venerdì 23 settembre 2011

CI SCAPPERA' IL MORTO



…E non nel senso che l'appestato puttaniere, nottetempo, farà trascinare dai servi il suo cadavere in qualche reggia all'estero, non speriamoci. Quel morto non ci scapperà. Non scapperanno le troie assunte a nuova etica politica, sistemate qua e là per fare immagine.

Non varcheranno i patrii confini neppure gli avanzi di galera, falliti, ruffiani e markette leccaculo…

Gli italiani coglioni l'hanno voluta questa corte dei miracoli delle infezioni letali, hanno accettato l'orrore e, nonostante la situazione del Paese sia andata sempre peggiorando, fino a quella attuale, che sta diventando senza ritorno, non hanno, sempre gli italiani, mai osato un atto d'amore per l'Italia.





Mai sono scesi in piazza con la voglia di mandare veramente a casa i neonazisti.

E' vero, c'è stato qualche superfischione lanciato a Slek Bonanni, ma era un atto democraticissimo e moderato.

Come la contestazione a Torino alla festa del PD, altre ce ne sono state, ma niente hanno avuto o hanno a che spartite con una vera ed autentica rivolta di libertà.

Insomma: gli italiani, da sempre, se protestano lo fanno solo per finta, ma preferiscono di gran lunga il campionato di calcio e le seghe, le canne innaffiate di birra, il pelo del sabato sera e la tranquilla disperazione di questo immenso obitorio nazionale.

Ricordo l'enfasi e i proclami del "Se non ora quando?" Le donne italiane, contro il puttanismo di Stato, dovevano spazzare via i trombatori del popolo e a milioni, nelle piazze, riportare l'etica politica di nuovo nel suo naturale e giusto corso.

Praticamente non si sono viste. Rapida apparizione, slogan e cartelli, urli e strepiti, qualcuna si stracciava le vesti e poi basta. Sono morte anche loro.

Qualche settimana dopo, ho sentito della convocazione davanti a palazzo Monte Citorio degli "indignati italiani". Ma dove? Quanti? Chi li ha visti?

E' vero, c'è stato il presidio, ma non erano gli indignati, si trattava sempre dei soliti volti noti, quelli che ci sono sul serio nelle lotte, una volta si chiamavano "le avanguardie", ma saranno stati massimo un centinaio. Poi come "indignati" sono morti anche loro [erano quelli del Popolo Viola difatto].

Un'occhiata poi agli scioperi generali, indetti quasi come si trattasse di una vergogna illegale: i metalmeccanici fanno la fame, stipendi ridotti, licenziamenti a raffica, fabbriche smantellate, migliaia e migliaia di famiglie distrutte… e la CGIL di Susanna Mi Camuffo attende ben 5/cinque mesi per ufficializzare una, dicasi una!, giornata di mobilitazione.




Non basta: durante il suo comizio la ex Bettina chiese ancora, come fa fin dall'inizio della sua carica a Segretario Generale, il colloquio e i segnali dal Governo; il Governo manco l'ha considerata, anzi l'ha insultata e con lei tutti gli operai italiani in sciopero, definiti: "rovina dell'Italia, semi terroristi, provocatori, parte peggiore del Paese…"

Allora la Susanna che fa? In nome e per conto suo, si reca dagli stessi che l'hanno insultata, quelli che hanno svenduto la classe operaria al padronato, e firma un accordo con loro, quello del 28 giugno, salvo poi far finta di nulla, "riscendere" in piazza con il cappellino "compagno" e mettere il piede nella ottava o nona scarpa disponibile: il "buon sangue" del PSI non mente.

Ma queste sono quisquilie & pinzillacchere, come diceva Totò.

