SE TU DAI APPALTI A ME MIGLIAIA DI VOTI SON PER TE
LEINI E VOLPIANO
[a proposito, Ivano, figlio di Re Coral, è stato poi eletto Sindaco di Leinì e Consigliere alla Regione Piemonte, pure sua moglie. Caterina Ferrero è stata voluta da Cota in Giunta: Assessore alla Sanità. Agli arresti domiciliari per tangenti, trucchi, appalti di favore 'a sua insaputa' -
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Nella prima parte di questo articolo, ci si chiedeva se poi, il figlio di Coral, Ivano, dopo la cena 'ndranghetosa organizzata per promuovere, dal padre, la sua candidatura, fosse stato eletto.
Certo!
Ivano diventa Consigliere Provinciale di Torino con migliaia di consensi.
Quella sera, al tavolo, seduto con gli strani "imprenditori", il babbo, poi arrestato per mafia, illustra ai suoi ospiti la sua personale visione dell'imprenditoria: "Facendo il sindaco, ho cercato di far vedere che noi imprenditori, perché credo che qui siamo tutti imprenditori, ognuno nella sua misura, non è vero che siamo disonesti, abbiamo solo bisogno di lavorare..." [intercettazione ambientale, Hotel Verdina]
Anche come politico Coral non è un "ortodosso".
E' stato una meteora nell'appena nata Forza Italia, poi sindaco di Leinì dal 1994 al 2005, "lontano" dai partiti istituzionali, fa anche eleggere il figlio sindaco.
Coral padre all'inizio della sua carriera riesce a "saldare" la comunità di Leinì con quella degli immigrati; la cittadina da rurale che era si industrializza, tanto che questo "modello", Coral lo vorrebbe pure a Volpiano, dove è stato candidato sindaco nelle amministrative del 2011.
Un metodo elettorale, quello dell'impreditore sindaco, atipico: si mangiava gratis, contattava lui personalmente gli elettori uno ad uno, era sempre una festa; fino al venerdì, poco prima del voto: la città percorsa da trenini colmi di bambini che urlavano il nome del candidato, gonfiabili in un area e fuochi pirotecnici nell'altra.
Coral si spreca in promesse: navette per la città, fiere, piscine, nuovi parcheggi, parchi giochi...
Non riesce a farsi eleggere.
Solo nel seggio di via San Giovanni, dove vive, lo stravotano.
La zona di san Giovanni è quella dove abitano gli Agresta, ci abita anche Antonio, detto "Totu", arrestato da Minotauro e indicato dagli inquirenti con il capo de cantieri Coral.
Non diventa sindaco di Volpiano, il Coral, ma è comunque un "politico/imprenditore" di un certo calibro: sua nuora, Caterina Ferrero, per esempio, ha una carriera pubblica velocissima; eletta più volte Consigliere alla Regione Piemonte con migliaia di preferenze.
La Ferrero ha talmente tanto lustro che nel 2011, il governatore Cota la vuole nella sua Giunta come Assessore alla Sanità.
Nello stesso anno, 2011, Caterina Ferrero riceve un avviso di garanzia e si guadagna gli arresti domiciliari per un giro di mazzette, appalti, favori nella Sanità piemontese.
Con lei anche suo suocero, papà Coral, viene arrestato per mafia.
Le due inchieste, apparentemente scollegate, hanno però nomi comuni: Piero Gambarino, braccio destro della Ferrero, di più dalle Procure non è dato sapere.
I PM scrivono che "Coral è il biglietto da visita della 'Ndrangheta, il suo nome e i suoi affari sono considerati proprietà dell'onorata società tanto che i capi locali litigano per spartirsi i lavori nei suoi cantieri, fino ad uccidere".
Così come è stato ucciso nel 2008 il boss Giuseppe Gioffré che usava un prestanome come intestatario delle sue azienda, che guarda caso aveva sede in una capannone della Coral SpA.
Il sindaco Coral fa lavorare le 'ndrine, ma versa anche denaro per il mantenimento dei parenti dei mafiosi detenuti.
In cambio riceve voti, a migliaia, per lui e i suoi parenti.
Sua è anche la Provana SpA Servizi per gli inquirenti "una azienda pubblica che poteva sostituirsi alla stessa municipalità, continuata ad essere tale anche dopo l'elezione del figlio Ivano a sindaco della città".
La Provana SpA, pur essendo a totale capitale pubblico non viene censita dall'Osservatorio della Regione Piemonte sui Lavori Pubblici, perché agisce come "soggetto del libero mercato", quin non possono essere conosciute le aziende alle quali affida gli appalti e i lavori, anche se gestisce la quasi totalità degli appalti pubblici di Leinì.
Per 13 anni l'opposizione ha chiesto e mai ottenuto un solo documento dalla/sulla Provana, perché ritenuta "soggetto privato" e tutelata dalle norme, eppure è per l'appunto a "totale capitale pubblico".
Attraverso la Provana SpA, la Canavesana Costruzioni di Ivano Zucco [vedi parte prima di questa inchiesta], costruisce a Leinì un complesso di edilizia convenzionata: "Case Provana".
Questo il funzionamento: la municipalizzata acquisisce l'incarico dal Comune, poi lo affida ad altre aziende, senza i vincoli che la Legge impone all'ente pubblico.
Provana è l'ente concessionario, Canavesana la ditta alla quale è affidato il progetto, tutte e due hanno in comune dei personaggi: Alberto Balagna, Giampiero Bertolino, Maurilio Bena; tutti e tre compaiono anche negli organigramma di altre aziende affidate a Zucco.
Tutto regolare, ma la comunità e il Municipio non ne traggono benefici.
Provana acquista i terreni, progetta l'edilizia convenzionata, inizia le costruzioni.
In realtà non inizia nulla perché Provana non produce alcunché.
L'appalto, in trattativa privata, va alla Canavesana: più di 70 alloggi venduti, al 10% in meno del valore di mercato; il terreno era stato comprato al 50% del suo valore reale: l'utile in bilancio dell'operazione è di 10 mila euro.
Nulla, quindi, niente di niente, dove sono finiti i soldi?
Stessa operazione per la lottizzazione di zona san Francesco a Campo: Provana acquista dal Comune un'area per un milione di euro, poco dopo "cede" alla Nova Srl con prezzo maggiorato, anche se i lavori eseguiti sono praticamente nulli: nelle casse di Provana entrano circa un milione di euro che avrebbero potuto essere del Comune.
Uguale azione per il PIP, Piano Insediamenti Produttivi in via Caselle, pure questo affidato dal Comune alla Provana, anche se diverse altre aziende, consociate, avevano mostrato interesse all'appalto.
Nel PIP, alle porte della città, sorge l'Altair di Coral, la Provana gestista di fatto sempre dall'ex sindaco re di Leinì, una concessionaria di auto della nipote del "babbo di Ivano" e una quarta azienda non ricondicibile ai soliti noti: un PIP ristretto a conduzione di famiglia.
L'Altair è stata realizzata dalle aziende di Walter Macrina, accusato di associazione alla "locale" 'ndranghetista di Volpiano.
Ivano, sindaco di Leinì per "eredità" paterna, si dimette il 6 dicembre 2011, la commissione Prefettizia stava analizzando gli atti della sua amministrazione, se ne va con una lettera dove scrive: "a causa di pressioni esterne su assurdi teoremi".
Lucio Galluzzi
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