LE MANI NERE NELLA MARMELLATA
Ci ha provato e questa volta gli è andata male.
Nessun suo "ministro", maggiordomo o Angelino Jolie Alfano che sia, ha rivendicato la paternità del codicillo salva Fininvest e men che meno ha dichiarato ne sapesse qualcosa.
Talmente vergognosa e gravissima l'azione compiuta da costringere la corte tutta a girare la testa nel momento della resa dei conti.
L'hanno lasciato solo.
Frattini Dry, amico di famiglia, ex maestro di sci dei figli di Ballusconi, ha dovuto uscire per qualche attimo dal coma e dagli svenimenti e, pur difendendo la norma caina, della quale dice che non ne sapesse nulla [ma allora come fai a dirne della sua bontà?], ha ufficialmente ammesso che "al Consiglio dei Ministri non si è mai parlato di questo provvedimento".
Frankenstein Ghedini se ne è lavato le mani: "chiedete a Tremonti, io non ho scritto quel testo; sono un penalista non un civilista".
Di fatto nessuno ne sa nulla, come è stile di ogni loggia massonica ben coperta, mantengono il segreto fraterno di Pulcinella, mettono il cappuccio e si passano il catino di Ponzio Pilato.
Figure di merda enormi.
Addirittura così titolano i quotidiani di famiglia.
Verderami non ci sta all'omertà: "tutti sapevano fin dall'ultimo CdM del 28 giugno".
Più passa il tempo maggiore è la bassezza nella quale cade questo esecutivo di truffaldini, bugiardi, incapaci e rovina Italia.
Seppure ci volesse poco a rispedire immediatamente al mittente l'intera porcata "patto di stabilità"/manovra, dichiarandola "irricevibile, anticostituzionale, macelleria sociale, incomprensibile e per nulla legale", Napisan ha preferito non esporsi: "lo saprete al momento opportuno" ha detto ai giornalisti che lo assediavano, non rispondendo di fatto al quesito se avesse firmato o meno il testo.
C'è voluta l'immediata sollevazione della rete, l'irritazione di TremoRti che s'è visto scippare lo scettro copyright, la lega che quando tace è incazzata, ma soprattutto l'isolamento dei suoi servi a costringere il puttaniere, chiuso come da tempo nel bunker, a ritirare la vergogna.
Lo ha fatto verso le 17.00 di ieri, con un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi e naturalmente ha condito il protocollo istituzionale con il solito mantra tossico: "a causa della infame strumentalizzazione della sinistra, bla bla bla, degli attacchi che come sempre colpiscono la mia persona, pur ritenendo la norma giusta, bla bla e ancora bla, la ritiro."
Cè da chiedersi adesso chi governa veramente l'Italia?
Chi fa le Leggi?
Chi le discute e le approva?
Inserire una "norma" in un DDL così delicato come quello di stabilità, all'insaputa del CdM, del Parlamento, farlo recapitare al Capo dello Stato sperando che il medesimo firmi senza accorgersene per imporlo ai cittadini, è un fatto talmente grave da meritare un unica risposta: le Camere devono chiedere le immediate dimissioni di questo prepotente vecchio pazzo, che ormai non c'è più nel mondo reale, vive e pratica solo il suo virtuale malato.
Ora, in un momento così delicato per la Nazione, non c'è di certo bisogno di questo ennesimo bordello ad personam.
Gli italiani, con gli ultimi risultati referendari, hanno chiaramente e seccamente detto "NO" alle norme salva persona del premier; eppure il duce non si vuole adeguare.
I suoi personalissimi problemi, il suo terrore per le aule di tribunale, la paura che ha di finire in galera e di dover perdere lo stucco che gli nasconde la vera faccia, dovrebbero continuare, secondo lui, a tenere in ostaggio l'Italia.
Invece no!
Questa volta è stato beccato in tutta la sua arroganza e sprezzo delle istituzioni democratiche, ha insultato tutti, nessuno escluso, dalla più alta carica dello Stato fino all'ultimo dei cittadini italiani, compresi i suoi elettori.
E' palese che il PD farà di tutto per salvarlo ancora e di nuovo: ieri, per esempio, nel voto per la cancellazione delle Province, il PDsenzaElle si è astenuto, così facendo ha permesso, di fatto, la continuazione del mantenimento degli organismi periferici contro i quali aveva fatto insieme a IDV e UDC uno dei suoi cavalli di battaglia per il voto amministrativo.
Guarda caso, al voto, tradiscono a sorpresa, gli alleati, rinnegano quanto concordato nel contratto elettorale, tanto ormai i voti li hanno presi; non possono lasciare Silvio da solo, quante poltrone perderebbero, quanti inciuci sarebbero non più garantiti?
Lo schifo per gli uni, pietà e vomito per questi altri.
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