Anche se siamo allo sfascio totale, gli italiani si interessano d'altro, non vogliono affrontare il problema, che è uno solo, facilissimo da focalizzare, si girano dall'altra parte e passano le proprie vite, spogliate d'ogni dignità, a discutere, anche di notte, di quante se n'è fatte realmente quel pirla, come le ha girate, se le ha girate, se lo fanno a tre o cinque, con doppia penetrazione, con il preservativo o senza.

Nel mentre pippano Alprazolam e Fluoxetina e si arrabbiano perché quell'altro deficiente da Mosca dice di loro che sono invidiosi perché carenti di "patonza".

Ma il problema è sempre uno solo, non si chiama nano psicopatico, lui è solo una pallida mascherina malata, in fin di vita: una pedina, bruciabile in un attimo, una comparsa di Confindustria, Banchieri e padronato italiani ed europeo, un gagliardetto ormai sfilacciato e bucato della massoneria monetaria nera e dei golpisti di Gelli.

Questo è l'unico problema serio, concreto che ha l'Italia: si chiama contiguità con la peggiore Democrazia Cristiana, prosecuzione dell'immobilismo eversivo mafioso andreottiano, almirantiani diventati ministri e sottosegretari, neonazisti dementi che praticano il ricatto, salvano Milanese dal carcere, lo faranno pure con Romano e in cambio ottengono la merda che chiedono.

Il Capo dello Stato sta a guardare e, nonostante le richieste di scioglimento delle Camere provengano ormai da quasi tutti quelli che posseggono più di un neurone, si limita a ripetere, disco rotto, vaneggiamenti sull'unità nazionale, la solidarietà e patti di corresponsabilità.

E' uno solo il problema italiano: si chiama fascismo padronale e finanziario.

Hanno cancellato la Classe Operaria, lo Statuto dei Lavoratori, il Diritto al Lavoro e alla Dignità della Persona, violano le norme principali della Costituzione: dal diritto alla salute a quello sulla felicità, al tempo libero, allo sviluppo della persona che deve essere armonico e non da schiavo chino.

Sono pronti a spaccare teste se solo si prova a dire timidi no.

A difendere il territorio tuo dalla devastazione dell'Alta Velocità ti prendi candelotti sparati in faccia.

Se ti auto organizzi e occupi le discariche che ammazzano di cancro i tuoi figli, eccoli che arrivano a fratturarti braccia e gambe.

Ogni volta che quei pochi in lotta permanente vanno contro lo sfascismo è sempre sangue.

Il morto lo ha continuamente cercato il regime, ottenendolo: da Scajola Smemorello con Carlo Giuliani a Genova fino alle decine della gestione folle e incapace di DueMaroni.

Il gladiatore Cossiga faceva lezioni su come ottenerlo il morto, lo chiedeva proprio al DueMaroni e il sassofonista dalla testa trilobata ha messo in pratica tutto.

Loro hanno i cattivi maestri, non io e neppure i miei fratelli.

Loro da 60 anni hanno insanguinato questo Paese, coperto responsabili di stragi di Stato, depistato, testimoniato il falso, ammazzato tutti gli Stefano Cucchi possibili, loro stanno portando i nazisti di Proud & Honour a Roma…

Mesi fa, Napolitano disse testualmente: "c'è un clima da rivolta violenta, ribellione sociale… un clima che deve fare paura e portarci ad una seria riconsiderazione dei bisogni dei cittadini…"; poi cadde in uno dei suoi coma.

Disse esattamente le stesse cose che Antonio Di Pietro ha ripreso l'altro giorno, il leader dell'IDV ha solo aggiunto una chiosa logico-storica: "prima che ci scappi il morto".

Ha fatto scandalo, tutti hanno condannato quella frase, insultandolo.

Oggi a dirlo, ancora più chiaramente è Pisanu, ex ministro degli Interni: "Cambiare maggioranza e guida, altrimenti scorrerà sangue."

Così come stanno le cose, da cancrena gassosa, sarà inevitabile la rivolta violenta di chi ha fame e da è tempo calato nella disperazione totale: la maggioranza degli italiani.




