sabato 30 giugno 2012

QUESTO PAESE E' DEVASTATO DAL DOLORE


Cari Fratelli Partigiani,
Cara Costituzione,

uno pensa: "sono fortunato, vivo in una Repubblica nata dalla Resistenza e dalla cacciata dei nazifascisti; i Padri Costituenti hanno fornito a questa Nazione la Carta della Massima Legge, dalla quale tutto dipende, una delle migliori del Mondo. I miei diritti sono sanciti e tutelati, i miei doveri ricordati con precisione... sono davvero fortunato."
Eppure con il tempo mi sono sorti diversi dubbi sulla questione 'fortuna che vivo in Italia'.
Ora ho certezze, i punti interrogativi sono spariti tutti.
Quelli che erano diritti inviolabili del cittadino, sottoscritti dai vari governi nazionali che si sono succeduti nei decenni, nella Convenzione di Ginevra, in quella dell'Aja, nella Internazionale sui Diritti dell'Uomo e del Bambino... oggi, e da tempo, sono solo carta straccia.
Non c'è più senso di fortuna a vivere in un Paese dove le forze dell'ordine, che avevano il compito di proteggere i cittadini, sono diventate nemici del popolo e al servizio di chi ordina repressione del dissenso con ogni mezzo.
Mi pareva una cosa normale e civile che le persone potessero manifestare pacificamente nelle piazze e nelle strade di questa Patria per esprimere liberamente il proprio pensiero.
Mi pareva proprio e mi sbagliavo.
E' umiliante e doloroso vedere plotoni di agenti, divise e armature, manganelli e autoblindo, antisommossa, "scortare" i cortei, riducendoli a mera ora di libertà per delinquenti abituali pericolosi.
I disoccupati, precari, studenti, "esodati", inquinati, truffati, rapinati, struprati, altavelocizzati, imbavagliati... da vittime sono diventati, per lo "Stato", criminali colpevoli da trattare sempre e solo con la violenza dell'esercito.
Ci scappa il morto pure, così insegnava e chiedeva al ministro degli interni quell'inqualificabile essere di Cossiga.
Picchiate gli insegnanti, soprattutto quelli giovani, lasciate che gli studenti facciano quello che vogliono nelle manifestazioni, che il caos aumenti, poi cominciate a far uscire le pantere con le sirene e non intervenite... fino a quando la situazione non degenera; allora e solo allora menate forte, fate attenzione a non ammazzare qualche liceale, altrimenti quelli fanno la polemica...", questo chiedeva l'emerito ex presidente della Repubblica.
Le stesse cose che applicava Scelba.
La peggiore e sanguinaria democrazia cristiana ha reso questo Paese qualcosa di vomitevole.
Non è mai morta la balena bianca, ha sempre governato.
Lo sta facendo anche adesso.
Cambiano i simboli, i colori, anche i nomi a volte, ma tutto rimane come sempre.
Lo scudocrociato ce l'hanno inciso nella maledetta genetica che si portano dentro.
"Questo Paese è devastato da dolore", come hanno voluto e vogliono le trame oscure, la mafia che tratta con lo stato, la massoneria, il Vaticano, i servizi segreti deviati o meno.
Siamo stati sempre governati dal Male.
Amministrati da servi decorticati adoratori di Satana.
Gli stessi che dicono di combatterlo, poi vanno in chiesa e coglionano dio.
Il papa li benedice e simposia con loro.
Quando non può lui ci manda i suoi ministri voraci, i cardinali, gli stessi che, apparentemente vivi, sono già all'inferno loro, conferenziando tra le fiamme.
Non è un Paese laico l'Italia: è una Nazione in croce.
La croce è dappertutto per legge, la devono vedere obbligatoriamente tutti i bimbi, dalle scuole dell'infanzia in poi e se qualcuno si permette di toglierla dai muri va dritto sotto processo, finendo alla gogna.
