia… in effetto domino per cacciare i dittatori.

Noi dormiamo.

Guai a svegliarsi.

Sempre ultimi, mai arrivati, abortiti come rivoluzionari e "compagni", traditori di noi stessi, infami alla bisogna, crumiri spietati.

E che facciamo ora?

Il potere in mano ad uno sconosciuto che però è conosciuto dal potere, muove le fila della politica attiva massonica e golpista, sistema una di qua e l'altro di là, chiude a suo piacere [si fa per dire "suo"] programmi TV scomodi ad un puttaniere e cricca annessa, ladri di rolex e truccatori d'appalti, collusi e mafiosi, impresentabili e avvoltoi accomodati tranquilli nei Palazzi.

Che dire?

Fanno bene! Siamo noi che li vogliamo.

Ce li meritiamo.

Quindi: zitti e mosca e piantatela tutti di sporcare parole come "Rivoluzione", "Rivolta", "Disobbedienza Civile", "Lotta di Classe"…

Occupatevi d'altro ed in questo modo onorerete di certo non solo Pasolini e il suo sacrificio, ma anche Monicelli che tanto citate.

Al limite, andate a messa.


Lucio Galluzzi

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venerdì 11 marzo 2011

AD SILVIUM - PORCATA GIUSTIZIA: ADESSO HAI FINITO?

PLUTO, ETABETA E I SINISTRI RIFORMATI VERSO LA RIVOLUZIONE





Non se ne può davvero più.
Non a causa solo del puttaniere, ma soprattutto di questi italiani amebe, che tutto concedono e permettono ad un governo che non avrebbe senso in alcun altro Paese del mondo civile.
In 17 anni di Ballusconi il nostro Paese è diventato il loro, proprietà privata di una cricca esigua e pericolosissima fatta di piduisti, mafiosi, collusi, corrotti e corruttori, violenti, ex picchiatori fascisti, voltagabbana e venduti, incompetenti e senza meriti ai ministeri, tutti!, di questa Repubblica vilipesa e stuprata giorno dopo giorno.
Ne abbiamo viste di tutti i colori e sentite di ogni specie.
E' dal 1994, da quando il nano ha scelto di entrare in politica per salvarsi il culo dai processi che lo vedevano e lo vedono ancora imputato, che il Parlamento è stato man mano svuotato di ogni sua prerogativa costituzionale, fino a diventare quello che è oggi: un vergognoso organo di semplice ratifica sicura dei provvedimenti ordinati dal duce e dai suoi avvocati parlamentari.
L'esecutivo fascista che continua a danneggiare sempre più gravemente il nostro Stato, non ha prodotto mai leggi per il bene pubblico.
Non governa la res pubblica, non saprebbe neppure come fare, manca di formazioni specifiche, bensì il privatissimo mondo di una sola persona e della sua cerchia di gregari servi.
Alla domanda, sempre più frequente, posta dai pochi giornalisti liberi che ancora abbiamo: "Che leggi avete prodotto e approvato per affrontare i problemi del Paese?", rispondono sempre con la stessa inconcludente e squallida tiritera imparata a memoria: "E' una domanda provocatoria alla quale non intendo rispondere, lei è fazioso, lo capisco solo dal fatto che rappresenta quel giornale…"
Traducendo dal neppure tanto politichese: "Abbiamo fatto nulla di niente, ma scelgo di mandarti a quel paese perché così non mi faccio una figura meschina".
Peggio accade quando la stessa domanda è formulata, in modo più articolato, nei vari talk show di approfondimento che il premier vuole chiudere. Lì è tutto uno spettacolo mediocre e vergognoso di prevaricazione, urla, girate di frittata, parlare d'altro.
Se è Travaglio che lo chiede, gli risponderanno sempre: "Stia zitto lei che è stato condannato per diffamazione e poi abbia il coraggio di dire agli italiani che le pagava l'albergo in quella circostanza specifica che lei sa bene e sappiamo anche noi!".
A nulla serve che Marco mostri il suo casellario penale in diretta, davanti alle telecamere, che è pulito; ancora meno che lo stesso faccia sapere a chiare lettere che l'albergo non glielo pagava un mafioso o Anemone o altri amici di Bertolaido, che non ha nulla da nascondere e può esibire ricevute su carta che canta.
Non lo ascoltano, gli parleranno addosso a voce alta, perché la maleducazione e l'arroganza sono l'obbligo del confronto politico che i berluscones adoperano da sempre.