Quando l'Enel staccherà l'elettricità in casa a quelli che non possono più pagarla, quando le banche si prenderanno le case dei lavoratori perché le rate del mutuo non sono state onorate causa povertà, quando si dovrà rubare nei supermercati per sfamarsi, quando qualcuno si darà fuoco e farà notizia, perché quelli che lo hanno già fatto sono stati censurati dalla libera stampa di questo Paese, quando moriranno ancora più figli piccoli perché "non ci sono soldi per pagare farmaci e assistenza sanitaria"…

Non ci sarà campionato di calcio che tenga.


Lucio Galluzzi

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venerdì 9 settembre 2011

APPLAUDITE: PARLA LA MORTE

I NUOVI BALILLA DEL DUCE IN AGONIA


C'è una scena in Morte a Venezia di Luchino Visconti, che chi ha visto il film, difficilmente riesce a dimenticare.

Gustav von Aschenbach [Dik Bogarte], innamorato del giovane e bellissimo Tadzio [Björn Andrésen], si lascia andare ai trucchi e belletti per negare la gioventù ormai andata via da troppo; lo si vede ad un certo punto, completamente disfatto in viso, colare l'inchiostro usato per tingersi i capelli. I rivoli scendono dall'interno della paglietta, mischiati al sudore e ai tremori della sua fine imminente.




Ieri, accanto al Colosseo, Ballusconi ha partecipato alle giornate degli ragazzi PdL della Giovane Italia, dietro a lui la parete del palco all'aperto con ripetizione modulare dello slogan "largo all'Italia che avanza"; la gran sapientona della ministra fascista Meloni faceva da moderatrice/presentatrice e anche padrona di casa, visto che il "movimento" degli under 21 "azzurrini" è il suo.

La platea era composta da un brivido: giovanissimi maschietti e femminucce, tutti ben curati, pettinati alla come si deve, telegenici e fighi, nessuno escluso, proprio come vuole nonna Maria de Filippi; facce da sono qui per farmi vedere e basta, con il sorriso tatuato per ed espressioni clonate d'estasi da Comunella & Liberatutti al Giubileo.

Sembrava uno dei casting per il Grande Fratello.

A soffermarsi solo sui visi era già una tristezza incredibile per quanta falsità televisiva comunicassero.

Ma c'era di più: tutti indossavano una t-shirt nera, il nastro tricolore reggi pass al collo, appesi allo scollo della maglietta gli immancabili ray ban classici con lenti a specchio, qualcuno li indossava pure.

Facevano impressione: i nuovi balilla; quelli che per convenienza politica ad personam non si dicono più del Fronte della Gioventù e neppure rampolli d'Ordine Nuovo. Ma facevano davvero così tanto Aledanno da piccolo, simil Gnazio la Muffa o Sputazzetta Gasparri appena post adolescenti ad adorare il boia Almirante.

Dolorosi e ancora di più schiaffo alla sana ed autentica gioventù italiana che niente ha da condividere con questi neri schiavetti sicuri che l'inno d'Italia sia "Giovinezza, giovinezza", perché la Meloni, nella sua immensa cultura, questo sa e lo trasmette ai rampolli nel recinto a brucare.

Un'offesa quei ragazzi, davvero un'esposizione di cattivo gusto, per nulla rassicurante e men che meno sana.

Piccoli fascisti in divisa e adunanza obbligata.

Ed ecco il duce che si presenta sul palco.

Completamente vestito di nero, camicia compresa, senza cravatta che fa più sbarazzino.

Si siede accanto alla sua ministra per caso e si mostra: mostro.

Non so se sia vero che il dimagrimento post estivo fosse dovuto a dieta ferrea come lui ebbe a dire; di fatto lo si vide per una settimana circa con il viso spolpato, non più gonfio a pallone come era a luglio, ma ieri era peggio dei suoi peggio trucchi e inganni.