Quel ministro della difesa che faceva lo sprangatore fascista, quello che tirava le bombe, implicato nell'assassinio dell'agente Marino lo ha detto pure in televisione e più volte, quando era in carica!, urlando: "il crocifisso non si toglie dalle aule e dai pubblici edifici... chi vuole una cosa così deve morire!"
Che fedele!
Questo malati gravi di testa riescono anche ad aprire scuole pagane, vicino al Cristo ci mettono la croce/sole celtici, gli stessi marchiati su ogni banco, cattedra, porta, zerbino, vetro, maniglia...
Ci riescono, nessuno li blocca prima, loro non vanno in galera.
Rubano tutto il possibile nostro, gli manteniamo le amanti, le ville, i restauri, i figli sfigati, coi nostri soldi si comprano lauree in Albania e si specializzano fintamente alla Bocconi e ci chiamano merde, schifosi, si puliscono il culo col tricolore, ruttano e mostrano il terzo dito con l'Inno di Mameli, chiamano a raccolta i moschetti per fare strage di "terroni", clandestini, "froci" e "negher"... fanno i ministri però, i segretari di partito, a loro i giornali e le tv dedicano copertine e prime pagine.
Non si aprono le patrie galere per questo letame.
Perché letame non si mette contro letame.
Sono tutti identici, nessuno da salvare.
In galera ci vanno gli Stefano Cucchi, i Giuseppe Uva, le botte se le prendono i pensionati di 63 anni, a calci in faccia, 40 fratture e il viso deturpato dagli scarponi di due questurini milanesi, sotto processo ci vanno gli attivisti che hanno liberato alcuni cani dal lager della Green Hill, le teste spaccate sono dei disoccupati che urlano in piazza la loro disperazione e ricevono sistematicamente manganellate celerine...
Il nano pazzo ex ministro che insultava chi è iscritto al sindacato e definisce i precari la parte peggiore d'Italia, merde rosse gli studenti della Sapienza che sono contro la morte della scuola pubblica, invocava e chiedeva alla polizia di intervenire e picchiare chi manifestava; lo stesso che si scagliava contro l'assenteismo e i fannulloni, da assenteista e fannullone quale lui stesso era stato fingendosi gran professorone... non è finito nelle aule di tribunale, nessuno lo ha destituito.
Sono certo che alle prossime elezioni questi malsani virus li rivedremo tutti quanti ricandidarsi.
Sono altrettanto certo, come è sempre successo, che gli italiani li rivoteranno e non si sa bene, o lo si sa fin troppo, come mai questi le poltrone ce le hanno sempre sotto il culo.
E' un Paese fascista l'Italia, diventato pericoloso per chi ci abita.
Nazione solo a misura di potenti/prepotenti.
Si lavora ed il 56% del nostro sudore e sangue lo regaliamo a questi ladri di Casta, quando non serviamo più ci "esodano", tra poco ci fucileranno direttamente per evitare che si pesi anche come presenza fisica.
Per cosa avete lottato Fratelli Partigiani?
Per questo popolo di pecore inette, masochisti gaudenti, imbecilli incapaci di intendere e volere?
Per una Repubblica fondata sulla disoccupazione e i tagli alla vita?
Per uno Stato che affama?
Questa sera ci sarà la partitissima della Nazionale di calcio.
Napolitano ha scritto a Prandelli plaudendo alla "coesione unitaria della squadra dove nuovi giocatori e vecchi hanno saputo cooperare vittoriosamente per la Nazione...".
Qualunque sia l'esito del match, lui, il tizio che impersona il presidente della [finta] Repubblica, domani riceverà i calciatori al Quirinale, con magna pompa.
Buffon, commosso, ha dichiarato: "in questo paese di miseria, Napolitano è un gigante."
L'Italia è una Repubblica fondata sui palloni e le palle, gonfiati.

