SQUALLORE DA QUERELA, E DIFATTI...
Ma che "compagni" siete voi? Che nome e faccia avete soprattutto?
Perché non è molto simpatico, per dirla con povere parole, avere a che fare con anonimi violenti.
Nessuno ha un nome, potreste essere chiunque.
Quando vi si vede siete mascheroni, insultate in piazza, dai siti vostri e pure sugli spazi altrui nel web.
Dissociarsi dal vostro delirio significa essere inseriti nella lista nera fascia del "ti bruciamo vivo", e lo scrivete pure con errori: "hai delatori bisogna fare kuello k si meritano".
Bravi davvero, soprattutto utili, ma solo al regime nero come voi.
Perché di quello siete contingui, identitici ai pennivendoli di Stato che tanto criticate, poi, però usate lo stesso metodo: quello che ha distrutto la vita e il lavoro dell'ex direttore di Avvenire Boffo, perché un poveretto, servo del Padrone dell'editoria italiana, si era inventato di moleste omosessuali, telefonate piccanti e altri squallori umani.
Era tutta un'invenzione.
Intanto Boffo si era dimesso dal suo incarico e il pennivendolo contento del risultato rettificava a disastro avvenuto.
E' così che funziona la diffamazione a mezzo stampa e l'infamia via web.
La gente ci crede: l'ha detto il giornale, l'hanno detto da Raffaella Carrà, l'ha detto il parroco.
Siete identici a Straquadanio, quel tizio consulente della Ministra EnteroGelmini, che contento dei risultati ottenuti dal pennivendolo di cui sopra, senza farsi alcun problema dice "usiamo il metodo Boffo per far fuori l'avversario".
Riuscite anche ad essere più pericolosi di coloro che dichiarate di combattere.
Arrivate come lupi affamati, senza un senso, una ragione e devastate. Non ha importanza se date fuoco all'automobile non ancora finita di pagare di un operaio o di una pensionata, lo fate e basta, perché il fuoco vi eccita.
Come vi fa godere devastare negozi, quelli che capitano, basta fare casino, rompere vetrine, saccheggiare e scappare.
Tanto siete anonimi, mascheroni e se qualcuno dal corteo tenta di fermarvi non ci pensate due volte a spaccare teste e faccia.
Quando venite pinzati e arrestati siete subito pronti a rivendicare politicamente quello che avete fatto, talmente coraggiosi che "ho tirato l'estintore perché non aveva spento l'incendio e mi ero arrabbiato, volevo aiutare i pompieri", come i bambini beccati con il dito nella marmellata.
Ma quando fate i "guerriglieri video game" non è marmellata quella con la quale solo voi "giocate", sono vite quelle, identiche alle vostre, esistenze di lavoratori, sfruttati esattamente come lo siamo quasi tutti.
Eppure lo studente 23enne arrestato a Chieti, accusato d'essere uno di quelli che ha assaltato la camionetta dei carabinieri in piazza san Giovanni, parlando al telefono con uno spacciatore diceva: "li avrei bruciati vivi quei due carabinieri" e si stava preparando per andare a vedere se fosse riuscito a dare fuoco mortale davvero a qualcuno in Val Susa, oggi.
Preparati veramente siete, per la neurodeliri come minimo.
Come il tizio che si fa intervistare dal Fatto Quotidiano in un video "dal cuore del blocco nero" e spara tante di quelle scemenze, recitate a memoria, da far capire a tutti quanto sia autentico e vero quello che dice, soprattutto sentito.
E' talmente spontaneo che si era fatto recapitare precedentemente le domande via Skype e nonostante il tempo avuto per preparare risposte, ci fa la figura del poveretto, insieme a lui quelli che hanno stilato il "proclama" recitato neppure ad arte.
Naturalmente non lo si vede in faccia, è anonimo, voce anche camuffata.
Dal "cuore del blocco nero" ci declama che gli indignados del 15.O sono dei naif, impreparati, senza capacità di lottare, falliti che alimentano la stessa casta politica: allora è spontaneo cercare di capire perché questi "soldati in erba" della "vera rivoluzione avanguardista" non siano andati a Montecitorio quel giorno, non abbiano occupato il Parlamento, Palazzo Chigi, residenza Grazioli, Senato, ma si siano fermati a fare disastro e cercare il morto davvero in piazza San Giovanni.
Come mai non hanno permesso a centinaia di migliaia di manifestanti "naif e anacronistici" di arrivarci loro a Montecitorio.
Non ci sarà alcuna risposta, perché questi non sanno rispondere, devono prepararsi il discorso prima e chiedere ai capetti loro se il testo da recitare è organico al proclama o meno. Viva la libertà, vero?
Sempre lo stesso portavoce comunica che prima della manifestazione del 15.O avrebbero voluto "confrontarsi con gli indignados italiani, magari a cena… però, dopo quello che è successo il giorno dopo, la delazione, le foto dei ragazzi che lottavano messe sui social network, offerte alla polizia, l'infamia del consegnarli alle forze dell'ordine… non ci paleremo più, è una frattura incolmabile".