Gonfio come un otre, gli occhi tirati a fessura, cinesi, la pelle del viso come quella tesa al massimo di un tamburo tutta indirizzata al retro orecchie. Era come se gli avessero messo della Loctite sulla nuca e lì dietro confluisse la pelle eccedente, quella che denuncia gli anni veri.

Nonostante il solito cerone arancione che gli spatolano in faccia, era pallidissimo; la camicia sbottonata mostrava, impietosa, il contrasto cromatico, impressionante, tra il restauro/stucchi del viso e la pelle del corpo.

Chiunque, con un minimo di classe e presenza scenica, avrebbe o chiuso di più la camicia, o disattenzionato lo sguardo degli spettatori con un discreto foulard.

Ma Ballusconi che è, come come dice lui, il più grande esperto d'immagine mediatica degli ultimi 150 anni, si è presentato senza badare alla repulsione che simili orrori esibiti possono provocare in chi guarda.

In poche parole era veramente brutto, come non si è visto mai.

Addirittura il bitume usato per fare finta che siano capelli ha cambiato colore, da nero come lo adoperava, ora è tra il mogano e il viola; le luci del giorno e i riflettori denunciavano le zone a macchia di leopardo dove gli inchiostri erano più presenti, i riflessi lucidi mostravano zone circolari opache che nulla hanno a che vedere con il verso lineare della pettinatura.

Non riusciva a stare seduto sulla poltroncina, si toccava la gamba destra e ogni tanto la massaggiava con smorfia di dolore, alla mano sinistra si sono notati, per la prima volta, l'indice e il medio deformati, terza falange incurvata per tutti e due, tremori e tic nervosi sempre più presenti.

Più volte ha sbagliato i soggetti, scambiato i termini, in una logorrea noiosa, interminabile: quella identica ormai da un decennio e più.

Persino la Meloni lo implorava a gesti per fargli capire di finirla e passare ad altro, ma nulla, lui no!

Si è persino arrabbiata la minestrina quando ha visto che il capo è un cocciuto esibizionista fatto perso di se stesso, lo ha attaccato, sperando in un blocco del flusso di delirio: niente da fare!

E' riuscito anche a dire che lui ha 27 anni, giocando con la sua vera età, ma nessuno ha capito il calcolo.




Quei fascistelli sotto ad applaudire ogni tre parole sceme, inquadrati di continuo, soddisfatti e sorridenti [ma di cosa? Perché?]. Le ragazze che addirittura venivano mostrate quando "commentavano" con goduria scenografica tipo: "madonnina che bravo! ma ti rendi conto cosa sta dicendo? Stupendo! Meraviglioso!"

Ma che spettacolo indecoroso e infame!

Che pessimo esempio educativo, distruttivo, vergognoso.

Non so chi siano i genitori di quei ragazzi, ma davvero che cattivi genitori!

E' probabile che quei giovani però fossero solo comparse fornite dalle solite agenzie interinali, come era successo per quelle femminili mandate a centinaia da Gheddafi, lo spero davvero, perché altrimenti stiamo peggio di quanto si immagini.

Certi cose dovrebbero essere vietate per legge, chi le organizza messo direttamente in galera per stupro della gioventù.

Alla fine avrei voluto che il pallone gonfiato avesse cominciato a perdere i rivoli di inchiostro dalla testa, misti al sudore e al rantolo della morte, come il Gustav di Visconti.

Ma la natura è matrigna e non lo vuole ancora, purtroppo per noi e soprattutto per lui.


Lucio Galluzzi

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mercoledì 7 settembre 2011

GOLPE

CAMUSSO E BERSANI: SVEGLIA!


Domenica 4 settembre, quando mancavano due giorni, solo 48 ore, allo sciopero generale indetto dalla CGIL, il fascismo al governo riunito in Commissione Bilancio a Palazzo Madama ha approvato un emendamento all'articolo 8 del decreto sulla manovra economica attraverso il quale viene attaccato senza ritegno lo Statuto dei Lavoratori, cancellato come la Costituzione.

