"PERCHE' MIO FIGLIO E' UN MODELLO"
E' vero che siamo tutti cannibali, nessuno escluso, fino anche all'ultimo dei vegani.
Perfettamente educati all'impassibilità di fronte a popoli interi sterminati, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Trecento mila i siriani ammazzati, non importa da chi, ma ammazzati di bombe, gas letali, kalashnikov, fame e sete.
Quattro milioni di profughi che stanno scappando, ora, in questo momento, mentre scrivo, prigionieri di nuovi muri, fili spinati, xenofobia, nazismi.
15 mila disperati alle nostre porte, lasciati al freddo, alla pioggia e al fango, concentrati tra i plotoni tra poco d'esecuzione, condannati alle polmoniti, epatite A, denutrizione, dissenteria infettiva.
Il mare divenuto cimitero.
Niente che ci scalfisce.
Nulla ci provoca il seppur minimo graffio epidermico.
Stiamo lì, catatonici, con le bocche aperte, sbavanti a guardare tutto in diretta, agonia dopo agonia.
Zapping di qua e dopo di là.
Facciamo diventare caso internazionale l'insulto di Sarri a Mancini, le puttanate quotidiane dei Di Maio/Battista loop infinito sui social, le ingiustizie a Masterchef, Segreti, Barbara D'Urso, L'Arena e Giletti, Lilli Gruber, la Loren lascia Armani perché è ingrata e sceglie Dolce&Gabbana...
E' vero che ci mangiamo vivi l'uno con l'altro, coltiviamo vipere mortali nei nostri petti, siamo noi la Guerra, l'altro è il nemico, perché non conosciamo l'altro, siamo solo dei miserabili inutili "Io".
Però, ogni tanto, qualche volta l'anno, ci strappiamo due o tre peli pubici e urliamo per finta straziati per l'agnellino che mangiano a Pasqua, ci infiliamo l'unghia più appuntita nel culo e urliamo, si fa per dire, allo scandalo dei cuccioletti abbandonati o dell'aragosta che urla mentre la fanno bollire.
E' questa la nostra morale malata, la nostra etica di merda infetta.
Tutti chiusi nella loro casetta in Canada, con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà e tutte le ragazze che passavano di là, dicevano che bella la casetta in Canada.
Tutti nella famiglia perfetta, quella tradizionale, il Family Day, da noi tutti normali, nessun frocio, solo sesso a fine procreativo, niente culo perché è atto di Satana, se sprechi sperma è come l'aborto.
Poi tra le benedette e sante mura delle casette in Canada avviene di tutto, qualsiasi nefandezza, i crimini più feroci, le botte spietate, le mogli stuprate per diritto matrimoniale, i figli negati perché sculettano, fucili e pistole carichi, partono i colpi, ma è un pettine appuntito che gli ha leggermente forato un braccio, si muore per dissanguamento e si sta a guardare, tutti, persi per manina, nella bella e cristiana famigliola timoratissima di Dio.
Tuo figlio che si massacra di eroina, quella che gli passa la tua amica, che ha la tua stessa età di mamma, che forse se lo scopa, o lui si tromba lei, perché le ricorda te, sua mamma, e tu ti fotti quel vecchio che ha i soldi e ti sistema, ma anche l'amico di tuo figlio che ha gli stessi anni di tuo figlio, e lui si scopa il suo amico dopo che te lo sei scopato tu.
Tuo figlio che sta malissimo nel corpo con il quale è nato, ma maledetto, devi essere maschio e darmi i nipotini, se non lo fai ti spacco io il culo, guarda tua madre come l'hai ridotta, è impazzita per il dolore, colpa tua mezzomaschio fallito di merda.
Tuo figlio che vende il culo o il cazzo a chi gli capita perché deve comprarsi, costi quel che costi, quel cappellino che fa in, l'anfibio USA, l'anellino per la tipa, l'Iphone obbligatorio e vaffanculo alla scuola, la Beats quella rossa... e sei troppo preso dalla tua professione di alta responsabilità aziendale per accorgertene, difatti quando non ritorna a casa la notte, non puoi saperlo, perché manco tu ci sei a casa tua.