Meno male che non c'è stata alcuna cena preventiva, altrimenti questi avrebbero comunicato, poi, in commedia recitata che lo squallore di piazza San Giovanni e via Cavour lo avevamo organizzato insieme a loro; anzi, di più: gli avevamo detto di essere il nostro braccio armato.
Magari durante la cena, visto che siamo ignoranti naif anacronistici, ci avrebbero preso a randellate in testa, per farci capire che l'unica lotta rivoluzionaria possibile è la loro, così tanto ben preparati, propositivi e risolutivi.
Per ultima c'è la chicca della scemenza: il "portavoce" del fantomatico "blocco nero" dice che "mettere on line e sui giornali le foto dei teppisti violenti del 15.O a Roma, equivale alla infame delazione che si si usava ai tempi del nazismo. Denunciavano il vicino di casa perché ebreo e lo consegnavano alla Gestapo…"
Una considerazione che non merita alcun tipo di commento, tant'è grottesca e idiota.
Sì, loro sono talmente avanti nella lotta e organizzazione della rivoluzione che nei loro siti ti lasciano proprio dialogare e ti rispondono pure. Io ci ho provato e ne ho ricavato insulti gravissimi e minacce: "delatore della polizia e sbirro idiota", la più tenue, "pedofilo di merda" associato al mio nome e cognome, la più squallida e pericolosa.
Sono anche arrivati a linkare la mia pagina Facebook, con foto, avvertendo di isolarmi, perché "pericoloso, infame, spione e sbirro".
L'amministratore del sito ha dato man forte agli anonimi fuori di testa, fino a censurare i miei due interventi "nascondendoli" con il titolo: "questo è un idiota, dovessimo pubblicare tutti i commenti come questo, non ci resterebbe più spazio per altro".
Il metodo Boffo, esattamente identico, tanto che per giorni sulla mia pagina Facebook un centinaio di deficienti si sono scatenati nella diffamazione continua, insulti, mails di minaccia e quanto più di schifoso potessero produrre menti malate e piccole.
Un povero idiota si è anche permesso di pubblicare una foto di Stefano Cucchi morto, primo piano del viso con il messaggio: "attenzione, Lucio Galluzzi è uno di quelli che ha ammazzato Stefano… facciamogliela pagare".
Questi sarebbero "compagni"? Anarchici indignati? Pezzo di movimento?
A me sembrano solo pezzi di fango, pure marcio.
Difatti li ho querelati civilmente e penalmente, perché è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità, smettendola di usare l'ignavo anonimato per lanciare merda sulle persone.
E' gente dolorante che ha nulla da perdere, che per dolore subito ora deve vendicarsi, confusi tra ideologia velleitaria ed inutile e fascismo straripante.
Colpisce però anche una cosa, più del loro schifo vomitato: dalla mia pagina Facebook, oltre 4.000 "presenze" e dal Gruppo che ho creato, altri 1.200 "Disobbedienti" [5.200 persone sono tante: un piccolo paese intero], solo tre o quattro persone hanno espresso solidarietà concreta, mandando protesta scritta al sito che chiedeva di prendermi a calci nei denti e di venirmi a cercare dove abito per farmela pagare.
Da una parte ci sono i "compagni" neri, che più neri di così non si può, che fanno fallire le manifestazioni sputtanando il Movimento; dall'altra una massa di immobili, silenti, passivi e "distratti" chissà cosa, che pur vedendosi passare davanti agli occhi, nel social network che adoperano per "fare informazione e lotta", la denuncia di una persona che viene fatta a pezzi ora dopo ora, con attacchi orribili, fanno finta di niente, come nulla fosse.
Che c'è da dire di più?
Che è inutile stare su un Social Network e usare il mezzo potentissimo della Rete per cliccare solo "mi piace" sulle foto carine e le battute che stanno simpatiche; non serve ad alcunché continuare a non leggere e perseverare, perché così facendo anche questa risorsa ce la giocheremo male, come ci siamo già fottuti un sacco di altre opportunità, da diciotto anni a questa parte.
La gente che fa "Movimento" concretamente si sta dicendo da tempo che gli italiani non sono ancora pronti ad usare il web come veicolo di mobilitazione e di aggregazione. Siamo indietro di dieci anni.
In molti di noi che adoperiamo gli spazi "veloci", come Facebook, è sempre più forte la voglia di mollare la "truffa" del "mi piace" e basta.
Forse è il caso di pensarci su con attenzione, capire che se siamo ai livelli dove siamo, in Italia, la causa è proprio nostra.
Pecore che neppure sanno più belare, incapaci di solidarietà, depresse e represse, prive di volontà e svuotate d'atti d'amore.
Così è che si perde.
*
Perché li ho querelati:
i link del "metodo boffo" contro di me da Indymedia
http://lombardia.indymedia.org/hidden/show/41473
[commento dell'amministratore del forum: questo è un idiota non un collaboratore - dovessimo pubblicarli tutti non ci sarebbe spazio x altro]
http://lombardia.indymedia.org/hidden/show/41508
Altre persone, come me, "buttate" negli "hidden" hanno ricevuto lo stesso trattamento; i links sono tuttora presenti e leggibili.
Lucio Galluzzi
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