Sono stai aboliti gli articoli che difendevano l'orario di lavoro, le mansioni e il diritto intoccabile al lavoro.

Viene introdotta la piena libertà, da parte del padrone, di licenziare, allungare l'orario dei turni e decidere in modo del tutto arbitrario sul come utilizzare nelle mansioni il dipendente.

La prima cosa da notare è quanto questo governo illegale e truffaldino tenga in considerazione le forze sociali e del lavoro, ma soprattutto come le organizzazioni sindacali si fanno temere dal capitale, Confindustria ed esecutivo Ballusconi.





La situazione che l'Italia sta attraversando ormai ricalca quella del primo decennio del 1900, con tutti i suoi fantasmi concreti: xenofobia, razzismo diffuso, corruzione ai massimi livelli, secessionismo, politica governativa ad personam, Capo dello Stato assente e non più in grado di essere garante del rispetto della Carta Costituzionale, privo di qualsiasi autorevolezza, estrema destra violenta ed eversiva garantita ed indisturbata, diritti umani dimenticati, povertà in crescita esponenziale, dossieraggi, Servizi Segreti che non si capisce bene cosa facciano, in realtà lo si capisce fin troppo!, massoneria nera e borghesia nostalgica sempre più potente e tessuto connettivo di questo regime, industriali incapaci di sviluppo che dovrebbero lasciare il posto a persone anche solo un minimo più illuminate, Banche e grandi finanzieri che speculano sulle disgrazie, libertà di stampa azzerata, diritto a manifestare il dissenso represso a manganellate, sangue e morti.

Da oltre 20 anni, i pericoli sociali che sgovernano l'Italia hanno preparato a dovere il terreno utile per la dittatura, applicato alla lettera il Piano di Rinascita di Licio Gelli/P2, indisturbati, tranquilli, lasciati fare da una opposizione vergognosa, silente, lassa, connivente e per nulla diversa dal potere del quale è semplicemente contiguità.

Se a tutto questo si aggiunge l'incapacità totale del popolo italiano di ribellarsi, di anche solo cambiare abitudine di voto, mobilitarsi e chiedere con forza; il quadro devastante è completo.

L'Italia sta morendo per mano di morti: gli agonizzanti permettono tutto e non si svegliano dal coma.

L'emendamento che attacca e cancella il diritto al lavoro, assassinando lo Statuto dei Lavoratori e spuntando sulla Costituzione è emanato de una delle Commissioni più importanti e decisive del Senato, cioè dal cuore dello Stato, è per questo che si configura come puro "golpe".

Stefano Fassina che è responsabile Lavoro del PD, non simpatizzante comunista, dice: "in questo modo il diritto del lavoro torna indietro di 60 anni"; la Camusso, socialista e non massimalista: "mai nella storia della Repubblica ci sono stati un governo e un Ministro del Lavoro che avessero come scopo quello di abolire il Contratto Nazionale, lo Statuto dei Lavoratori, i loro diritti… questa è una vicenda senza precedenti che contrasteremo con tutti i mezzi"; da qui si capisce la drammaticità del momento: una fase politica e sociale pericolosa, un esecutivo reazionario a tutto tondo che esibisce il suo odio antipopolare in ogni modo possibile.




CGIL e PD dovrebbero finalmente comprendere che non è con il dialogo e gli accordi [come quello firmato il 28 giugno anche dalla Camusso] che si crea l'alternativa vagheggiata da Bersani: questo governo cadrà solo con la lotta e le grandi mobilitazioni di massa.

Nessun governo tecnico, quindi, nessuna alternativa che non sia il popolo, le lotte italiane e quelle europee.