Tua figlia trucco truce e zeppe alte, top brillantinato, tette rifatte regalo di mammà per il suo diciottesimo compleanno, la Crystal-Meth nella borsetta, poi che vuoi che sia una birra? Dai su, bisogna pur essere moderne, non siamo nel Medioevo, marchiata a fuoco, ma tu non l'hai mai vista, non la guardi molto in faccia, non hai tempo, devi guardare già la tua, beve il piscio del suo amante, si fa tagliare con il bisturi, ha il nome di lui scarnificato sulla vagina, vomita di continuo, sarà un'influenza, strafatta persa, ma sarà solo stanchezza.
E come è bello quello strafigo di tuo figlio, un Dio in terra, lui al di sopra di tutti, un genio, fa inginocchiare gli altri ai suoi piedi e lo adorano in preghiera, perché guarda che muscoli che ha, è perfetto, tutto quello che non sei tu è lui: maschio, potente, col cazzo grosso, senza paura, coca e viagra, si traveste da donna per essere la bambolina del suo amico del cuore, ma è normale, non è omosessuale, è un ragazzo a posto, voleva diventare donna da piccino, appunto da piccino, poi questa fantasia gli è passata, adesso è vero maschio, ha anche i peli,
Così, pare sempre all'improvviso, a tua insaputa, ecco i mostri, proprio quelli che hai cresciuto tu o meglio, quelli che si sono cresciuti da soli, senza padri e senza madri, proprio perché hanno quei padri e quelle madri, figli naturalissimi di questo ultimo ferale trentennio, prole dell'attuale infame sarcofaga società decorticata, educati alla consuetudine della morte e dell'orrore come normale prassi quotidiana, villani descolarizzati concepiti e partoriti, magari per caso, da villani descolarizzati, fedeli totali dei predoni Grandi Fratelli che hanno imposto questo Stato di cose, Governo dopo Governo, zombie a immagine e somiglianza dei loro Alti Patrigni per i quali la vita è tale solo se è la loro, quella degli altri non serve.
Macellano i Luca o le Gloria indifferentemente, perché non possono farlo ai loro padri e madri, perché non hanno davvero padri e madri, li hanno avuti e li hanno solamente e sempre li avranno solo come figurine, per questo li odiano, essendo odiati e negati.
Figurine sbalordite, meravigliate, che forse mai hanno detto un no pedagogico, mai una dose di sberloni e calci in culo, pronti a poche ore dalla macellazione ad andare nei salotti TV o scrivere lettere pubbliche sui blog, farsi intervistare nei corridoi dei tribunali e mio figlio è un dolce ragazzone, è anche laureato, io gli ho insegnato i valori della vita, quelli per cui mi sono sempre battutto, anche se lo vedessi con i miei occhi non ci crederei che mio figlio abbia sfregiato con l'acido, mi domando, se ho sbagliato, io in che cosa avrei sbagliato?, io sono ancora qui, io con io, io che ve lo dico che non potete giudicare, io che sono la buona famiglia, io che sono io, sempre io, fortissimamente io.
Non una parola di pietà per le vittime, non una frase di compassione per le famiglie altre, per i genitori dei morti ammazzati dai loro figli, per gli sfregiati a vita dall'acido, mors tua vita mea, per l'appunto.
Ma quale Banalità del Male della Arendt?
Villani descolarizzati che citano cose neppure mai lette.
Così fan tutti e così fanno loro e i corifei sciacalli che li ospitano.
Semmai è la realizzazione materiale di American Psyco e Funny Games.
Nessuna banalità del Male, ma il Male stesso di noi tutti cannibali, dipendenti clinici dal sangue dei nostri fratelli e sorelle, noi tutti che siamo la Guerra, vediamo ammazzare per il solo gusto di ammazzare e ammazziamo per vedere davvero l'effetto che fa.
Poi ci strappiano qualche pelo pubico e urliamo di dolore, finto, per l'agnello pasquale...
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