Lucio Galluzzi


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sabato 2 giugno 2012

GERONTOCRAZIA NAPOLITANA

2 GIUGNO: FESTA DEGLI APPALTI MILITARI


La prima carica dello Stato non è lì per fare quello che vuole.
Ha compiti e doveri precisi, regolati dalla Carta Costituzionale.
Non rappresenta sé stesso e neppure la ristretta triste cerchia dei potentati che reggono questo sfascio di politica.
Non decide in nome e per conto dei governi, tanto meno di chi glielo ordina.
Se si trova in condizione di subire ingerenze e pressioni è suo dovere comunicarlo alla Nazione.
Così come più volte fece Pertini.
Per il terremoto in Irpinia, Pertini, fu fin da subito in mezzo ai disperati, non si negò, non rimandò; nel suo discorso ai cittadini denunciò la lentezza dei soccorsi, l'inadeguatezza dei coordinamenti e chiese che finissero in galera i responsabili.
Nell'appello ai giovani, sempre Pertini, lasciò una sorta di testamento: denunciare e punire i politici che rubano e lottare per la libertà, difendendo i valori conquistati dalla Resistenza Partigiana.
Ma lui era il vero Presidente della Repubblica.
Oggi, quelli che hanno ridotto l'Italia ad un vergognoso postribolo di dementi, vecchi col prurito, ladri di Stato, poteri forti contro il Movimento Operaio, fascisti e neonazisti che comiziano anche dal Parlameno... hanno fatto sì che cambiasse tutto: l'etica politica è diventata interesse personale, fare il deputato è un lavoro per diventare ricchi sfondati ai danni del cittadino, i ministri sono podestà, califfi che disfano e fanno come vengono comandati, i partiti come bancomat infiniti per le spese personali dei cialtroni che se ne servono...
La figura del Capo dello Stato non è mai stata così insignificante per i cittadini come in questo ultimo settennato.
Non era mai successo nella nostra Storia recente che il Presidente della Repubblica firmasse qualsiasi proposta di legge presentatagli, anche la più ridicola e anticostituzionale, come tutte quelle che Ballusconi & Co. gli hanno "passato".
Si è meritato diversi appellativi: da "Pennino Nazionale" a "Uno di loro" fino agli ultimi pesanti termini usati nelle ultime amministrative.
Ovunque vada è contestato a gran voce: dalla Sardegna a Napoli, da Torino a Palermo.
Eppure pare non capire.
Continua imperterrito a fare quello che vuole, o meglio: quello che vogliono da lui.
La più eclatante scelta è stata quella di imporre agli italiani Monti ed il suo governo, consegnando di fatto i lavoratori italiani ai banchieri e alla dittatura economica Merkeliana.
Perché di questo si è trattato e si tratta.
Con Monti la pressione fiscale, sempre per i soliti e mai per i ricchi, è salita ancora di più del maledetto quasi ventennio berlusconiano.
Siamo alla recessione, potere d'acquisto fermo e in caduta libera, con il prelievo, per le casse dello Stato vampiro, più alto al mondo; ma questo Presidente è contento, ci invita alla coesione nazionale, a collaborare alla rinascita del Paese che secondo lui ce la farà, ma solo e sempre con il nostro sangue quasi finito.
Per lui paghiamo 235 milioni l'anno, solo di affitto.
Aveva promesso la riduzione delle spese al Quirinale, ha fatto esattamente come la Casta: una finta.
Se errare è umano e il perseverare diabolico, dopo tutte le brutte figure che si è fatto, aggiungere l'infelice scelta della parata del 2 giugno, ordinandola senza appello, che cos'è?
La Costituzione prevede che il Capo dello Stato rappresenti tutti i cittadini, gli stessi, l'86%, contrari alla "festa"; in centomila hanno firmato l'appello, consegnatogli, altrettanti hanno telefonato al centralino del Quirinale per manifestare dissenso con la sua decisione: è servito a nulla.
Ha parato e festeggiato lo stesso.
C'è stato il ricevimento per i 2000 potenti nei giardini della Presidenza, si sono scolati 5.000 bottiglie di vino pregiato italiano, ingozzati con un buffet da 300.000 euro e festeggiato non la nascita della Repubblica, ma gli appalti militari dell'8^ potenza per armamenti al mondo: l'Italia.
23.500 milioni di euro spesi ogni anno per il bilancio della guerra, due miliardi dati in acconto alla Locked per la fornitura di cacciabombardieri, 1.235 milioni annui fino al 2026 per gli F35 che porteranno la "pace" nel mondo.
Chi prova a criticare senza mezzi termini l'oligarchia riceve risposta, finalmente dopo quasi sette anni ha reagito!, "non hanno capito niente quelli che contestano la parata del 2 giugno", così ha detto.
Capisce tutto lui, lui può tutto, è scienza e saggezza infusa.
Il Papa che gli è amiconissimo gli avrà anche effuso lo Spirito, gratuitamente.
Difatti parla una lingua talmente sconosciuta che non lo capiamo più da tempo.
Ma i Padri Costituenti volevano una Repubblica così?
I Partigiani sono morti per questo schifo?
La festa della Repubblica è l'onore alla baionetta e al missile?
Il Capo dello Stato, ieri 2 giugno, avrebbe dovuto essere presente alla vera Festa della Repubblica, a Casanova Lerrone, nel ponente ligure, dove si ricordavano i Partigiani e poi, veloce, visto che non c'è ancora stato, andare in mezzo ai terremotati, tacendo il più possibile.
Che cosa è rimasto del PCI a quest'uomo?
Nulla, assolutamente nulla.
Dei terremotati in Emilia se ne ricorderà il 7 giugno, prima aveva le feste, sarà in visita nei luoghi che non ha voluto vedere fino adesso: spero lo facciano scappare a gambe levate.


Lucio Galluzzi

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