Bersani, Camusso, D'alema, Fassino, Veltroni, Franceschini & Co., ma anche Di Pietro e simili dovrebbero almeno per una settimana tacere e studiarsi Engels, nella parte specifica dove descrive la fabbriche di Manchester e obbligarsi a comprendere il concetto di "macchina" in Deleuze.

E' quello che manca a questa sinistra fallita: il sapere, lo studio, le basi.

Prima si conosce, poi si agisce senza troppi bla bla che non servono ad alcuno in questi momenti.

E' chiaro che nell'aria si sente un vento nuovo che sta soffiando.

Ieri i lavoratori della CISL hanno mandato a quel paese il servo Bonanni e sono scesi in piazza insieme alla FIOM; la voglia di rivolta è tanta e la rabbia pure.

La disperazione non è più misurabile.

Allora, signori: la vogliamo iniziare questa lotta?

Ce lo vogliamo regalare un altro 25 aprile di Liberazione?


Lucio Galluzzi

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domenica 4 settembre 2011

BALLUSCONI: IL MIGLIOR PALLONE GONFIATO DEGLI ULTIMI 150 ANNI


Poco tempo fa, il Silvio che da piazzista di spazzole è diventato piazzista e basta, annunciava con grande enfasi da dittatore consumato, di lasciare la segreteria del Palo delle Libertà perché lui ha già una certa età, largo ai giovani, Angelino Jolie Al Fano minchia quanto è giovane, ecco il vostro nuovo segretario: dal disastro della Giustizia ad Padronem a quello di mascherina del presidente.

E così fu.

Il coniglione gigante eseguì subito l'ordine, felice e contento d'essere un coso ad uso e consumo dell'imperatore.

Poi vuoi mettere, la soddisfazione di rappresentare nel mondo colui che ha sconfitto il cancro, salvato dalla miseria troie su troie in fallimento economico, regala cinquecento mila euro alle famiglie che non ce la fanno a tirare avanti per ripianare i debiti vivi e versa 20 mila euro al mese per farle mangiare [vedi Tarantini].



Angelino non solo deve essere orgoglione, ma di più!

In pratica, Jolie, è il segretario di un santo vivente; prima o poi il cavaliere farà pure vedere all'Italia tutta com'è capace a compiere prodigi come le operazioni chirurgiche a mani nude e metterà in ombra tutti gli altri guaritori filippini.

L'ex ministro del Quanto Ti Lodo si è subito sentito dire, di fronte a una platea oceanica, "nel 2013 non mi candiderò come premier, ho bisogno pure io di un po' di riposo"… e giù tutti ad applaudire, ridere, saltare sulle sedie.

Perché i peones sono così: non ascoltano, sono incapaci di capire, o c'è posta per loro o non ricevono, ma sono prontissimi a standing ovation ogni qualvolta il Magnifico apre bocca anche solo per ruttare o russare, raccontare una barzelletta con bestemmia o annunciare che andrà a cena da papà Cervi per poi essere ospite da Pinelli.

Cretino che cerca cretino, altrimenti la dittatura non sarebbe possibile.

Dominante che si contorna di servi passivi, incapaci di qualsiasi iniziativa personale.

Fu così per Hitler, Mussolini, lo è per Ahmadinejad, Assad di Giordania, Lukashenko…

Chi non ricorda la buffonata delle due prime donne Gheddafi e la Premieressa Silvio?

Truccati, inceronati, tinti e ritinti, stirati, paralizzati dai botuloni, con le facce da fessi che più di così non si poteva a sfilare impettiti per una corte di miracolati.

C'erano tutti i falliti d'un tempo riportati in vita dal regime d'Arcore ad applaudire un criminale, sanguinario, delinquente; ministri e ministressi al completa a spellarsi le mani, industriali, banchieri, magistrati sempre ospiti dall'insetto Vespa, mondane più o meno in auge, qualcuna vestita anche da zebra o giraffa in onore del beduino.