La volta dopo, gli faranno la stessa domanda, uguale precisa, sempre in risposta a "quali leggi avete approvato per affrontare i problemi seri del Paese?"
Lo hanno fatto la Moratti, Lunardi, Castelli, Ghedini, Pecorella, La Russa, Santanché, Porro, Feltri, Bondi, Belpietro…
Viene da pensare che siano tutti impediti mentalmente, che non comprendano la lingua italiana, invece no: sono in mala fede.
Dobbiamo pur dircelo una volta per tutte e non usare giri di parole: se si osserva il male lo si vede e si ascolta manifestato sempre occorre dirlo, altro che mediare e par condicio finta!, dirglielo in faccia senza farsi problema: "Siete il male, punto e basta."
Pertini diceva: "a brigante, brigante e mezzo".
L'altra sera ad Exit, Flores D'Arcais stufo degli insulti continui ai giornalisti veri d'inchiesta e della logorrea stupida dell'on. Regazzoni, Lega Nord, ha deciso di fare come Pertini consigliava; dopo aver chiesto di poter esprimere tranquillamente il proprio pensiero più volte, e non gli è stato permesso, ha di fatto usato lo stesso metodo, e ancora più incisivamente, impedendo al legnaiolo di poter sproloquiare ulteriormente. [http://www.youtube.com/watch?v=ZlO1AgVNMpM]
Bisogna davvero continuare su questa linea. I conduttori non intervengono quasi mai, non c'è arbitrato, invitano cani e porci e non hanno mai il coraggio civile di cacciare dallo studio i cafoni di turno o di abbassare il microfono del bulimico che recita, rubando tutto lo spazio, a danno altrui la lezione di regime, pilotando il tema esattamente sempre sulla stessa linea: la confusione e la disinformazione.
Occorre avvertirli prima, dirglielo: o mi lasciate parlare come io lascio parlare voi, oppure non permetterò più che esprimiate un solo concetto per tutta la puntata, e farò casino peggio di voi, sovrastandovi.
Ma non è democratico diranno i moderatissimi e democratici politicamente corretti.
E chi se ne frega!
Andate a dirlo prima ai maggiordomi di regime e, comunque, stai tranquillo che quando li avverti prima, se ne guarderanno bene dal farsi "coprire" con il loro stesso metodo.
Cominciare a reagire anche dalle piccole cose e non accettare tutto e comunque passivamente.
Se il PD non è mai riuscito a fare opposizione ed è continguo al sistema, sono fatti suoi e non nostri.
Se i Bersani, D'alemi, Veltroni, Franceschini, Rodotà… vogliono "dialogare con confronto pacato e serio", lo facciano pure, loro ci riescono, solo e semplicemente perché dicono le stesse identiche cose dei servi dei servi.
Per opporsi ci vuole coraggio e neppure una virgola di connivenza; non si può stare con il piede in due scarpe. I signori democratici non hanno mai scelto di "uscire" dal potere rinunciando a tutti gli incarichi che Ballusconi gli ha regalato: dal Copasir alle presidenze di commissioni, dalle vigilanze ai bilanci…
Non è cambiato nulla dai tempi del PCI degli anni 60-70, quando operai metalmeccanici FIAT, studenti e partigiani scendevano nelle piazze di Genova per chiedere il divieto al convegno dei fascisti in città; la polizia picchiava e manganellava… il PCI mediava, invitando i compagni alla calma.
Quando, sempre negli stessi anni, si è cercato di portare lo scontro di classe a livelli concreti contro il padronato, sempre con operai e studenti fianco a fianco, PCI e sindacati si sono tirati indietro, hanno voluto la moderazione e il dialogo.
Oggi accade la stessa cosa. La Storia si ripete.
Di nuovo è lotta di classe: padronato più che mai all'attacco dei lavoratori senza esclusione di colpi.
E il PD e la CGIL?
Vogliono il dialogo e il tavolo per trattare.
Leggessero Marx, Il Capitale, la prima parte, visto che non l'hanno mai fatto.
Ora lo governo Ballusconi ha raggiunto il suo ultimo obiettivo prefissato: la porcata di legge e riforma costituzionale d'attacco al sistema giudiziario/magistratura italiani. Non andrà mai in porto, perché la procedura per l'approvazione definitiva va oltre la normale durata di questa legislatura.
E' una truffa propagandistica del puttaniere: il solito fumo negli occhi e oppio per il popolino.
Legge Cirielli, il 41 bis da addolcire, il lodo Schifani, quello Al Fano, i vari altri Ghediniani, legittimo impedimento, processo breve, prescrizioni, cancellazione del falso in bilancio e appropriazione indebita aziendale, legge privacy intercettazioni, alternanza conduttori RAI per par mostricio, proposta per abbassare a 16 anni la maggiore età, legge porcellum Calderoli - elezioni truccate, scudo fiscale per gli amici evasori all'estero, esercito della salvezza in Marocco per tentare con corruzione di variare la data di nascita di una puttanella… sono i veri interessi di questo esecutivo ad personam.
In mezzo a tutte le maialate pensate e fatte approvare solo per evitare i processi al nano, l'unica riforma che hanno prodotto è il disastro mortale della Gelmini, e se ne vantano pure!
E il PD che fa?
Raccoglie dieci milioni di firme per chiedere le dimissioni del duce, le presenta pure!, ma è un po' difficile da sostenere che Paperino, Topolino, Giuseppe Garibaldi, Adolf Hitler, Walt Disney… abbiano realmente sottoscritto la petizione.
Ma bisogna mediare e volersi bene!
Ma ora che Ballusconi ha compiuto il suo ciclo di "riforme" che gli servivano, con la mannaia sulla giustizia, avrà finito di noiosare anche l'Empireo con le lamentazioni da tragedia greca-brianzola?
Ha ottenuto tutto.
O si inventerà qualche altra puttanata per dare a PallaDiSugna Ferrara il Quirinale e la presidenza Rai?
Anche succedesse il ridicolo più assoluto, gli italiani glielo lascerebbero fare, perché tanto poi arriveranno Pluto con Eta Beta, rifonderanno il PD chiamandolo Sinistri Riformati, cominceranno a lanciare pericolossime palline di naftalina e vedi come scapperanno in fretta il caimano e tutti i suoi gregari.


Lucio Galluzzi

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