L'Italia ha dovuto anche ascoltare le lallazioni del nano che definiva l'amico del cuore del momento, il più saggio e illuminato presidente del mondo mussulmano.

Poi gli ha fatto la guerra.

Ora si becca le minacce di rappresaglia missilistica e le maledizioni che merita.

Perché gli idioti sono esattamente così.

Sono idioti e basta.

Se fosse continuata l'amicizia tra due pazzi, ci avrebbero anche costretti alla conversione nazionale all'Islam, con il silenzio assenso di Napolitano che tutto permette e di Ratzinger, che per non perdere i miliardi di euro che intasca dallo Stato italiano, sarebbe stato zitto.

E' un'accozzaglia di pazzi, di fulminati.

Aggrappati come avvoltoi ai posti assegnati dal ducato, incollati a fare corpo unico con le poltrone, perché se cade il puttaniere, loro ritorneranno nella polvere dov'erano; ora che sono abituati a fare i nababbi a spese nostre, gli è arrivata la manna dal cielo!, come potrebbero concepire il lavorare per mantenersi.

No che non se ne vanno.

Così, ieri, alla festa dell'Api, l'ennesima formazione politica nella quale milita il Palombello Rutelli, il novello e logorroico finto segretario del PdL, ha comunicato che Ballusconi non è vero che non si candiderà nel 2013, chi l'ha detto?

L'aveva detto lui!

Sì ma aveva anche detto che avrebbe creato un milione di posti di lavoro nuovi, abbassato le tasse, ricostruito l'Aquila con un colpo di bacchetta magona, dato vita al ponte sullo Stretto… e difatti non si ritira dalla politica come aveva promesso, non cederà il posto.

A 80 anni si ricandiderà premier unico.

Che buffone!

A quel punto, dopo l'annuncio, ovazione del parterre Api. Che bello!

Silvio aveva detto che voleva gente giovane alle prossime elezioni, per quello ha messo il Jolie a rappresentarlo, cribbio!




Ma perché il cavaliere dei cavalli di Mangano si ostina al sacrificio per questo paese di merda che lo fa vomitare e dal quale sicuramente scapperà?

Dovrebbe pensarci con attenzione e alla prossima tornata di votazioni presentare Andreotti al suo posto, dando un segnale forte di rinnovamento alla Comunità Internazionale e ai due Musei Egizi nel Mondo.

Finalmente potremo avere un autentico prescritto mafioso, abilissimo burattinaio, consolidato Belzebù che caspita come farebbe bene alla Patria!

E se proprio Andreotti non andasse bene per Berlussonini, per magari è troppo comunista, beh allora si tagli la testa al toro e sia candidato direttamente a premier Licio Gelli, Tonna Assunda Delirante presidentessa della Camera Unica Littoria e Pino Rauti alla Presidenza della Repubblica.

Tanto gli italiani non se ne accorgerebbero.


Lucio Galluzzi

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sabato 3 settembre 2011

BUFFONESQUE


RISATE E VERDURA MARCIA PER SEPPELLIRLI



Farebbero meglio ad iniziare quello che fino ad oggi ci hanno risparmiato: il burlesque.

Visto che in 19 anni hanno prodotto qualsiasi comica, che ha fatto ridere solo loro, adesso avrebbero l'obbligo morale di farci davvero divertire, proprio in mezzo alla tragedia nazionale in cui ci hanno immersi.

Ogni tanto una risata forte e di gusto fa bene.

Fa bene soprattutto al popolo, perché quando il popolo ride di gusto, e sonoramente, continuando a farlo, ottiene quello che gli spetta: la sepoltura del potere.

Allora sarebbe liberatorio, per noi, il miglior 25 aprile dal 1992 ad oggi, vederli sui palchetti addobbati in rosa confetto, spogliarsi di trini, merletti, bustini, corsetti, mascherine e autoreggenti, coulottes e protesi, contenitivi ed erniari, pelurie posticce e quant'altro li rende apparentemente simil umani.





Lo so, qualcuno, anzi, molti penseranno ora che lo spettacolo sarebbe vomitevolmente traumatico; ma solo all'inizio, perché poi vuoi mettere le grasse sganasciate che si leverebbero a vederli? Finalmente buffoni autentici come sono, senza veli, a fare la danza dei sette ventri, gli audaci hard di gladio, i piduisti ancheggiando e sculettando a sgembiularsi e scappucciarsi, gettando i guanti a voraci sottosegretarie ed Enterogelmini assatanate, Mare Carfagne che frustano Serve Bonanni, Gnazio la Muffa in un can can coi petardi intelligenti che gli esplodono intorno a seguire le note del sassofono di sotto del DueMaroni, Mantogolfier Ferrara smutandato, sellato a dovere e cavalcato rabbiosamente dai nani sadici, i cretini.

E sempre di più in un crescendo da The Baby of Macon arrivano le stratosferiche scale, ripidissime, e lui, il Wando Osiride Faraone Trombo Tutto in cima ad intonare "Sentimental" accerchiato da troie e puttani, leccaculi e ruffiani, mafiosi e vecchi arrapati bon la bava filante.

Tutti nudi!

Certo, vi cuole un po' ad abituarsi alla pelle rettiliana finalmente esposta, fa effetto vedere lucertoloni come sono in realtà; ma Visitors lo avete guardato sia nella prima versione cult che nelle altre due più recenti.

Non fatevi specie, quindi, a veder la specie orrifica.

Il re è nudo da un pezzo.

Fallito e coi bubboni esplosi da almeno tre anni.

Tutti quelli che sono intorno a lui, nessuno escluso, si stanno mostrando in quello che concretamente sono: comparsate secondarie di quel vecchio bianco e nero di George Romero.

La "verginella" più spendibile da loro in realtà è la bimba che alla fine della pellicola si è mangiata i genitori.

Ma in quella rappresentazione del padre degli zombies cinematografici non c'era speranza, come non c'é nei Diavoli di Ken Russell o nel testamento di Kubrick: non si ride lì.

Qui ed ora dobbiamo cominciare a farlo.

Ridere di gusto.

Seppellirli minuto dopo minuto.

Andare ad ogni loro uscita pubblica, senza perdersene una, e goderne dello spettacolo ridendo a squarciagola.

Pretendere che lo ripetano il Buffonesque, tanto lo faranno: sanno fare solo quello.

Anche più volte al giorno lo dovranno rifare, saranno contentissimi e tronfi per l'apprezzamento della loro arte: tanto sono deficienti.

Alla fine di ogni replica dare il compenso che meritano: sommergerli di lanci, mai per ferire!, ma per colpirli, senza errore, d'ogni sorta di verdura marcia, senza prima dividerla in pezzi; lasciare i grandi cavolfiori putridi interi, le zucche bacate e inverminate così some sono, angurie e meloni acidi da tirare come palloni, con tutta la forza che si ha nelle braccia, quintalate di pomodori immangiabili e sacchetti di patate andate a male.

Lanciare di tutto, sommergerli di rifiuti.

E continuare a ridere.

Essere pronti a ricominciare anche mezz'ora dopo.

Non si risparmino neppure i porno da impotenza totale infettiva dei Don Abbondio Bersani & Co.




Per loro però si usi solo immondizia vegetale rossa, vanno bene anche le bottigliate di passata verace andata a male.

Bisogna stare attenti a non perdersi nessuna rappresentazione del Circo di Stato, perché finito uno c'è subito un Piercasinando che inizia, una Marcecagna e Marchettonne in conferenza al Billionaire, una Kappler Binetti in tango feroce con Goebbels Borghezio diretti dal Trota.

La libertà richiede azioni, partecipazione.

Liberiamoci allora!


Lucio Galluzzi

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